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Covid, Cosenza (Agenzia sanitaria regionale): "Con questi numeri sembra non si sia imparato nulla"

Il diretto dell'Asr è preoccupato per l'allentamento delle restrizioni: "Gli asintomatici sono una 'bomba' per i fragili, serve una vaccinazione globale e su cosa accadrà in autunno ad oggi è impossibile dare risposti"

Si va verso la fine dell'emergenza e “non abbiamo imparato niente”. Si dice preoccupato il direttore dell'Agenzia sanitaria regionale (Asr) Pierluigi Cosenza dell'uscita dallo stato di emergenza o meglio dall'allentamento delle misure che ci sarà. Oggi in Abruzzo i positivi sono 3.171 e questo vuol dire che l'esperienza della pandemia, ribadisce, ci ha insegnato ben poco. La preoccupazione è soprattutto in vista delle festività di Pasqua: “mi aspetto un picco violento intorno ai primi di aprile e il mese di maggio determinato dal non portare più le mascherine”, afferma. Uno strumento che invece una cosa avrebbe dovuto insegnarcela dato che, sottolinea Cosenza, il loro uso ha evitato, soprattutto sui fragili, l'epidemia di influenza. Di qui l'invito, soprattutto a chi appartiene alle categorie protette, a continuare ad indossarla almeno negli ambienti chiusi ed affollati. Se è vero, prosegue il direttore dell'Asr, che sui no-vax la guerra e persa sebbene siano loro ad occupare il 90% delle terapie intensive, è altrettanto vero che oggi ciò che preoccupa di più è il gran numero di asintomatici. “Molti non sanno neanche di avere il covid e altri, per necessità, non lo dichiarano perché magari hanno una piccola attività e bisogna lavorare”. Alcune scelte del governo non le condivide, spiega, a cominciare dal fatto ch i tamponi ora si fanno solo ai sintomatici lasciando che i postivi asintomatici si trasformino in vere e proprie “bombe” per i fragili. Anche sulla gestione delle misure restrittive Cosenza è critico: si è passati da un'eccesso di ristrettezza ad allargare eccessivamente le maglie, “non c'è stata una condotta univoca”, dichiara.

Cosa dunque ci si dovrà aspettare in autunno se davvero il virus non arresterà la sua corsa nella stagione calda? “Se le dicono cosa accadrà le dicono bugie. Non lo sappiamo. Non sappiamo se può arrivare una varainte più o meno aggressiva che trovi altre vie di accesso. Certo – sottolinea – l'andamento fa pensare che tecnicamente andiamo verso una situazione endemica, ma le varianti sono tantissime. Ovviamente ci si concentra sulle più diffusive, oggi le omicron. Noi seguiamo questo virus studiando quello che accade il giorno prima, ma se non si prosegue ad una vaccinazione globale e con questo intendo in tutto il mondo anche Africa e Asia, per fare degli esempi, non possiamo sapere se arriverà una nuova variante”. Per Cosenza è prioritario continuare a vaccinare anche e soprattutto nei Paesi poveri, olter che lavorare ad un nuovo vaccino capace non solo di lasciarci asintomatici, ma di che sia in grado di evitare il contagio.  “Se si arrivasse ad un vaccino di questo tipo, un vaccino annuale, allora sì che avremmo una risposta importante”. Nel frattempo la raccomandazione resta dunque quella per cui, tornando praticamente ad una vita normale, si continuino ad usare le precauzioni necessarie soprattutto per tutelare i fragili. Ma con questi numeri, conclude Cosenza, è difficile immaginare che l'esperienza sia servita a farci capire l'importanza di proteggerci e proteggere gli altri.

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