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Vaccini e screening Covid, il Pd: "Comune e Asl ancora in confusione gestionale e logistica"

I consiglieri regionali e comunali del Partito Democratico muovono nuove critiche nei confronti della gestione per la nuova fase emergenziale

«Comune e Asl di Pescara ancora in confusione gestionale e logistica in questa nuova fase emergenziale».
A criticare nuovamente la gestione del Covid-19 sono il consigliere regionale Antonio Blasioli e quelli comunali Piero Giampietro, Stefania Catalano, Francesco Pagnanelli, Marco Presutti, Giovanni Di Iacovo e Mirko Frattarelli del Pd.

Per gli esponenti democratici «la giunta Masci e la direzione generale della Asl hanno dimostrato di non essere all'altezza di garantire ai cittadini di Pescara una gestione efficiente di questa nuova fase emergenziale mettendo a forte rischio la salute dei pescaresi e ostacolando vaccini e screening».

Il primo punto analizzato è quello relativo al centro vaccinale: «È stata messa in campo una totale improvvisazione. Dopo l'esperienza di via Tirino, il centrodestra ha voluto sperimentare la fallimentare scelta di concentrare tutte le vaccinazioni nell'Outlet Village di Città Sant'Angelo in uno spazio di 800 metri quadrati, al tempo ritenuti sufficienti dalla Asl per la domanda vaccinale. Solo dopo il pressing del Pd in Comune e Regione è stato aperto il centro vaccinale anche alla stazione di Porta Nuova, dotandolo però di appena 3-4 postazioni attive, con orari da ufficio e addirittura chiudendolo nei giorni festivi come se fosse un qualunque ufficio pubblico e non fossimo in piena emergenza. E così da una parte si predicava di essere in guerra e dall’altra gli orari dell’unico hub vaccinale erano ridotti».

Gli esponenti Dem sottolineano come «agli appelli nazionali alla vaccinazione non è seguita un’adeguata risposta organizzativa, a differenza di altre Asl che invece hanno promosso open day e orari prolungati. Neppure dopo il via libera alle vaccinazioni pediatriche ci si è attivati per un potenziamento degli hub, con i piccoli utenti dirottati dalla piattaforma direttamente nei centri di altre province, disincentivando così la stessa vaccinazione. Ancora oggi è così, con tanti genitori increduli di essere dirottati fuori provincia. Quando è emersa palesemente l’insufficienza logistica e organizzativa di Porta Nuova, la giunta Masci ha reagito, in ritardo, male e in maniera maldestra. Prima ha provato a far convivere il centro vaccinale con la palestra della scuola media Foscolo (29 dicembre), dandone per scontato l’utilizzo senza aver fatto i conti con genitori e insegnanti che si sono giustamente espressi negativamente e poi ha riaperto la trattativa con il palafiere di via Tirino (4 gennaio), in seguito ha fatto circolare svariate altre ipotesi come il PalaBecci al porto turistico e infine ha avanzato la proposta della ex sede Fater di via Volta, per il cui allestimento occorreranno però dei giorni. Oggi quel palazzo, al primo piano, ospita alcune classi del liceo Marconi e nei prossimi giorni cercheremo di capire se le due attività, all’interno dello stesso edificio, siano tra di loro compatibili. Fatto sta che da quando la giunta Masci si è messa alla ricerca di un nuovo hub vaccinale, verso cui alcune forze politiche che compongono la maggioranza  votarono contro l'ordine del giorno del 29 dicembre, sono passati dodici giorni e ne serviranno altri per adeguarla».

Questa la domanda che pongono i consiglieri del Pd: «Il palafiere di via Tirino ha chiuso i battenti il 30 settembre. È possibile che in questi mesi, e specialmente nelle ultime settimane, non si sia stati in grado, non solo di scegliere una sede adeguata, ma neanche di trovare personale disposto alle vaccinazioni che potesse evitare la chiusura durante l’orario del pranzo, nelle ore serali e nei giorni festivi? Ricordiamo che per la Regione Abruzzo sono arrivati 80 milioni di euro per il Covid e ci sono tante disponibilità per partecipare alla campagna vaccinale. L'emergenza attuale invece, in cui si trovano migliaia di pescaresi che rischiano di perdere la validità del green pass a causa della lentezza della campagna vaccinale di Comune e Asl di Pescara, avrebbe richiesto ritmi e scelte diversi: il Comune di Pescara dispone di numerosi fabbricati, si poteva e si doveva agire prima. In vista dell’attivazione del nuovo hub, ma già prima che sia pronto, vogliamo fare una proposta per venire incontro a quanti dall'1 febbraio vedranno scadere la validità del green pass (6 mesi) e hanno prenotazioni successive della terza dose. Si individuino 5 o 6 date certe per open day di questi soggetti e si eviti un ennesimo problema lavorativo; si pensi altresì, se possibile, anche ad open Day per i ragazzi, considerato che a scuola saranno tra i più esposti e non potranno attendere marzo per vaccinarsi».

Poi dal Pd si analizza anche il lato dei tamponi: «Sul fronte dello screening è avvenuto un altro grande guazzabuglio, frutto dell'improvvisazione e di cui avevamo già anticipato gli effetti. Per gli istituti comprensivi sono stati immotivatamente esclusi insegnanti, personale scolastico, alunni delle scuole dell'infanzia e anche gli educatori e il resto del personale degli asili nido, a differenza di altri Comuni. Siamo una stessa Asl o per la sola Pescara valgono regole restrittive? Pessima anche la scelta della giunta Masci che ha concentrato tutti gli alunni da sottoporre a screening in due palestre, con il risultato che le famiglie più coscienziose stanno ricorrendo ai tamponi privati per non esporre i bambini al rischio di assembramento, ma soprattutto facendo sì che i numeri degli alunni che si sono sottoposti allo screening è molto più basso rispetto alla platea degli aventi diritto. Non tutte le famiglie però dispongono delle stesse possibilità economiche e questa situazione diventa un elemento ulteriore di diseguaglianza in una fase molto già dura sul piano sociale ed economico per tante famiglie. Alla campagna comunale di screening hanno partecipato appena 5 mila studenti a fronte dei 22 mila destinatari: numeri che dimostrano l’effetto che quelle file hanno avuto, finendo per rendere meno efficace questo screening. Per le superiori il pasticcio è stato ancora più clamoroso. Il Comune ha inoltrato un calendario ufficiale, a firma del vicesindaco, nel quale si invitavano circa 10 mila studenti a recarsi (con evidenti situazioni di assembramento) nella palestra del liceo Galilei il giorno 10 gennaio, a scuole aperte, in due turni. Il risultato sarebbe stato che il turno pomeridiano avrebbe ripreso le lezioni di mattina senza alcuno screening. Solo le proteste del Pd, dei genitori, degli studenti e delle stesse istituzioni scolastiche ha costretto la giunta Masci a una retromarcia. A questa situazione si aggiungono altri 4 problemi che vogliamo richiamare oggi, ma di cui, in parte, ci siamo già occupati. Alcune famiglie pescaresi, in questa fase così decisiva della pandemia, sono sprovviste di pediatri. Lo abbiamo denunciato, ma non abbiamo avuto alcun riscontro. A chi si rivolgono i genitori per i propri piccoli? Al pronto soccorso? Il pronto soccorso, record storico della giunta Marsilio, chiude per due volte per 48h. Non per colpa dei medici che ci lavorano, che fanno un lavoro immane sommando all’emergenza di routine anche l’emergenza dell’abbandono da parte della direzione generale. Far convivere anche per 72 ore pazienti positivi e negativi, nel pronto soccorso è una vicenda su cui andremo a fondo. In questo senso il consigliere Blasioli oggi ha inoltrato un accesso agli atti per capire i tempi di stazionamento nel pronto soccorso. Il nuovo regime dei test rapidi, se da un lato porta con sé il vantaggio di non affollare l’hub per i tamponi, dall’altro sta creando serie difficoltà per ottenere il green pass definitivo e questo dipende dalla mancanza di personale della Asl. Come si possono tenere a casa per giorni persone negative ai test rapidi perché non arriva il green pass? Manca ancora un numero di squadre adeguate a garantire la terza dose alle persone impossibilitate a muoversi da casa. Sinora tante le segnalazioni che riceviamo di persone che hanno visto trascorrere ben più dei sei mesi dalla seconda dose e non sono state vaccinate, né sanno a chi rivolgersi per avere certezza della vaccinazione. Siamo di fronte alla fase più dura di questa ondata: la giunta Masci e la ASL devono cambiare radicalmente marcia, altrimenti Pescara continuerà a essere il centro più critico d'Abruzzo. L'emergenza va affrontata in modo diverso. Siamo disponibili a dare un contributo costruttivo e lo facciamo anche oggi con delle proposte, perché Comune e Asl stanno dimostrando ogni giorno di non essere in grado di gestire emergenze e criticità di questa situazione pandemica. E in questa situazione ci si tolga un dubbio. Il Comune di Pescara, che nella prima fase delle vaccinazioni si è vantato dell’ottima riuscita dell’organizzazione di via Tirino (riconosciuta da tutti), è lo stesso che oggi attribuisce tutte le responsabilità alla Asl? Questa strumentalizzazione non giova a nessuno, sicuramente non alle persone in fila in piedi fuori dall’hub e a chi, per queste condizioni, ha dovuto rinunciare al vaccino. È la Asl che qualche giorno fa ha diffuso i dati delle vaccinazioni fatte in provincia, non vede quelle file? non riceve proteste? Ringraziamo medici, sanitari, protezione civile per aver dato tanto in questi mesi e in questi anni, con grande impegno sui vari fronti per assicurare il tempestivo e professionale supporto ai cittadini».

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