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Testo unico regionale sulla cultura, il M5s: "Quinta commissione tra violazione del regolamento e maggioranza spaccata"

L'affondo del capogruppo dei Pentastellati in consiglio regionale, Francesco Taglieri: "Non hanno più neanche i numeri per approvare le leggi della giunta"

«La maggioranza di centrodestra si spacca in V commissione. Il presidente Quaglieri chiude bruscamente la seduta dopo non essere riuscito a ottenere la maggioranza dei voti neanche sulla legge a firma dell'assessore D’Amario».
Questo il racconto che fanno della seduta della quinta commissione regionale dell'Abruzzo i consiglieri del Movimento 5 Stelle.

Dura la reazione del M5s che in commissione ha chiesto il rispetto del regolamento e delle opposizioni.

«Non sanno gestire neanche i lavori ordinari del consiglio regionale», affermano il capogruppo Francesco Taglieri e i consiglieri regionali Pietro Smargiassi, Giorgio Fedele e Barbara Stella, «oggi è stato violato palesemente il regolamento calpestando ogni diritto delle opposizioni: il testo unico sulla cultura, da sottoporre ai lavori della V commissione, doveva venir fuori dalla fusione della proposta di legge 243 a prima firma dell’assessore D’Amario e del progetto di legge 188 a prima firma della consigliera La Porta, così come previsto dall’articolo 78 che disciplina i lavori del consiglio. Entrambi i testi erano provenienti dalla maggioranza ma, a causa delle spaccature interne, non sono stati capaci di produrre un unico documento su cui lavorare. Così il presidente Quaglieri, in modo confusionario e fuori da ogni logica di buon senso, ha avviato più di una votazione senza concluderne neanche una, poiché metà della sua stessa maggioranza ha abbandonato l’aula, palesando che il centrodestra ormai non ha più neanche i numeri per far passare la norma di un proprio assessore. Oggi abbiamo avuto la prova che il centrodestra non ha più le gambe per camminare in Regione Abruzzo. Se non sono capaci di gestire una commissione ordinaria, come pretendono di poter governare la Regione? È arrivato il momento che prendano atto del fallimento su tutta la linea e vadano a casa liberando l’Abruzzo da anni di pressapochismo e inefficienza».

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