Test antidroga in Comune, il vicepresidente del consiglio comunale Fiorilli difende il sindaco: "Nessuno scandalo, lo farò"
Per lui la scelta di Carlo Masci è una scelta di buon senso e sulle critiche rivoltegli aggiunge: "Nessuna ingenuità nel non accorgersi del disagio di un dipendente e nessun atto di autoritarismo nel voler evitare casi analoghi"
“L'invito del sindaco Masci a fare un test antidroga su base volontaria, non è alcunché di scandaloso, anzi può essere una buona pratica da proporre anche in altri settori”. Nessun problema e critiche inutili quelle sollevate per il vicepresidente del consiglio comunale Berardino Fiorilli che annuncia la sua totale disponibilità nel farlo.
“Se la posizione contro la droga è netta e decisa, non dovrebbe esserci alcuna titubanza a verificare in trasparenza la propria condizione, soprattutto per coloro che hanno responsabilità importanti” aggiunge ribadendo che il testo lo farà dato: “ritengo che su alcune questioni bisogna avere posizioni nette e decise senza sofismi filosofici atti a difendere presunte libertà, che tali non sono. È con la poca chiarezza che si dà spazio ad equivoci”, chiosa.
“Non può accusarsi di ingenuità il sindaco se non coglie il disagio di un dipendente ed allo stesso tempo di autoritarismo se prevede sistemi di controllo volti ad evitare casi analoghi”, incalza Fiorilli rispondendo alle tante critiche sollevate sulla richiesta avanzata dal sindaco perché tutti all'interno di Palazzo di Città si sottopongano volontariamente al test.
“L'uso della cocaina e di altre sostanze è molto più diffuso di quello che si possa immaginare, in tutte le categorie. Non si può essere sepolcri imbiancati ed aver timore di scoprire il velo. La droga fa schifo. Punto. Ogni strumento che possa essere utile a toglierla di mezzo, ben venga, senza se e senza ma. La politica – conclude il vicepresidente - deve essere la prima a dare l'esempio”.