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Sabato, 20 Aprile 2024
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Terme Caramanico, l'attacco di Mazzocca: "La Regione dice no alla valorizzazione"

Il capogruppo consiliare di "Uniti per Caramanico" ed ex sottosegretario regionale attacca la commissione regionale per aver bocciato la proposta di Paolucci

La Regione boccia il piano Paolucci per il salvataggio e la valorizzazione delle terme di Caramanico e di tutto il sistema termale regionale. L'ex sottosegretario regionale e capogruppo consiliare di "Uniti per Caramanico" Mazzocca attacca la commissione regionale che ha bocciato la poroposta avanzata dal consigliere Paolucci lo scorso 11 giugno. La proposta è stata bocciata con i voti contrari del centrodestra e l'astensione del M5s spiega Mazzocca, che parla di una pericolosa fase di stallo per la qualificazione sanitaria del settore termale abruzzese:

“Ha detto no, dunque, ad una possibile attività integrativa che, senza costi aggiuntivi per la Sanità Abruzzese, avrebbe determinato un utilizzo più completo, differenziato e non stagionale del principale impianto termale abruzzese, determinando di certo un supporto funzionale per il turismo del benessere e migliorando i servizi per i cittadini abruzzesi, delocalizzando a favore dei territori servizi assistenziali e generando una strategia di ripresa dello stabilimento termale caramanichese, così come già sperimentato in altre regioni italiane, dopo la crisi del termalismo "classico" verificatasi dal 2008 in poi."

Mazzocca evidenzia come la bocciatura non permetterà di dare supposto alla società in liquidazione che dunque potrebbe presto interrompere i servizi fino alla scadenza della concessione del 2026, impedendo anche una programmazione per i prossimi anni.

Un no inspiegabile, ma chiaro, quello del centro destra in commissione, che annulla in un sol colpo tutte le promesse che gli assessori abruzzesi avevano proclamato in occasione della campagna elettorale delle ultime comunali a Caramanico Terme, vinte da un'amministrazione totalmente assente dal punto di vista dello stimolo istituzionale e dell'attenzione rivolta alla crisi delle Terme, che sembra evolvere ormai in modo inerziale e nell'imbarazzo politico che impedisce ai rappresentanti comunali di rivendicare quanto si dava per scontato in campagna elettorale con i colleghi regionali: "se vinciamo ci pensiamo noi alle terme", dissero urlando davanti alle famiglie preoccupate per la mancata riapertura delle Terme; e invece, per adesso, alle terme ci pensano le terme, e i lavoratori caramanichesi, con grandi difficoltà, e con poche prospettive per il futuro

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