rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Stop ai crediti per il superbonus, convocato il consiglio regionale straordinario chiesto dal Movimento 5 Stelle

Si terrà mercoledì 2 marzo all'Aquila e sarà l'occasione per chiedere un impegno preciso al presidente Marsilio di fronte al governo guidato da Giorgia Meloni per tutelare imprese e posti di lavoro sul territorio

Convocato il consiglio regionale straordinario per affrontare il problema Superbonus. A chiederlo era stato il Movimento 5 Stelle tramite il capogruppo Francesco Taglieri con la proposta che ha trovato il sostegno delle altre forze di minoranza.

Un consiglio nel corso del quale si intende chiedere al presidente della Regione Marco Marsilio di prendere una posizione chisara dopo il blocco della cessione dei crediti deciso per decreto dal governo Meloni e che, hanno denunciato le associazioni di categoria e non solo, metterebbe a rischio in Abruzzo centinaia di imprese e migliaia di posti di lavoro.

L'aula sarà anche il luogo in cui avanzare proposte per arginarli quei rischi e proprio di questo i sindacati hanno parlato nella commissione regionale tenutasi a margine della seduta che ha visto l'approvazione della legge per le modifiche a quella con cui è stata decisa la nascita della Nuova Pescara. Il problema e nazionale e al presidente di Regione si chiederà quindi di farsi portavoce a Roma delle istanze avanzate dalle associazioni di categoria.

Ultime in ordine ti tempo quelle della Confapi Aniem, la Cna e i sindacati Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil. “La problematica più importante ad oggi da risolvere è la monetizzazione dei crediti derivanti dagli sconti in fattura già maturati nei cassetti fiscali delle imprese edili e per quelli che sono in procinto di maturazione in considerazione del completamento dei cantieri già avviati”, spiega Pagnini, presidente della Confapi-Aniem Pescara-Chieti. “Chiediamo a gran forza – aggiunge -un coinvolgimento delle banche dando loro la possibilità di compensare i crediti attraverso F24 dei clienti. Tale misura potrebbe essere accompagnata da un coinvolgimento più diretto di tutte le società dei settori speciali partecipate dallo Stato, che hanno una capacità fiscale importante per poter acquisire ulteriori crediti”. “Sono tantissime le pratiche approvate o in fase di approvazione in cui è presente la 'famosa' quota in accollo a carico dei proprietari da gestirsi tramite le agevolazioni fiscali – aggiunge Enzo Marcozzi presidente della sezione di Teramo che anche sul sisma bonus chiede una modifica al decreto.

“Il decreto approvato dal consiglio dei ministri ha assestato un duro colpo al sistema di incentivazione per la riqualificazione e messa in sicurezza del patrimonio immobiliare privato e ha aggravato il problema dei crediti incagliati”, incalza la Cna che chiede l'attivazione di Attivare qualsiasi strumento per svuotare i cassetti fiscali delle imprese che hanno l’unica “colpa” di aver realizzato i lavori, anticipando ai cittadini beneficiari il contributo dello Stat, di risolvere il caos generato dalla cancellazione dell’opzione della cessione del credito, che impatta su tutto il sistema dei bonus, anche minori e di avviare un tavolo per il riordino e la stabilizzazione degli incentivi per l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza degli immobili residenziali, anche alla luce della nuova direttiva europea sulla casa.

Del tema si è discusso anche a Roma nel corso della seduta della commissione ambiente e lavori pubblici del senato, cui ha preso parte il senatore abruzzese Michele Fina, in un incontro che ha visto insieme Partito democratico e sindacati con il primo che ha messo a punto un pacchetto proposte per cui si chiede di concedere un periodo transitorio che superi la data del 17 febbraio per il blocco della possibilità di cedere il credito sia per il 110% sia per gli altri bonus; di estendere la cessione del credito fino al 2025 per immobili siti nelle aree sisma, per case popolari, per interventi che riguardano l’eliminazione delle barriere architettoniche; di non attendere la legge di conversione e mirare ad una modifica immediata per evitare che i 19 miliardi di crediti incagliati diventino il fallimento delle imprese e che 150 mila lavoratori perdano il loro posto; di riordinare gli incentivi per renderli strutturali e di porre il limite di reddito di 30mila euro al di sotto del quale non applicare il divieto di cessione del credito.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Stop ai crediti per il superbonus, convocato il consiglio regionale straordinario chiesto dal Movimento 5 Stelle

IlPescara è in caricamento