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Le proposte del Comune per i problemi di sovraffollamento del pronto soccorso

Diverse proposte sono emerse nel corso della seduta della commissione Politiche Sociali e Salute e verranno portate all'attenzione del comitato sindaci della Asl

Il problema del sovraffollamento del pronto soccorso dell'ospedale "Santo Spirito" di Pescara verrà esaminato nella prossima riunione del comitato ristretto dei sindaci della Asl di Pescara, di cui è presidente Carlo Masci.
A più riprese, giungono, e ormai da tempo, segnalazioni di disservizi e di lunghissime attese per i pazienti e per i loro familiari.

Delle carenze del servizio di emergenza-urgenza e del sovraffollamento della nuova struttura dell'ospedale si è occupata questa mattina (venerdì 14 gennaio) la commissione Politiche Sociali e della Salute, presieduta da Maria Rita Carota, in una riunione cui è intervenuta anche l’assessore al Disagio Sociale, Nicoletta Di Nisio che ha riferito riguardo alle criticità sollevate.

«Facciamo nostri i problemi che ci sono stati riferiti dall’utenza e dagli stessi addetti ai lavori», dice la Di Nisio, «contro i quali non può essere mossa certamente alcuna critica visto lo straordinario lavoro portato avanti in questa difficile fase pandemica, come del resto anche nei due anni precedenti. Unitamente alla presidente Carota abbiamo individuato una serie di proposte che certamente possono, se messe in campo, limitare i disagi di chi accede al Pronto soccorso e dei loro accompagnatori, troppo spesso costretti a rimanere in attesa per molte ore senza ricevere alcuna informazione».
Dai lavori della commissione è emersa l’evidenza di accessi impropri nel 70 per cento dei casi, essendo perlopiù “codici verdi” e “codici bianchi”, aspetto che sta creando non poche difficoltà a fronte delle carenze di personale infermieristico. «Crediamo si possa dar seguito a una riorganizzazione del trattamento dei codici verdi e bianchi, che rappresentano le patologie e i casi di minor rilievo», aggiunge la Carota, «coinvolgendo di più e meglio a questo scopo le strutture territoriali nel loro complesso. Va anche detto che i medici di base potrebbero a loro volta essere un supporto non secondario proprio per gestire quei casi che non necessariamente devono rivolgersi all’ospedale».
«Altri interventi che sarebbero importanti», conclude la Di Nisio, «sono quelli che riguardano una più adeguata gestione degli spazi del Pronto soccorso e, in particolare, la necessità di informare in modo efficiente i familiari dei pazienti, che spesso restano senza notizie dei loro congiunti per molto tempo».

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