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Masci torna sulla chiusura delle scuole: "Invidio coloro che hanno solo certezze su Facebook"

Il primo cittadino respinge al mittente le accuse e le polemiche dopo la scelta di firmare l'ordinanza per la chiusura delle scuole a Pescara

A distanza di 48 ore dalla scelta di firmare l'ordinanza per la chiusura di tutte le scuole di Pescara allo scopo di contenere il contagio da Covid-19 (Coronavirus), il sindaco Carlo Masci, torna a difendere la sua decisione.
Come capita sempre in queste circostanze ci sono stati pareri discordanti riguardo al proveddimento che sospende l'attività didattica in presenza in tutte le scuole cittadine di ogni ordine e grado.

«Quando sono stanco, alla fine di una giornata faticosa, invidio coloro che hanno solo certezze e le esprimono continuamente a parole su Facebook», scrive Masci in una condivisione di stamane, lunedì 8 febbraio, «passare dalle parole ai fatti, però, è un pò più complicato! Devi valutare ogni circostanza, sai che non potrai accontentare tutti, ogni scelta che farai troverà detrattori che esprimeranno il loro giudizio valutando l'incidenza che la tua scelta avrà sui loro interessi, mentre tu devi decidere per tutti, che vuol dire per l'intera comunità e non per le singole persone».

Poi il primo cittadino ripercorre le tappe che l'hanno portato alla firma dell'ordinanza: «Quando, venerdì sera, sono andato al comitato per la Sicurezza convocato dal Prefetto, non avevo certezze sulla chiusura di tutte le scuole, avevo le mie idee basate sull'esperienza fatta fino ad allora sulla pandemia. A quell'incontro erano presenti il prefetto, il questore, due procuratrici della Repubblica, la dirigente dell'ufficio scolastico regionale, il direttore generale della Asl, i dottori Parruti e Polidoro, i vertici provinciali delle forze dell'ordine, il comandante della polizia municipale di Pescara. I due medici hanno spiegato quello che stava succedendo nelle scuole, soprattutto quelle che ospitavano i bambini da 3 a 12 anni, con la variante inglese del coronavirus, che contagia prioritariamente quella fascia di età. Dopo la loro esposizione hanno evidenziato la necessità di spezzare urgentemente quella catena pericolosa per tutti, con la chiusura di tutte le scuole. Ciascuno dei presenti ha espresso la propria opinione in linea con le indicazioni dei medici, in particolare la dirigente scolastica ha precisato che, in ipotesi di chiusura, questa avrebbe dovuto interessare tutte le scuole. Allora ho chiesto ai medici che, per emanare un provvedimento di quella portata, che avrebbe inciso in maniera significativa sulla vita delle persone, avrei avuto bisogno di una relazione con dati scientifici che mi specificasse la necessità di provvedimenti urgenti e indifferibili sulle scuole, dall'infanzia alla media. Loro mi hanno inviato la relazione e, a seguito di quella, ho deciso nel senso conosciuto da tutti».

«Ho fatto una scelta, mi sono formato il mio convincimento dopo aver ascoltato tutti e aver acquisito informazioni scientifiche corredate da conclusioni elaborate da esperti», conclude il sindaco, «una decisione difficile, difficilissima, che mai avrei voluto prendere, che mai avrei preso se fossi rimasto con le mie idee sul coronavirus, già superate dalla nuova versione, se non avessi avuto gli aggiornamenti dei medici e non avessi ascoltato e letto le loro conclusioni sul tema scuole. Quelli che contestano la mia scelta, quelli che hanno certezze su Facebook, ma non devono decidere, non conoscono la relazione né le conclusioni dei medici. Certe volte penso, chissà cosa succederebbe se chi deve decidere si basasse sulle certezze degli esperti di Facebook rispetto alle conclusioni di quelli che hanno competenze ed esperienze per dare consigli giusti?».

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