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In consiglio comunale è iniziata la battaglia sulla sede unica della Regione nell'area di risulta: è scontro aperto

Le opposizioni parlano di incongruenze documentali importanti per cui la Via (Valutazione di impatto ambientale) va fatta con il consigliere di Azioni Costantini che parla di vera e propria "sciagura". A sostenere le ragioni della bontà della scelta è il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri

Al voto non si arriverà prima del 6 giugno e saranno quelli i giorni dell'ultimo atto per il "sì" definitivo alla realizzazione della sede unica della Regione nell'area di risulta. In consiglio comunale però lo scontro si è già scatenato. 

Pochi secondi sono bastati al vicesindaco Gianni Santilli nella seduta del 29 maggio per presentare quel documento che, hanno tuonato le opposizioni, sembra essere destinato a cambiare il futuro della città. Al di là del disappunto è sui contenuti dell'accordo di programma sottoscritto tra Comune e Regione che si sta combattendo la battaglia. Difficile immaginare un finale diverso dall'approvazione.  La nuova struttura si farà e le ragioni del “sì” le ha ribadite il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri audito in commissione urbanistica e territorio.

È verso l'amministrazione che le minoranze puntano il dito perché è lei quella che starebbe “consegnando” per un secolo (99 anni) l'area strategica della città ad un ente terzo sulla base di un progetto totalmente diverso da quello che era previsto dal protocollo d'Intesa, come sostenuto in aula in particolare dal consigliere comunale di Azione Carlo Costantini.

Movimento 5 Stelle e Partito democratico ci hanno provato a fermare tutto chiedendo con due pregiudiziali di rinviare tutto perché si faccia quella Via (Valutazione di impatto ambientale) elusa, accusano, quando si è affermato nei primi documenti che non tutti gli uffici sarebbero arrivati nell'area centrale. Cosa che invece avverrà secondo il protocollo d'intesa se non per gli uffici del Genio civile e dei gruppi consiliari.

L'attacco delle opposizioni che chiedono una nuova Via 

Il pentastellato Massimo Di Renzo ha parlato di “grave incongruenza della procedura seguita” con il capogruppo Pd Piero Giampietro che ha invece ribadito la necessità di farla la Via   perché la sua “elusione rischia di compromettere l'impatto che questo grande manufatto avrà”. La richiesta, in sostanza, era quella di procedere alla Valutazione e solo dopo ridiscutere per la definitiva approvazione il documento in aula. Così non sarà perché le due pregiudiziali sono state entrambe bocciate dall'aula.

Nel suo intervento Costantini di critiche ne ha sollevate molte parlando di vera e propria responsabilità di una maggioranza che “resta in silenzio” di fronte ad una scelta “di cui domani risponderete ai cittadini”. Ad essere cambiata, afferma, è proprio l'idea complessiva del progetto. “Non esiste più una progettazione separata dall'altra – ha detto parlando del parco centrale e della sede unica -. È un falso storico e se non lo è spiegatemi perché. Non solo nell'area di risulta si insedierà la Regione, non solo questa potrà imporre dove mettere i parcheggi per i suoi dipendenti, ma potrà anche dire al Comune 'io ti dà i soldi se soddisfi le esigenze funzionali della sede unica'. Noi – ha chiosato – non stiamo firmando una cambiale, ma stiamo consegnando un'area strategica della nostra città alla Regione, agli uffici dell'Aquila e quindi a soggetti che non hanno considerazione di Pescara”. Questo alla luce di quell'accordo di programma che prevederebbe anche la possibilità per la Regione di realizzare i suoi parcheggi anche nelle aree destinati al parco.

Imbarazzante per lui il fatto che nessuna voce della maggioranza si sollevi per dire “no” a quelle modifiche che avrebbero stravolto il progetto. Facendo appello al buon senso e alla correttezza verso i cittadini cui era stato promesso in campagna elettorale, ha ricordato, che la sede unica si sarebbe fatta a Pescara ovest, Costantini non ha fatto mancare una steccata ai banchi della maggioranza. “Non mi aspettavo – ha detto rivolgendosi ai consiglieri - il silenzio ed un voto muto che esprime accondiscenda e sudditanza a quello che vi è stato imposto e non siete in grado di rifiutare e respingere”.

Per lui “una sciagura calata dall'alto e imposta con violenza all'attenzione del consiglio comunale. Quando i cittadini si ritroveranno 80mila metri cui di cemento inutilizzati che diventerà un elemento preclusivo a qualsiasi idea di sviluppo e rilancio della città – ha concluso -, magari qualcuno vi verrà a chieder il conto”.

Per il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri la sede unica nell'area di risulta è la risposta alla città

Il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri è stato ascoltato in commissione urbanistica e territorio ed è qui che ha ribadito la sua posizione: quell'opera da 52 milioni (18 già erogati e 34 a valere sul fondi di sviluppo e coesione in itinere) non solo si farò, ma si deve fare.

“L’operazione segue tre direttrici – dichiara -: innanzitutto, dopo anni di obiettivi falliti, il Governo Marsilio riuscirà a consegnare la nuova sede della Regione Abruzzo a Pescara, una mission che ha previsto anche la cessione per cinquant’anni al Comune di Pescara delle aree dell’ex Cofa, 2 ettari fronte mare, per la promozione di un progetto con Confindustria e università d’Annunzio, un progetto passato dall’essere finanziabile all’essere finanziato”. “Partiamo da una consapevolezza – ha quindi aggiunto - a oggi tutte le opere previste sulle aree di risulta derivano dalla Regione Abruzzo: su quei 13 ettari non c’è nulla di iniziativa pubblica comunale né privata, fin qui parliamo di fondi regionali, dai fondi Masterplan del governatore D’Alfonso sino a Marsilio-amministrazione Masci, e una minima quota parte farà capo alla fondazione”,

Nel sottolineare che le operazioni di bonifica sono inizaite, Sospiri ha anche replicato a chi parla di mancanza di fondi per realizzare il progetto. “Senza dubbio il fatto positivo in sé è la realizzazione della sede della Regione e le opere arriveranno, anzi prima che finisca la gara di progettazione della struttura, avremo la certezza dei nuovi fondi che oggi è oggetto di contrattazione tra Marsilio, la Conferenza Stato-Regione e il ministro Fitto. So che il governatore Marsilio – riferisce - ha preso un pubblico impegno sul punto”.

Quindi la questione uffici legati alla polemica sulla Via. “Non tutti gli uffici regionali verranno sistemati nella nuova sede e lo abbiamo detto sin dal primo giorno e la ragione c’è: gli uffici politici sono competenza del consiglio regionale che ha una sede di proprietà in piazza Unione, mentre nelle aree di risulta andranno gli uffici afferenti alla Regione che prima erano dislocati in viale Bovio e via Raffaello, sedi entrambi inagibili che saranno oggetto di valorizzazione”. In piazza Unione resteranno quindi i gruppi consiliari, gli uffici di presidenza e le Authority regionali sebbene, aggiunge “non escludo che in fase di progettazione non si possa trovare una sede anche per queste aree di competenza, ma è evidente che la priorità vada a chi oggi una sede non ce l’ha”. A restare nell'attuale sede saranno anche gli uffici del genio civile con invece quelli di via Passo Lanciano, Via Tiburtina, via Firenze e corso Vittorio Emanuele che saranno spostati nel nuovo edificio.

Nell'ultima seduta, quella del 30 maggio, il dibattito in consiglio comunale entrato nel vivo con anche il deposito degli emendamenti. In aula, come detto, si tornerà il 6 giugno.

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