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Giovedì, 28 Settembre 2023
Politica

Lo Statuto della Nuova Pescara torna al voto, Antonelli: "La mancata condivisione una sconfitta, ma c'è spazio per trovarla"

Il presidente del consiglio comunale di Pescara che guida l'assemblea costitutiva della nuova città, parla alla vigilia della seconda votazione del documento che alla fine, ne è certo, passerà per maggioranza al terzo voto. "Non aver trovato una sintesi non è u bel segnale, ma è a questo che si dovrà lavorare: bisogna far capire che è una fusione e non un'annessione"

Un clima meno “infuocato” di quanto immaginasse, ma all'approvazione della bozza dello Statuto per la Nuova Pescara per il presidente del consiglio comunale Marcello Antonelli che guida l'assise, non si arriverà se non alla terza votazione e cioè quella in cui basterà la maggioranza e non serviranno i 50 voti dell'aula perché ottenga il sì. Se così fosse l'approvazione ci sarà martedì 19 settembre con l'assemblea di domani, martedì 12 settembre, che porterà ancora una volta ad un nulla di fatto.

Alla fine in un modo o nell'altro il documento passerà e sarà comunque un passaggio fondamentale per arrivare alla costituzione della Nuova Pescara il primo gennaio 2027, ammesso che così si chiamerà la città che nascerà dalla fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore. Lo Statuto è infatti uno degli atti previsti dal cronoprogramma della nuova legge regionale perché si eviti il commissariamento e dunque la fusione al primo gennaio 2024, e si arrivi concordi alla nuova data stabilita. Data che non è stata esente da critiche.

Nella prima seduta che ha visto la discussione degli emendamenti respinti praticamente in toto al mittente e cioè ai consiglieri del Comune di Pescara, le difficoltà che si nascondono dietro la nascita della grande città si sono apertamente palesate. Dal “no” di Spoltore e Montesilvano al nome Pescara per la città, alle polemiche sulle giunte dei municipi tra accuse di “poltronifici” e difesa d'identità, quella svoltasi non è di fatto stata la giornata storica che ci si poteva auspicare fosse.

Nonostante le divergenze, però, la consapevolezza che la strada imboccata è una di quelle da cui non si torna indietro, stringente si fa la necessità di trovare dei punti d'incontro: quella che nascerà sarà una sola città e dunque, al di là delle singole peculiarità che ognuno vuole mantenere, dovrà per forza averne una sua di identità.

Il bilancio del lavoro sin qui svolto del presidente Antonelli, l'appello rivolto a tutti gli amministratori perché non si arrocchino sulle loro posizioni e lo sforzo richiesto al Comune di Pescara perché "con i fatti dimostri che questa è una fusione e non un'annessione"

Alla vigilia del secondo voto cui si appresta ad essere sottoposto l'atto costitutivo e cioè la bozza dello Statuto, abbiamo sentito proprio il presidente Antonelli che da una parte sottolinea come, al di là delle polemiche che ci sono state, le stesse siano state molto più contenute rispetto a quel che ci si potesse aspettare, ma anche come i mesi che verranno dovranno essere quelli in cui lavorare nella stessa direzione. Una stessa direzione che oggi non c'è.

“Le polemiche – spiega – derivano dal fatto che ci sono posizioni differenti e questo è noto. Direi che non c'è stata nessuna sorpresa e credo che così sarà anche il 12 e il 19 settembre. Sicuramente il non aver condiviso quella che è una sorta di carta costituzionale del nuovo Comune non è un bel segnale. Penso che sia una sconfitta per tutti. Ne sono profondamente convinto e credo che nessuno possa gioire del fatto che alla fine verrà approvato a maggioranza, qualunque essa sia. Il paragone potrebbe sembrare irriverente – aggiunge -, ma se i padri costituenti riuscirono a fare la sintesi di posizioni diverse in un Paese che usciva da vent'anni di dittatura e tre di guerra civile, perché questo è stato, allora non capisco perché non si debba fare tutti quanti uno sforzo per provare ad individuare soluzioni condivise”.

Insomma, che ci siano “arroccamenti” delle posizioni è innegabile e questo, aggiunge Antonelli, “sta facendo perdere di vista l'obiettivo finale”. A testimoniarlo la questione “municipi”. “Un'esigenza – prosegue il presidente – che Montesilvano e Spoltore hanno rappresentato in maniera forte come derivi dall'esigenza di tutelare i propri territori. A mio parere però ci sono altri modi per farlo a cominciare dagli investimenti come il poter individuare dentro lo Statuto misure che garantiscano ad esempio che per i primi 5 o 10 anni, i territori dovranno essere oggetto di investimenti proporzionati così che non ce ne sia uno più premiato di altri solo perché magari il governo dell'ente rappresenta maggiormente un'area geografica. Io credo che l'obiettivo lo si possa raggiungere non necessariamente attraverso le giunte municipali, perché se poi il consiglio comunale dovesse decidere di dargli poche funzioni, queste non sarebbero altro che un organo vuoto”.

Insomma si parte sì, ma non proprio come sarebbe stato auspicabile fare ed è per questo, prosegue il presidente del consiglio comunale di Pescara, che una volta che la Regione avrà ufficializzato la nascita della città nel 2027 e ci sarà la gestione associata di funzioni e servizi, il tempo che separa dalla fusione sarà “lo spazio in cui la politica dovrà calarsi per trovare una sintesi tra le varie posizioni garantendo la tutela dei territori ed evitando forme di irredentismo che sarebbero solo deleterie per il futuro di Pescara o della Nuova Pescara”. Un lasso temporale, a comunicare dai mesi che mancano dalla fine del 2023, in cui anche allo Statuto che oggi non accontenta decisamente tutti, si potrebbe rimettere mano per arrivare ad una stesura definitiva che sia sintesi capace di dare a tutti le giuste risposte.

Uno dei punti divisivi è stato proprio quel nome che la nova realtà dovrà avere: l'emendamento presentato perché fosse “Pescara” è stato ampiamente bocciato e criticato dai rappresentanti di Spoltore e Montesilvano. “Credo che alla fine – dice ancora a IlPescara Antonelli – tutti la chiameremo Pescara. L'aspetto 'Nuova' è legato esclusivamente all'esigenza di evitare che passi per un'annessione quella che deve essere una fusione. Ma anche qui la domanda è: ne facciamo una questione di immagine o di sostanza? Il nome Pescara lascerebbe presupporre una fusione per incorporazione dei due comuni più piccoli da parte del più grande, ma non è 'Nuova' che risolve. Io credo che il problema vada risolto attraverso forme di garanzia dei servizi da erogare. Nei territori più periferici non deve esserci un arretramento, ma un rafforzamento. Anche in questo caso credo si debba guardare alla sostanza”.

Uno scenario questo in cui però, ci sembra di capire, lo sforzo maggiore sembra debba farlo proprio Pescara. Suo il compito di dare certezze agli altri territori. “È così – chiosa il presidente -. Pescara deve fare uno sforzo per dimostrare con i fatti che non c'è volontà di annessione. Penso che questo sia uno sforzo obbligato in qualità di comune più grande. Dall'altra parte Spoltore e Montesilvano devono fidarsi. Questo è il grande sforzo politico che finora non è stato prodotto fino in fondo: ognuno si è innamorato della propria opinione e su questo ci siamo bloccati. Tra ottobre e novembre – e cioè quando la bozza ormai sarà stata approvata – il ragionamento andrà ripreso. Magari con un clima più autunnale – conclude con un pizzico di ironia - riusciremo anche a raffreddare gli animi e muoverci uniti verso la nascita di una città di cui tutti saremo cittadini”.

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