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Scuola, per la Uil legge di bilancio e dimensionamento saranno una mannaia per l'Abruzzo: 14 istituti rischiano di chiudere

Solo una delle criticità rilevate dal sindacato che con l'autonomia differenziata anche per l'istruzione teme il collasso del sistema scolastico regionale e nel Mezzogiorno in generale

Con la nuova legge di bilancio nazionale il sistema scolastico regionale rischia il collasso. A lanciare l'allarme sono il segretario generale della Uil Abruzzo Michele Lombardo e il segretario generale della Uil scuola Abruzzo Fabiola Ortolano.

L'alto numero dei precari, la possibilità che la scuola rientri nelle cosiddette “autonomie differenziale” e la consistenza spesso non sufficiente degli organici sono per loro le criticità maggiori. L'Abruzzo, secondo il sindacato, rischia di perdere 14 istituti scolastici dei 193 presenti portando il totale a 179. Destinato a scendere anche il numero complessivo degli alunni che al momento sono 165.000 ma che, a causa del calo delle nascite, potrebbe diventare in futuro molto più basso. Inoltre, questo l’altro allarme lanciato da Uil Abruzzo, con il passaggio del coefficiente da 600 a 900-1.000 alunni, il rischio di depauperare l’autonomia delle scuole sul territorio è veramente molto alto con le zone interne ancora una volta le più sacrificate.

“La nuova situazione contenuta nella legge di bilancio – dichiara Ortolano , ci allarma non meno delle precedenti. Se infatti il testo legislativo citato non prevede per il settore le novità tanto sperate, né tantomeno gli investimenti richiesti, il passaggio previsto all'articolo 99, 'Misure per la riforma della definizione e riorganizzazione del sistema della rete scolastica', che ridefinisce il piano di dimensionamento degli istituti scolastici presenti sul territorio nazionale, prevedendo una modifica all’articolo 19 del Decreto Legge 98/2011, comporterà una diminuzione delle autonomie scolastiche calcolata in circa 700 unità, di cui a farne le spese saranno soprattutto le regioni del Mezzogiorno, Abruzzo compreso, che da sole copriranno il 70% del taglio totale”.

Un fenomeno, questo, causato dal forte calo demografico, ma anche da una situazione frammentaria già persistente da tempo, legata alle caratteristiche geomorfologiche di alcuni territori meridionali, e dai tassi di dispersione scolastica. Se infatti la media nazionale degli studenti per istituto scolastico è di 961, molto vicina al nuovo parametro previsto che va dai 900 ai 1.000 alunni per scuola che con tali numeri può avere la sua autonomia, in Abruzzo la media si abbassa a 859. Mentre molte regioni del Nord sono già allineate a questi nuovi parametri, diversamente accade invece nelle regioni del Sud che hanno medie di alunni per scuola inferiori ai 900.

“Da sottolineare – prosegue il segretario della Uil scuola Abruzzo - che gli accorpamenti non comportano soltanto una riduzione dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi amministrativi, ma anche dei collaboratori scolastici, poiché il sistema previsto per definire l’organico assegnato ad ogni singola autonomia scolastica si basa su dei principi che riducono il personale al crescere della dimensione dell’istituto. La nuova norma prevede che la proposta per gli accorpamenti debba passare per il tavolo della conferenza delle Regioni che deve trovare un’intesa entro il 31 maggio di ogni anno, in assenza della quale deciderà entro il 30 giugno il ministero dell’Istruzione; gli accorpamenti, infine, dovranno essere disposti entro il 30 novembre già a partire da quest’anno per entrare in vigore nell’anno scolastico successivo 2024-2025”.

“Da anni la nostra regione, nel rispetto delle regole sul dimensionamento della rete scolastica, già opera nel senso di diminuzione del numero di scuole attraverso gli accorpamenti – prosegue Ortolano - sono stati già definiti per l’anno scolastico 2023-24 gli accorpamenti di due istituti comprensivi nella Provincia di Chieti, Orsogna e Tollo, e di due istituti di istruzione superiore per la provincia di Teramo, Pascal-Comi-Forti con Alessandrini”.

“A rimetterci – chiosa Lombardo - sarebbero ancora una volta le zone delle aree interne dove il basso tasso demografico, la mancanza di infrastrutture adeguate alle percorrenze, il numero elevato di plessi, le difficoltà a coprire tutte le sedi staccate con un numero sufficiente di personale, la privazione di una dirigenza che possa lavorare esclusivamente su queste già difficili realtà scolastiche, non farebbe altro che peggiorare il fenomeno già esistente di abbandono delle aree interne”.

L'auspicio della Uil Abruzzo è che si faccia un decreto capace di salvaguardare le specificità dei comuni montani, così come delle piccole isole e delle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche. Per arginare il rischio che il numero delle scuole sottodimensionate abruzzesi diventerebbe troppo elevato per permettere una riorganizzazione della rete scolastica, che possa definirsi razionale ed adeguata alla realtà su cui insiste.

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