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Riqualificazione urbana e premialità, l'assessore del Trecco pronta ad ascoltare chi teme l'urbanizzazione selvaggia della riviera

Rinviata la discussione della delibera di modifica a quella con cui è stato recepito il Decreto sviluppo che per l'esponente di maggioranza segnerà una vera rivoluzione per la città, ma c'è chi teme per gli aumenti delle cubature: ci sarà un incontro per poi arrivare all'approvazione in aula il 9 marzo

Rinviata la discussione e di conseguenza l'approvazione della delibera portata in consiglio comunale dall'assessore comunale all'urbanistica Isabella Del Trecco per consentire un confronto con chi, alla stessa, si è opposto. Parliamo delle modifiche a quella con cui nel 2017 è stato recepito il cosiddetto Decreto Sviluppo e dunque del recupero ambientale delle aree degradate e degli edifici non residenziali dismessi o in via di dismissione al fine di riqualificare il territorio e per promuovere la sua rigenerazione.

Al centro del dibattito c'è la questione premialità e in particolare quella con cui si prevede l'eliminazione delle limitazioni nell'area litoranea per 50 metri. Diversi in realtà gli aspetti del provvedimento che per l'esponente di maggioranza determineranno un vero e proprio cambio di passo nell'urbanistica della città. La premialità infatti, è prevista anche per l'eliminazione dei Piani di recupero che, sottolinea Del Trecco, “non sono più in linea con le zone degradate del piano regolatore generale”. Una delibera che nel suo complesso assicurerà, prosegue Del Trecco, “una migliore e maggiore complementarietà più semplice nelle zone miste del Prg (Piano regolatore generale), ovvero le B a destinazione residenziale e le C, che sono le aree produttive, industriali, artigianali, servizi e direzionali, al fine di consentire l’utilizzo di una legge che ha per oggetto la riqualificazione ambientale in zone di degrado o che oggi sono difficili, se non impossibili, da recuperare e rigenerare con gli strumenti normativi attualmente disponibili”. L'assessore sottolinea quindi come le zone di degrado in città non si trovino solo in periferia dove pure si sta lavorando nell'ottica di riqualificazione come avverrà, ricorda, con l'abbattimento e la ricostruzione del cosiddetto Ferro di Cavallo, ma anche in aree ben più centrale.

Per lei dunque le modifiche alla delibera con cui è stato recepito il Decreto sviluppo oltre ad eliminare il degrado consentiranno grazie all'aumento dei criteri di monetizzazione, di acquisire risorse che il Comune potrà utilizzare per riqualificare le opere pubbliche a cominciare dall'abbattimento delle barriere architettoniche.

A non convincere chi chiede modifiche alla norma è dunque proprio il discorso delle premialità che così come concepite, questa la denuncia fatta da diversi professionisti ed esponenti di associazioni del territorio la cui voce in aula è stata portata dal capogruppo comunale del Partito democratico Piero Giampietro, rischierebbero di concentrare tutti gli investimenti della riviera trasformando il lungomare in una viale di palazzoni altissimi a discapito della vera rigenerazione urbana di cui la città avrebbe bisogno. Quelle premialità, sostengono, andrebbero ad agire solo su “altezze e volumi ancora maggiori soprattutto sulla costa con il prevedibile effetto – scrivono in una nota congiunta - di concentrare in quell’area la trasformazione edilizia, distogliendola dalla riqualificazione urbana e gravando su un importante episodio della storia urbana di Pescara: la Riviera”. In sostanza ci si troverebbe di fronte al rischio di una “selvaggia” urbanizzazione che porterebbe alla realizzazione di edifici alti e che “oltre a cancellare gli ultimi villini e le ultime palazzine voluti dal Piano Piccinato secondo uno schema di altezze crescenti dal mare verso l’interno, toglierebbe alla intera città il respiro delle brezze di mare che contribuiscono in modo decisivo al raffrescamento dell’aria in città”.

“Aumentare i premi di cubatura sul lungomare, eliminando la fascia di protezione introdotta nel 2017, è un grave errore per il futuro di Pescara – dichiara quindi Giampietro -. Il lungomare rischia di trasformarsi in un corridoio di palazzi alti anche otto piani che cambierebbe radicalmente la fruibilità e la prospettiva della nostra riviera. Sia perché a parità di premi di cubature e volumetrie, gli investimenti privati si concentrerebbero sul lungomare dove la redditività è altissima, rinviando molti interventi nei quartieri periferici, dove la rigenerazione del patrimonio edilizio esistente è invece più lenta e difficile. Scelte di questo tipo vanno discusse con la città, a partire dal dipartimento di architettura dell’università, dagli ordini professionali, dalle associazioni, anche per evitare errori che rischiano di essere pagati a caro prezzo. I pescaresi sanno benissimo cosa vuol dire. La partita è molto rilevante e i cittadini devono saperlo. Potenzialmente – conclude – può incidere in maniera irreversibile sulla riviera di Pescara anche per via della proposta di agevolare i cambi di destinazione d'uso”.

Da parte dell'assessore l'apertua all'ascolto c'è stata tanto è vero che la discussione è stata rinviata al 9 marzo. Un approfondimento dunque ci sarà per tornare poi in aula dove si riaprirà la discussione anche sugli emendamenti ed arrivare a definitiva approvazione.

I firmatari dell'appello con cui si è chiesto e ottenuto il rinvio della discussione sulla delibera del Decreto Sviluppo

A firmare quel documento illustrato da Giampietro e con cui è stato chiesto ed ottenuto un incontro per valutare eventuali modifiche al provvedimento sono Massimo Angrilli, vice direttore del dipartimento di architettura dell'università d'Annunzio, 
Antonio Bini
 direttore editoriale di “Abruzzo nel Mondo” e studioso del turismo e del patrimonio culturale, il presidente nazionale onorario dell'Archeoclub Italia Giulio De Collibus, il professore associato di storia moderna e contemporanea dell'università Anzo Fimiani e il professore ordinario di storia dell'architettura della stessa Ud'A oltre all'architetto e presidente della sezione di Pescara di Italia Nostra Massimo Palladini, l'ex consigliere comunale e assessore all'urbanistica Silvestro Profico, il professore associato di urbanistica presso la d'Annunzio Piero Rovigatti, la scrittrice e storica della letteratura Lucilla Sergiacomo e l'ex presidente regionale di Italia Nostra nonché Benemerito 2020 del Comune Domenico Valente.

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