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Rifondazione Comunista scrive al prefetto: "Siano pubblici gli elenchi delle aziende attive"

In una nota congiunta, il segretario nazionale Maurizio Acerbo e il segretario regionale Marco Fars intervengono sulla riapertura di oltre 1000 aziende in Abruzzo in deroga a quanto previsto dal Dpcm del 25 marzo 2020

Rifondazione Comunista scrive al prefetto chiedendo di "rendere pubblici gli elenchi delle aziende attive". In una nota congiunta, il segretario nazionale Maurizio Acerbo e il segretario regionale Marco Fars intervengono sulla riapertura di oltre 1000 aziende in Abruzzo in deroga a quanto previsto dal Dpcm del 25 marzo 2020, relativamente alle “produzioni essenziali”:

«I sindaci e le Asl - si legge - siano informati tempestivamente su ciascun territorio dei flussi e degli spostamenti delle persone per le produzioni essenziali e per le deroghe concesse. Le prefetture procedano con controlli massicci su tutte le produzioni attive. Al posto di App fantasiose per controllare chi porta a spasso il cane, della quotidiana caccia mediatica ai “passeggiatori”, sarebbe molto più utile mappare il movimento di migliaia di lavoratori che tutti i giorni sono obbligati a muoversi per garantire le esigenze vitali di noi tutti e probabilmente anche di troppe produzioni assolutamente non indispensabili».

Parlando delle misure di distanziamento sociale, Acerbo e Fars citano ad esempio il caso della Dayco di Manoppello:

«Ad oggi scarseggiano dispositivi di sicurezza per operatori sanitari e medici di base, le produzioni nazionali di Dpi non soddisfano neppure le quotidiane necessità, come si può garantire quegli stessi dispositivi a chi deve recarsi a lavoro in fabbrica?».

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