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Ricostruzione post-sisma, il centrosinistra attacca il governo: "Sostituire Legnini è una scelta di potere"

I consiglieri regionali d'opposizione criticano la decisione di rimuovere l'abruzzese dal ruolo di commissario visti i risultati raggiunti. Critiche anche dal segretario regionale e senatore Michele Fina e da Roma ad interviene anche il senatore dem Verini

Per il centrosinistra abruzzese la scelta del governo di sostituire l'abruzzese Giovanni Legnini con il senatore di Fratelli d'Italia Guido Castelli ora nuovo commissario alla ricostruzione post-sisma 2015 è “una scelta di potere”.

Una scelta “discutibile – affermano congiuntamente i consiglieri regionali del Partito democratico, del Gruppo misto, della lista Legnini presidente e di Abruzzo in Comune - perché di fatto il governo così ha scelto di rilanciare l’ente commissariale della ricostruzione, alla vigilia dell’uscita dal commissariamento a cui stava portando proprio il lavoro straordinario compiuto da Legnini in questi tre anni. Un obiettivo quasi centrato, che presto avrebbe potuto vedere riconsegnate alle municipalità azioni e scelte e che con la nomina di Guido Castelli siamo certi non si realizzerà a breve”, aggiungono Silvio Paolucci, Antonio Blasioli, Pierpaolo Pietrucci, Dino Pepe, Sandro Mariani, Americo Di Benedetto e Marianna Scoccia.

Da loro il grazie a Legnini “che con la sua competenza in questi tre anni ha saputo riattivare il dialogo istituzionale oltre ai cantieri più delicati e difficili, tanto da ricevere apprezzamenti trasversali dalle comunità e dalle varie amministrazioni, nonché dall’attuale governo, che lo ha indicato come commissario dell’emergenza a Ischia”.

“A fronte di tutto ciò – proseguono - non comprendiamo le ragioni della sua sostituzione, che se risponde a logiche politiche, di fatto sospende un processo efficace ed efficiente a favore di aree che solo oggi stanno conoscendo una vera rinascita. Un impegno che, partendo da una situazione difficile e piena di problemi, ha portato risultati concreti e tangibili anche alla luce delle maggiori possibilità arrivate con il fondo complementare del pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza) di cui è stato promotore e che renderanno di certo più facile e meno complesso il lavoro di chi oggi prenderà il suo posto, avendo a disposizione il metodo costruito da Legnini sul campo, insieme alla comunità istituzionale delle realtà distrutte, colpite e interessate dal sisma”, concludono i consiglieri di centrosinistra.

Le critiche del segretario regionale e senatore abruzzese Michele Fina

Sulla nuova nomina critico è anche il segretario regionale del Pd e senatore Michele Fina. "La scelta del governo Meloni di nominare un nuovo commissario alla ricostruzione nel Centro Italia nella persona del senatore Guido Castelli è naturalmente legittima. Sono tuttavia uno sbaglio e un enorme rischio quelli del governo che interrompono il lavoro di Giovanni Legnini, che è stato una svolta riconosciuta da più parti nei territori terremotati, come sottolineato dai significativi e ripetuti appelli dei giorni scorsi di cittadini e rappresentanti istituzionali", dichiara Fina.

"Nell’interesse delle popolazioni del cratere non possiamo quindi che augurare buon lavoro a Castelli, e auspicare che lo conduca nel migliore dei modi. La scelta di non ascoltare le voci che sono arrivate dal territorio, e di ignorare tutto il merito, i risultati di un lavoro in corso come quello di Legnini, sono comunque errori. Perché fanno ripiombare nel pericolo di un rallentamento un percorso che in passato, prima di Legnini, ha già subito uno stallo inaccettabile per i cittadini coinvolti, visto quello che avevano dovuto passare in occasione delle scosse sismiche del 2016 e del 2017".  

Quello portato avanti da Legnini, dice ancora il segretario regionale dem, è stato "un lavoro nell’interesse delle cittadine e dei cittadini e non di un partito; lo dimostrò anche la non rivendicazione politica ma il riconoscimento unanime. Perché Legnini ha rappresentato, tra le altre cose, anche la messa a disposizione di un’esperienza istituzionale figlia dell’Abruzzo che ha dovuto subire, prima del sisma 2016-17, la tragedia del 2009 per affrontare la quale anche Legnini fu determinante. Ma questo è il primo significativo regalo del governo Meloni: sordità totale e sdegnosa indifferenza alla richiesta dei territori, di tutti i territori del cratere, che non hanno meritato nemmeno un incontro o una risposta. Prima viene il suo partito e la composizione delle ambizioni interne", conclude. 

Le parole del senatore Pd Walter Verini

Da Roma ad intervenire è anche il senatore del Partito democratico Walter Verini seconco cui “il governo non ha voluto ascoltare i tantissimi sindaci, le tantissime associazioni della zona del cratere che chiedevano la conferma di Giovanni Legnini come commissario per la ricostruzione. Legnini ha lavorato bene in questi anni, in un rapporto costante con quelle comunità e ha avviato un processo di ricostruzione concreto, che si tocca con mano. Ora il governo ha compiuto una scelta politica – conclude - e ha nominato un esponente della destra che ci auguriamo faccia bene, nell'interesse delle popolazioni terremotate. Ma aver interrotto il lavoro di Giovanni Legnini è stato un grave errore”.

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