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Masci e Santilli sulla richiesta di chiudere le scuole per il Covid: "La decisione non spetta più al Comune ma alla Asl"

Il sindaco di Pescara, Carlo Masci, e il suo vice e assessore alla Pubblica Istruzione, chiariscono la posizione dell'amministrazione comunale dopo la richiesta di numerosi genitori di sospendere le attività didattiche a causa dei contagi da Coronavirus

Sono numerose le richieste pervenute al sindaco di Pescara, Carlo Masci, e al suo vice e assessore alla Pubblica Istruzione, Gianni Santilli, affinché vengano chiuse le scuole cittadine dopo sono numerosi i casi di positività al Covid-19 riscontrati dalla riapertura a oggi dopo le festività di Natale.
Per questo motivo Masci e Santilli chiariscono la situazione attuale della pandemia tra i banchi con positivi tra studenti, corpo docente e quello ausiliario.

Sindaco e vice informano la cittadinanza, come si legge in una nota dell'amministrazione comunale, che la prefettura si è espressa ribadendo che l’articolo 16 del decreto legge 24 dicembre 2021 numero 221 proroga fino al 31 marzo le disposizioni ex decreto legge 6 agosto 2021 numero 111 e «non solo limita il potere di ordinanza dei sindaci alla sola zona rossa, ma lo subordina al parere delle competenti autorità sanitarie». Questo, peraltro, «in relazione a circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta all’insorgenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus nella popolazione scolastica, nonché al rispetto dei princìpi di adeguatezza e proporzionalità».

In riferimento all’«attività scolastica e potere di ordinanza dei sindaci», oggetto della nota a firma del prefetto Giancarlo Di Vincenzo, «il decreto legge numero 11 del gennaio 2022, nel far seguito alla previgente disciplina, con particolare riferimento alla situazione scolastica, ha fornito ulteriori indicazioni analitiche e di dettaglio per fronteggiare l’emergenza legata al Covid-19, con la conseguenza che non residua spazio per disciplinare diversamente, se non nei casi espressamente previsti dalla normativa primaria, l’attività scolastica in stato di emergenza sanitaria».
In sostanza solo le autorità sanitarie, ovvero la Asl, possono richiedere la sospensione delle attività didattiche con conseguente chiusura delle scuole al Comune per un problema di focolaio Covid e rischio di esplosione dei contagi. 

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