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Via alla raccolta firme per il referendum sulla sede della Regione nell'area di risulta, Costantini (Azione): "Servono spazi non cemento"

Entra nel vivo l'iniziativa promossa dal consigliere comunale che ha incassato il sì del collegio dei garanti del Comune: "Pescara ha così tanto cemento che per i progetti del pnrr si scelgono i giardini condominiali: è ora di ragionare nell'ottica della nuova città che nascerà con la fusione con Spoltore e Montesilvano"

C'è il sì del collegio dei garanti del Comune di Pescara e dunque il referendum per far sì che siano i cittadini a dire se vogliono o no la sede unica della Regione nell'area di risulta inizia a prendere corpo: si parte con la raccolta firme. 

A promuoverlo è il consigliere comunale di Azione Carlo Costantini che sabato 18 marzo alla presenza di tutti coloro che sostengono l'iniziativa e cioè comitati, cittadini, ma anche altri consiglieri comunali, illustrerà i dettagli delle azioni future che si intendono mettere in campo per far sì che alle urne ci si arrivi oltre che per discutere, spiega a IlPescara, delle alternative sul dove il nuovo palazzo dovrebbe sorgere. 

L'annuncio di voler promuovere il referendum Costantini, che fu anche il promotore di quello con cui si è decretata la nascita della Nuova Pescara verso la quale, sottolinea, “è il momento di guardare”, lo aveva fatto a novembre. Con il sì del collegio l'iniziativa entra nel vivo e lo fa quindi proprio nell'ottica della nuova città.

La scelta di costruirlo nell'area di risulta è per lui infausta sia perché non guarderebbe alla nuova grande città, sia perché “Pescara è una delle prime città in Italia in termini di densità abitativa. Abbiamo un problema drammatico di spazi tant'è che le opere del pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza) proponiamo di farle nei giardini condominiali”, aggiunge con un certo sarcasmo riferendosi alle battaglie che portano avanti sia i residenti di via della Fornace Bizzarri che la prima l'hanno vinta davanti al Tar (Tribunale amministrativo regionale) che quelli di via 8 marzo che in un comitato dovrebbero costituirsi a breve. Il problema di Pescara – conclude – non è quello di riempirla di altro cemento, ma il contrario e di farlo nell'ottica di una città nuova. Si tratta di ragionare sulle scelte che riguardano il futuro”.

Questi i quesiti proposti per il referendum e annunciati a novembre:

  1. Volete che vengano revocati la deliberazione di giunta comunale numero 787 del 20 settembre 2022 e il relativo protocollo di intesa sottoscritto dal sindaco di Pescara e dal presidente della Regione Abruzzo, con il quale il Comune di Pescara e la Regione Abruzzo hanno stabilito che la nuova sede regionale troverà collocazione all'interno delle aree di risulta. Precisamente che nella porzione posta in adiacenza a corso Vittorio Emanuele II e prospiciente la stazione centrale, il capolinea degli autobus e via Piave, avente l'estensione di circa 10mila metri quadrati?
  2. Volete che la collocazione della nuova sede regionale venga decisa sulla base di una valutazione che tenga conto dell'intero territorio del Comune di Nuova Pescara, come istituito per effetto della legge regionale 26 del 2018 e della fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore?

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