Il raddoppio ferroviario Pescara-Roma si farà, ma non con i fondi pnrr: scoppia la polemica
Fondi di sviluppo e coesione per finanziare l'imponente infrastruttura e se per il centrodestra resta un successo cui nessuno era riuscito ad arrivare, per le opposizioni (Pd e M5s) si sono perse risorse importanti che non torneranno
Il Movimento 5 Stelle: "Il centrodestra cala la maschera e fa perdere 620 milioni all'Abruzzo"
“Il centrodestra cala la maschera e toglie all’Abruzzo circa 620 milioni di euro, che insieme al presidente Conte avevamo fatto stanziare per la realizzazione dell’opera, per destinarli a vantaggio di altre regioni”, commentano il consigliere regionale M5s Giorgio Fedele e la senatrice del Movimento Gabriella Di Girolamo. “Marsilio ha dimostrato ancora una volta di essere il luogotenente della Meloni in Abruzzo, piuttosto che un presidente che ha come priorità quella di difendere gli interessi del territorio e di chi lo abita”, chiosano i due definendo “di facciata” l'incontro organizzato ad Avezzano proprio dalla regionealla presenza del viceministro alle Infrastrutture, del commissario straordinario per il raddoppio ferroviario e dei vertici Rfi. “Laa notizia – incalzano – è che quei fondi in Abruzzo non arriveranno” e questa, continuano, “è un'enorme perdita per la nostra regione e soprattutto un grave danno per le aree interne, che rimangono sempre più isolate e abbandonate a se stesse”.
D'Alfonso (Pd): "Perso un prezioso salvadanaio per la 'balbuzie' della Regione"
Diverse le voci che si sono sollevate dalle fila del Partito democratico a cominciare da quella del deputato Luciano D'Alfonso che più e più volte è intervenuto criticamente sul tema. “I presidenti Conte, Draghi e Meloni sono parte lesa in questa vicenda che ha visto, al solito, Marsilio occuparsi di questa come di altre infrastrutture come fosse un estraneo, ovvero come un casuale convinto che le cose si realizzano da sole, con un meccanismo automatico che fa seguito alle conferenze stampa”, esordisce. “Egli pensava di poter fare la mosca, cioè di assistere da lontano con estraneità al farsi del cantiere per rivendicare alla fine i meriti. Poi – aggiunge - si è accorto che il cantiere non nasce da solo, che il progetto è impreciso, che i territori sono delusi e che fare un’opera ferroviaria richiede il coinvolgimento e la dedizione, cioè il mettersi dentro a fare e ad assumere impegni. Tutto questo non c’è stato in questi oltre 57 mesi”.
Le risorse pnrr, ricorda, le hanno stanziate Conte e Draghi per il raddoppio ferroviario creando anche, sottolinea, “poteri straordinari” e “norme dedicate per fare in modo che tutti i pareri fossero su misura per un progetto di qualità. L’errore è stato nella balbuzie della Regione che doveva rivendicare le competenze dell’articolo 117 della Costituzione per stabilire il tracciato condiviso proprio per la realizzazione dell’opera e, invece, non ci ha messo una nota”.Per lui dunque non è una giustificazione dire che si farà, ma con altri fondi e cioè con quelli di coesione e sviluppo “perché noi avevamo due salvadanai che dovevano essere usati entrambi per le ragioni degli abruzzesi. Ora, a differenza di altre regioni, ne abbiamo perso uno e per la ferrovia si dovrebbe attingere all'altro, che invece doveva permettere la soluzione di altri problemi dell'Abruzzo. La verità è che abbiamo subito una perdita secca di ingenti risorse che non torneranno”, conclude.
Fina (Pd): "Una sconfitta mascherata da propaganda e grandi parate"
Anche per il senatore Pd Michele Fina quella della Regione “è una sconfitta” mascherata con “grandi parate e propaganda”. “I fatti – afferma – sono incontrovertibili e oggi il fatto è che i finanziamenti per il progetto di velocizzazione della ferrovia Roma-Pescara sono fuori dal pano nazionale di ripresa e resilienza”. Tutto il resto sono solo “storie, teorie” anche perché, tiene a precisare, partire con il pnrr avrebbe significato dover rispettare tempi certi per arrivare alla realizzazione dell'infrastruttura.
La replica del senatore Fdi Etelwardo Sigismondi
A replicare alle critiche è il senatore abruzzese di Fratelli d'Italia e capogruppo dell'VIII commissione Lavori pubblici Etelwardo Sigismondi.
“Ho la netta impressione che mentre il centrodestra, dal governo nazionale a quello regionale, sta lavorando per la realizzazione della velocizzazione della tratta ferroviaria Pescara-Roma, nel centrosinistra, nascondendosi dietro un apparente allarmismo sulle coperture finanziarie, siano in molti a tifare contro il compimento dell'opera, dimostrando la solita allergia alla concretizzazione delle infrastrutture”, afferma.
“Purtroppo per loro non – precisa - c’è nessuna rinuncia all’opera da parte del governo nazionale che considera la velocizzazione della Pescara-Roma una priorità, come ribadito nell’importante incontro di lunedì scorso ad Avezzano, organizzato dal presidente Marsilio, e in queste ore sia dal ministro alle infrastrutture Salvini che dal il viceministro Bignami. Il lungo iter autorizzativo ha reso necessario rimodulare la forma di finanziamento che, come evidenziato dallo stesso viceministro Bignami, troverà copertura con fondi diversi dal pnrr. Dunque il progetto di velocizzazione va avanti”.
Un successo dunque per lui dato che l'opera “considerata per anni irrealizzabile, ha trovato materialità solo grazie all’incisività del presidente Marco Marsilio: nel marzo 2020, ad un solo anno dal suo insediamento, è avvenuta la sottoscrizione del protocollo d’intesa tra il ministero dei Trasporti, la Regione Abruzzo e la Regione Lazio e successivamente, grazie all’inserimento del consequenziale tavolo tecnico di lavoro si è giunti a individuare il fabbisogno finanziario per l’opera”.
“I parlamentari del Pd – prosegue replicando a Fina e D'Alfonso -, che cercano maliziosamente di attribuire responsabilità alla Regione Abruzzo, farebbero bene a fare mea culpa per i ritardi con il quali il loro governo nazionale ha nominato l’attuale commissario straordinario e per l’atteggiamento dei loro amministratori locali che per bloccare l’opera non hanno esitato a ricorrere al Tar. Potremmo, inoltre, elencare le criticità lasciate dal centrosinistra sia nella predisposizione che nella gestione del pnrr a che hanno indotto il governo Meloni e il ministro competente alla revisione del Piano. Appare, quindi, sterile e priva di fondamenti la polemica politica inscenata del centrosinistra. Il lavoro del governo Meloni, della giunta Marsilio e dei parlamentari abruzzesi di Fratelli d’Italia è concentrato sul raggiungimento degli obiettivi del pnrr, assicurando che tutte le opere originariamente previste trovino realizzazione ad iniziare ovviamente - conclude dalla Pescara-Roma”.
Le rassicurazioni del Mit
Che dunque l'opera si farà è certo e lo ha sottolineato anche il ministero come riportato dall'agenzia Ansa laddove ha affermato che “nella sostanza, quindi, per i cittadini che attendono l'opera non ci saranno cambiamenti”. “La scelta di rimodulare i finanziamenti è figlia della situazione ereditata dall'attuale governo, in carica da circa nove mesi. In particolare: gli interventi della Roma-Pescara lotti 1 e 2 Scafa-Manoppello e Manoppello-Interporto stanno risentendo del ritardo dell'iter che doveva concludersi entro giugno 2022 con avvio gara ad agosto 2022 e aggiudicazione a febbraio 2023. Si ricorda che l'attuale governo è in carica dall'ottobre 2022. La proposta di rimodulazione dei finanziamenti pnrr ha tenuto conto di quanto sopra in via cautelativa”.
Quello su cui si discute è proprio sulla tipologia di fondi che verranno utilizzati, sui tempi di realizzazione e sul fatto che per il centrosinistra comunque sia questa rimodulazione rappresenterebbe una perdita per il territorio, mentre per il centrodestra ci si trova comunque davanti ad un successo dati che i ritardi non sarebbero stati determinati da loro, ma dall'iter stesso.