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Protesta dei trattori: chiesto consiglio regionale straordinario per le vasche di laminazione sul fiume Pescara

Per il M5S "si creeranno danni irreparabili alle imprese agricole e ai proprietari terrieri delle zone interessate, rischiando di aumentare sia l'erosione a monte che la velocità dell'onda di piena a valle"

E' stata presentata questa mattina dal M5S la richiesta di un consiglio regionale straordinario per affrontare il tema delle vasche di laminazione per il Fiume Pescara proposta dalla Giunta D’Alfonso. Questa mattina i trattori di molti cittadini che abitano, o lavorano, nei pressi delle zone interessate dall'opera hanno sfilato pacificamente per contestare l'opera presentata dalla Giunta D'Alfonso per le vasche di laminazione, che dovrebbero contenere la piena del fiume Pescara.

Il M5S appoggia questa protesta “perché riteniamo che ci siano altre soluzioni ecosostenibili che potrebbero trasformare il problema delle piene in opportunità per il nostro territorio. Già lo scorso luglio”, spiega Sara Marcozzi, capogruppo regione Abruzzo, “abbiamo evidenziato le criticità di quest'opera inutile e dannosa, che comporterà colate di cemento selvagge e non risolverà il problema delle piene del fiume. Tutti questi elementi sono stati convalidati da numerosi esperti del settore che hanno visto nella nostra analisi giuste argomentazioni e valide proposte. Inoltre sottolineamo anche all'oneroso costo di ben 54 milioni di euro, oltre agli ulteriori costi di manutenzione”.

Una posizione chiara, quella del M5S, che nel richiedere il consiglio regionale straordinario ha sottolineato come “l’approvazione di questo progetto creerà danni irreparabili alle imprese agricole e ai proprietari terrieri delle zone interessate rendendo inutilizzabile una vasta area di fertile terreno alluvionale, rischiando di aumentare sia l’erosione a monte che la velocità dell’onda di piena a valle a causa degli interventi che renderanno più rettilineo il corso del fiume”.

Le vasche, infatti, verranno realizzate su terreni la cui falda acquifera è già molto superficiale in condizioni normali (circa 2,5 m di profondità), con il fiume in piena la falda si alzerà rendendo ancora meno efficienti le stesse.

“Avevamo denunciato queste ed altre criticità in una conferenza stampa con il collega Pettinari già lo scorso luglio” ricorda Sara Marcozzi “ma l'ottusità di questo Governo regionale non permise di tenere in considerazione la nostre rimostranze e la nostra proposta alternativa”.

Il M5S, infatti, con la stessa cifra prevista per questa ennesima grande opera devastante per il territorio ha proposto tutt’altro tipo di intervento: “Un’opera di ingegneria naturalistica” spiegano Marcozzi e Domenico Pettinari “che prevede la realizzazione di 1000 piccoli laghi, diffusi sull’intero bacino idrografico del Fiume Aterno-Pescara che contengano l’acqua durante gli eventi atmosferici di eccezionale portata.

“Abbiamo calcolato che con quei soldi si potrebbero realizzare fino a 1000 laghetti collinari, per risolvere il problema ne servirebbero molti meno con una capacità di raccolta circa 8 volte superiore a quella delle vasche di laminazione previste nel progetto della Giunta-D’Alfonso e con una capacità di assorbimento della portata in caso di piena fino al 70%”.

I vantaggi di questo progetto rispetto a quello proposto dalla regione sono davvero numerosi. Innanzitutto verrebbero utilizzati terreni marginali, i fossi appunto, non pianure, come vorrebbe il progetto messo in cantiere dal Presidente D’Alfonso, tra le più fertili della nostra regione. Tutti questi piccoli invasi diventerebbero delle vasche di fitodepurazione naturali, in quanto l’acqua proveniente dai terreni agricoli verrebbe raccolta in questi laghetti e depurata dalla vegetazione, a tutto vantaggio del fiume e del mare, entrando a far parte di un progetto organico per il ripristino della qualità delle nostre acque di balneazione.

Le aziende agricole e i coltivatori privati avrebbero a disposizione acqua per l’irrigazione tutto l’anno, inoltre, i laghetti dalle dimensioni più importanti potrebbero essere usati per altri scopi, dalla pesca sportiva ad altri sport acquatici, allevamento di pesci, realizzazione di parchi lacustri a scopo ricreativo e naturalistico e molto altro ancora, creando diverse centinaia di nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato. Infine, la realizzazione dei piccoli laghi,  favorirebbe un incremento della biodiversità tanto minacciata dalle attività umane, con ricadute positive su tutti gli ecosistemi circostanti, compresi quelli agricoli, migliorando il microclima, soprattutto nei periodi di ondate di caldo eccezionali con una mitigazione del calore estremo sulle coltivazioni a cui abbiamo assistito più volte negli ultimi anni e che tutti gli studi climatologici prevedono in aumento nei prossimi anni.

“Insomma, vogliamo trasformare quello che ora è un problema, l’acqua delle precipitazioni eccezionali, in una risorsa diffusa su tutto il territorio, a vantaggio dell’intera comunità. In piena coerenza con i principi e il programma con cui il M5S si è presentato alle elezioni regionali, green economy, difesa e valorizzazione del territorio, parchi e infrastrutture leggere restano la visione di un governo del M5S, contrariamente al Partito Democratico che si propose agli elettori allo slogan Abruzzo Regione Verde e che oggi investe centinaia di milioni di euro di fondi europei nel cemento e neanche un euro sulla promozione dei parchi”, concludono Marcozzi e Pettinari.

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