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Pronto soccorso, Albani "dà i numeri": solo per covid, in due anni, oltre 9mila accessi

Consiglio comunale straordinario: la giunta Masci approva gli ordini del giorno, la Asl difende il lavoro fatto e presenta le nuove azioni, dalla Sclocco (pd) l'affondo: "Dov'è la Verì?"

Con 17 voti favorevoli passano i due ordini del giorno con cui i gruppi consiliari di centrosinistra e centrodestra del Comune di Pescara impegnano la giunta Masci a farsi parti attiva nel rapporto con Asl e Regione, perché si risolvano le criticità riscontrate nel pronto soccorso di Pescara, a cominciare dal sovraffollamento, le conseguenti lunghe attese e la difficoltà dei parenti nell'avere notizie dei loro cari. E' l'esito del consiglio straordinario tenutosi oggi e chiesto dai gruppi di centrosinista che, però, non ha fatto mancare polemiche soprattutto dalla consigliera pd Marinella Sclocco che ha lamentato l'assenza dell'assessore regionale alla sanità Nicoletta Verì cui avrebbe voluto fare domande sulla rete ospedaliera e la programmazione della sanità regionale. Criticità sollevata anche dal vicepresidente del consiglio regionale Domenico Pettinari (m5s), presente in aula, e di cui portavoce si è fatto lo stesso sindaco. A fare il punto sulle problematiche rilevate sono stati, per la Asl, il direttore generale Vincenzo Ciamponi, il direttore sanitario aziendale Antonio Caponetti e, tra gli altri, anche il primario della Asl di Pescara Antonio Albani che, numeri alla mano, ha difeso il lavoro fatto a fronte di una mole di accessi che la pandemia ha fatto crescere in modo esponenziale. Tra il primo febbraio 2020 e il 27 febbraio 2022, infatti, i pazienti covid entrati nella struttura pescarese sono stati 9.230, i ricoverati 4.262, i dimessi 3.951 e i trasferiti 426. Un pronto soccorso quello di Pescara, che, tolti i numeri impressionanti del 2020, ha registrato nel 2019 circa 90mila accessi e circa 86.500 nel 2021, a fronte dei 7.551 del 2019 a Chieti e Teramo e i 5.980 che i due hanno registrato nel 2021. Tra covid e non, le persone da gestire nel presidio pescarese sono mediamente un centinaio ed è per questo, ha sottolineato Albani, che proprio per tenere informati i parenti è stato attivato un centralino ad hoc dato che la legge nazionale non prevede anche il loro accesso. Per lui attaccare la gestione del pronto soccorso, dunque, è inconcepibile dato che, ha sottolineato, chi ci lavora si è trovato non solo a gestire l'emergenza urgenza, ma anche a mettere su un reparto covid vero e proprio e fare accettazione, dovendosi dunque dividere in più ruoli e cercando comunque di ridurre al minimo i disagi. “Io oggi sono qui a difendere Stalingrado, perché se cade Stalingrado, cade tutto l'ospedale”. Albani e i vertici Asl presenti hanno quindi ribadito come la pandemia abbia non poco influito sulle difficoltà che pur ci sono state, ma in un pronto soccorso aperto solo da sette mesi e atteso da vent'anni. E di tempo da perdere, perché fosse attivato, non ce n'era più. Il problema del reperire medici, hanno detto tutti, è nazionale, ma due bandi qui si sono fatti. Il primo porterà all'assunzione di quattro medici, uno dei quali già in forze e un altro che arriverà a marzo. Ma trovarli non è semplice, dato che gli incentivi ad un ruolo di così grande responsabilità sono anche pochi. Proprio di oggi, tra l'altro, la notizia della possibilità di assumere medici stranieri. I tagli fatti nell'ultimo decennio ai posti letto non hanno di certo aiutato, ha sottolineato Caponetti, ma anche su questo la Asl sta cercando di trovare soluzioni a cominciare dall'assunzione di un bad manager che si occupi proprio del problema. Per le Case di Comunità previste dal pnrr ci vorranno almeno un paio d'anni per cui si lavora a delle convenzioni per recuperare altri 30-40 posti letto dai privati, oltre all'aggiunta di altri 20 posti letto di lungodegenza nel presidio di Penne e l'aumento a 40 nella rsa di Tocco da Casauria. Insomma l'impegno c'è, hanno ribadito i vertici Asl rivendicando quanto fatto e quanto si sta facendo, e se problemi organizzativi ci sono “faccio autocritica – ha detto Ciamponi – se c'è qualcosa da migliorare, la miglioreremo e per alcune cose le soluzioni le abbiamo”.

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