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Area di risulta, il M5S attacca Masci: “Il centro della città in mano ai privati, il tradimento è compiuto”

I consiglieri comunali pentastellati: "Tutte le contraddizioni di un centrodestra che rinnega ogni promessa elettorale"

«Il centro della città in mano ai privati, il tradimento è compiuto».
A dirlo sono i consiglieri comunali del Movimennto 5 Stelle che attaccano il sindaco Carlo Masci in merito al progetto di riqualificazione dell'area di risulta.

«La città di Pescara pensava di aver scampato il pericolo di una vera e propria svendita dell’area di risulta, ma l’elezione di Carlo Masci», sostengono Erika Alessandrini, Paolo Sola, Massimo Di Renzo e Giampiero Lettere, «ha soltanto ritardato la consegna del centro cittadino nelle mani di un privato, scenario su cui i pescaresi avevano già urlato forte e chiaro la loro contrarietà, con oltre 4500 osservazioni presentate nel 2019 da residenti, commercianti e cittadini. E invece oggi, sconfessando ogni promessa elettorale e tutte le successive garanzie di modifica, Carlo Masci tradisce i suoi elettori e una città intera con il più vergognoso dei voltafaccia».

Con l’ultimo consiglio comunale dello scorso 7 giugno e l’inserimento del progetto all’interno del Dup (documento unico di programmazione), si è concretizzato l’ultimo passaggio consiliare prima della pubblicazione del bando di gara europeo, previsto già nei prossimi giorni. Un’operazione che svilupperà un giro d’affari di 152 milioni di euro per la gestione di 11 ettari, 980 stalli del quadrilatero centrale della città e le cubature commerciali e residenziali previste dal progetto.

«Un’intera campagna elettorale incentrata sul “no” alla cementificazione dell’area di risulta sconfessata», aggiungono Alessandrini e Sola, «pur di avere una targa con il proprio nome su una grande opera che, in realtà, farà le fortune di un privato sulle spalle dei cittadini pescaresi. Quei cittadini che vedranno triplicati i prezzi giornalieri dei parcheggi (da 2,50€ a 7,50€) e degli abbonamenti mensili (da 38€ a 95€), da parte di chi in consiglio comunale 3 anni fa urlava definendoli insostenibili. Gli stessi che avevano promesso ai pescaresi di bloccare l’intera operazione una volta preso il governo della città, e che invece oggi senza vergogna esultano per aver approvato loro stessi la proposta del centrosinistra con qualche differenza di dettaglio. Senza risolvere peraltro la questione dei mancati introiti di 1 milione e 800 mila euro all’anno (per un totale di 32 milioni e 400 mila euro complessivi) che il Comune incassa dalla gestione degli stalli in centro».

Questo quanto dicono ancora Di Renzo e Lettere: «Erano tanti i consiglieri, allora di minoranza, che gridavano alla privatizzazione davanti al rischio di una gestione ventennale e oggi esultano perché la stessa sarà di 18 anni. Vincenzo D’Incecco, Marcello Antonelli, Alfredo Cremonese, Massimo Pastore, Fabrizio Rapposelli, Eugenio Seccia, Luigi Albore Mascia e lo stesso Carlo Masci, parlavano di una sicurezza impossibile da garantire in una zona così ampia, e non cambia nulla in termini di estensione dell’area verde. Raccontavano dell’esigenza di più edifici a vocazione culturale, e ora rispondono con una pista da sci artificiale al centro della città, ennesimo motivo di ilarità collettiva. Ilarità che però lascia presto il posto alla rabbia, per uno sperpero di denaro pubblico e privato alle spalle dei cittadini, ingannati e raggirati pur di potersi intestare un’opera che lascerà una profonda ferita al centro della città».

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