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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

La denuncia del consigliere comunale Pignoli: "La Asl manda a casa 130 lavoratori per fine contratto"

Il capogruppo dell'Udc in consiglio comunale segnala la situazione di 130 operatori socio sanitari ai quali non verrà rinnovato il contratto a tempo determinato

«La Asl di Pescara rimanda a casa 130 lavoratori».
È quanto denuncia il consigliere comunale Massimiliano Pignoli, capogruppo dell'Udc.

«Si prospetta un bel 1 maggio, festa del Lavoro, per oltre 130 lavoratori a tempo determinato che come Oss prestano la loro opera attraverso l’azienda di lavoro interinale Manpower, al Covid Hospital», scrive Pignoli, «e che non si sono visti recapitare dalla Asl di Pescara l’avviso di chiusura del rapporto di lavoro».

Pignoli chiede l’intervento delle autorità preposte a risolvere un problema molto grave e che creerebbe non pochi problemi alla struttura che è all’avanguardia per la cura del Covid 19. «Parliamo di 130 persone che resteranno senza lavoro e 130 famiglie senza un fondamentale sostentamento economico», aggiunge Pignoli, «e questo perché non si è pensato a suo tempo di intervenire per prolungare questi contratti. E ora c’è il rischio concreto che 130 famiglie che si reggono sul lavoro di queste persone, rischiano di finire in mezzo alla strada. Per questo già domani chiederò l’intervento del sindaco di Pescara quale presidente del comitato ristretto dei sindaci della Asl affinché convochi immediatamente un tavolo con la Regione e l’azienda sanitaria locale. Occorre in qualche modo evitare che queste persone restino senza lavoro, senza contare che invece per gli stessi lavoratori che però operano al pronto soccorso, è stata stabilita una proroga di un mese, decisione discriminatoria nei confronti dei colleghi che operano al Covid Hospital. Parliamo di persone che per un anno hanno contribuito con un grande lavoro spesso oscuro permesso di gestire questa emergenza e che dopo essere stati elogiati per il grande lavoro svolto con abnegazione e professionalità, oggi rischiano di finire per strada. Oggi chi di dovere deve prendersi la responsabilità di tutto questo e far sì che si intervenga immediatamente per prolungare questi rapporti di lavoro. Regione e Asl non possono inermi di fronte ad una situazione che da una parte rischia di creare 130 nuovi disoccupati con tutte le conseguenze del caso e dall’altra di privare il Covid Hospital del lavoro prezioso di questi operatori socio sanitari. Mandare a casa questi ragazzi con un avviso a tempo determinato con una selezione a dir poco imbarazzante, non credo sia giusto perché credo anzi sarebbe il caso invece che a questi che è giusto definire eroi, venga riconosciuto il giusto merito per il lavoro fatto».

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