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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Si inasprisce lo scontro sul piano di risanamento acustico, Pagnanelli (Pd) chiede le dimissioni dell'assessore Cremonese

Un attacco frontale e dal centrodestra c'è chi dubbi sul documento li esprime, ma difficile immaginare saranno sufficienti a sfaldare la maggioranza. Sul problema "rumore" il dibattito si accende: per le opposizioni tutto punta a far andar via gli esercenti da piazza Muzii

“L'assessore Cremonese si è svegliato, ma vorremmo sentirlo parlare in aula altrimenti rimettesse la delega al commercio una volta per tutte. Non è possibile mantenere la delega facendo decidere tutto al consigliere e capogruppo della Lega capitanata da Vincenzo D'Incecco e dal sindaco. Mi auguro che il presidente Rapposelli che ha preso una posizione forte si distingua. Qui ne va dell'economia: tra qualche mese potrebbero chiudere tutti quanti e non pensate che piazza Muzii diventerà la nuova zona del passeggio mattutino delle boutique perché le boutique stanno chiudendo”.

L'attacco all'assessore al commercio Alfredo Cremonese è del consigliere comunale del Partito democratico Francesco Pagnanelli che chiede al primo di prendere una posizione chiara sul contestato piano di risanamento acustico assicurandosi gli applausi degli esercenti presenti e anche l'appoggio del presidente della commissione commercio Fabrizio Rapposelli che si chiede, afferma intervenendo, se quella richiesta di dimissioni non possa avere davvero un fondamento. Un dubbio che però non sarebbe sufficiente ha ribattuto Pagnanelli, a far sì che chi pone dubbi voti contro il piano. Cosa questa che si saprà in realtà solo quando si arriverà al voto. Parole su cui a rispondere è stata la consigliera comunale Zaira Zamparelli (Fratelli d'Italia) che ha difeso l'operato di Cremonese nonché gli emendamenti che il partito porterà in aula per tentare di rendere quel piano che anche lei non nasconde essere non proprio di suo gusto, capace di bilanciare le esigenze di residenti ed esercenti.

Le ragioni del "no" al piano delle opposizioni e la mancanza di reali soluzioni denunciata

Tanti hanno preso la parola ad inizio seduta per spiegare le ragioni del “no” al piano arrivando a chiedere per voce del consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Massimo Di Renzo, di fermare di nuovo tutto per fare  nuovi controlli visto che quelli dell'Arta in piazza Muzii dato che quelli su cui si è costruito il piano risalgono al 2017 e il 2021. Proprio il “rumore” diventa l'oggetto dello scontro perché per le opposizioni nessuna reale soluzione a quello antropico arriverà dal piano la cui unica conseguenza sarebbe quella, hanno denunciato in coro, di veder chiudere le attività che ci sono. "Noi oi dobbiamo incentivare lo sviluppo economico che dia posti di lavoro e la possibilità ai ragazzi di incontrarsi”, ha detto ancora Pagnanelli parlando di un "malamministrare” che non accontenterebbe nessuno: né esercenti né residenti. 

Proprio il rumore “antropico” diventa l'oggetto dello scontro dietro il quale per chi dice “no” e chiede il ritiro del piano, ci sarebbe in realtà la scelta di azzerare la zona della movida del centro città e a dimostrarlo sarebbero le tabelle dei decibel portate in aula dalla capogruppo M5s Erika Alessandrini: a superare i 65 decibel sarebbe, ha detto, anche il semplice parlare tra due persone che passeggiano a distanza di un metro.

La delibera tra l'altro, ha aggiunto il consigliere del Pd Giovanni Di Iacovo, si fonda su una “urgenza” che oggi non ci sarebbe più perché nella zona le cose sarebbero molto cambiate come rileverebbe anche lo studio commissionato dagli stessi esercenti le cui rilevazioni risalgono a novembre 2022. Dati che dimostrerebbero proprio quanto sostenuto dalla Alessandrini con quest'ultima che ha chiesto all'amministrazione di prendersi “la responsabilità” delle scelte fatte dato che piazza Muzii è stata prima riqualificata e poi consentito agli addetti ai lavori di aprirci i locali. Cosa avvenuto, ha sottolineato, anche in questi ultimi quattro anni e mezzo e cioè quando alla guida c'era già la giunta Masci. Una giunta “irresponsabile”, o meglio che responsabilità  non se le prende facendole ricadere direttamente sugli esercenti perché allora il piano, ha aggiunto, dovrebbe prevedere misure restrittive anche per Attiva che in piena notte si reca in zona per le ordinarie pulizie.

Se per il capogruppo del Pd Piero Giampietro è una “delibera della paura e cioè di una città che ha paura di sé stessa” dietro cui si nasconderebbe l'inganno di far tornare nell'area tolti i locali, i negozi senza dimenticare che ricadute il piano le avrà su tutto il territorio comunale, per la collega di partito Stefania Catalano si tratterebbe addirittura di “un atto punitivo nei confronti degli esercenti” perché nessun intervento sarebbe previsto per risolvere il problema alla base. Dell'importanza della socialità ha parlato anche la consigliera Marinella Sclocco (Sclocco sindaco) così come il consigliere Marco Presutti (Pd) ha ribadito che se oggi locali ci sono nel cosiddetto “quadrilatero della movida” è per le scelte fatte dall'ex giunta guidata dall'allora sindaco Luigi Albore Mascia. Per il consigliere Paolo Sola (M5s) si sta cercando di allontanare la gente dalla zona una cosa che quando avverrà, per Di Iacovo, riporterà solo altri problemi e nuovo degrado in una zona riqualificata e che quel degrado era stata capace di allontanarlo. 

Di qui la richiesta di sospensiva per poter ripetere le rilevazioni. Proposta respinta al mittente con il piano che domani tornerà in aula con l'inizio della discussione dei 138 emendamenti presentati e che difficilmente potranno soddisfare le associazioni di categoria presenti in aula e che di soluzione continuano a vederne solo una: il ritiro della delibera. 

Così però, lo ha ribadito il sindaco, non sarà.

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