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Venerdì, 29 Marzo 2024
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L'allarme di Pettinari (M5s): "I casi Brioni e Riello potrebbero essere l'inizio di una crisi senza precedenti"

Il vice presidente del consiglio regionale porta in aula le vertenze delle due aziende di Penne e Villanova di Cepagatti

«Riello e Brioni potrebbero essere l'inizio di una crisi senza precendenti».
A lanciare il monito il vice presidente del consiglio regionale, Domenico Pettinari del Movimento 5 Stelle. 

«L’Abruzzo», dice l'esponente pentastellato, «sta affrontando giorni difficili per l’occupazione. I casi Riello Spa e Brioni sono un campanello d’allarme per quella che potrebbe diventare una grave e diffusa crisi economica per la nostra regione. Per questo ho deciso di portare il caso anche in consiglio regionale: dopo le numerose lettere inviate agli uffici competenti credo che questo tema debba essere discusso nella massima assemblea abruzzese e che chi è alla guida di Regione Abruzzo debba relazionare all’aula, mettendo nero su bianco quali provvedimenti urgenti intende adottare per contrastare la crisi del comparto economico e produttivo che sta investendo pesantemente l’Abruzzo e quali soluzioni intende mettere in campo nei tavoli di crisi aziendale inerenti le aziende Riello e Brioni, per mantenere in attività i siti produttivi, a tutela dei livelli occupazionali».

Poi Pettinari ricorda: «L’azienda Riello Spa, del gruppo di società Carrier Global Corporation, ha deciso di chiudere la sede di Villanova di Cepagatti, spostando le attività dello stabilimento verso gli impianti di Legnano, Volpago del Montello in Italia e Torun in Polonia. Avviando le procedure per il licenziamento collettivo di 71 lavoratori e il trasferimento di 19 addetti alla ricerca e sviluppo, presso le sedi di Lecco e Legnano. Come se questo non bastasse, da notizie stampa, si apprende che anche la società Brioni, con il nuovo Piano industriale 2021-2025, ha previsto un percorso di razionalizzazione dei costi e di ridimensionamento dei siti produttivi di Penne, Montebello di Bertona e Civitella Casanova, con l’obiettivo di tagliare 321 posti di lavoro, sull’attuale organico impiegato di circa 1000 dipendenti. Inoltre, la Direzione aziendale della Brioni, ha già comunicato a 86 lavoratori impiegati presso i reparti di maglieria e camiceria dei siti produttivi, la volontà di rescindere il contratto di lavoro, a partire dal 31 ottobre 2022. Il quadro che ho appena descritto è reso, se possibile, ancor più complesso dalla crisi economica generata dal virus Covid-19, che ha di fatto aggravato drasticamente la situazione, con ripercussioni negative sulla tenuta economica delle aziende presenti in Abruzzo. Ora è chiaro che alla luce di tutto questo la Regione Abruzzo non può stare a guardare».

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