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Il presidente Petrelli sull'aumento anomalo delle polveri sottili a Pescara: "Colpa delle sacche di sabbia arrivate dal Sahara"

Lo ha reso noto il presidente della commissione ambiente dopo le analisi effettuate dall'Arta, che ha escluso che le polveri di sabbia possano trasportare il virus del Covid 19

L'aumento anomalo dei valori delle polveri sottili a Pescara non è dovuto a problemi legati all'inquinamento atmosferico, ma all'arrivo di sacche di sabbia provenienti dal Sahara e che, fermate dalle Alpi, sono rimbalzate sulla Pianura Padana, e sul litorale adriatico arrivando nella nostra città.

Lo ha fatto sapere il direttore generale dell'Arta Dionisio a seguito della partecipazione alla seduta della commissione comunale Ambiente presieduta da Ivo Petrelli. Il fenomeno, fra l'altro, potrebbe ripetersi a breve senza conseguenze per i cittadini e senza particolari rischi legati al Covid 19 che risulta essere più pesante delle pm 2,5 di sabbia, e dunque non può legarsi ed agganciarsi a quest'ultime nell'aria.

L’approfondimento condotto ha permesso di verificare che l’innalzamento dei livelli di polveri sottili Pm 2,5 era cominciato già il 18 febbraio scorso, quando delle grandi sacche aeree provenienti dal Sahara viaggiavano lungo il Tirreno a 5-6mila metri di quota, e quelle sacche ovviamente trasportavano sabbia desertica.

Le sacche, arrivando a nord, sono finite contro le Alpi che hanno costituito una barriera naturale che ha impedito loro di andare oltre confine verso l’Austria, e piuttosto le ha rimbalzate facendole riscendere verso la pianura padana, finendo lungo l’Adriatico e quindi in bruzzo. E lo stesso fenomeno verificatosi a Pescara si è registrato, identico, in Emilia Romagna.

Dunque, come ha spiegato il direttore Dionisio, non si evidenziano particolari rischi per la popolazione sia per la natura stessa della sabbia, sia per la teorica possibilità che il Covid 19 possa aggangiarsi a queste particelle, essendo più pesante a causa del droplet.

Su tale circostanza abbiamo allora chiesto all’Arta di effettuare una verifica, seppur giocando sulle ipotesi, se l’aumento del particolato Pm 2,5, determinato dalla sacche sahariane, sia coinciso con l’aumento dei casi di Covid-19 nella nostra città, e il Direttore Dionisio ha in realtà rivelato di aver già avuto contatti con il mondo universitario-sanitario per verificare, in maniera scientificamente certa, l’esistenza o meno di una eventuale correlazione tra il fenomeno delle polveri e l’estensione del contagio, anche per mettere i dati a disposizione della comunità medico-scientifica che comunque a di trovarsi ancora di fronte un virus nuovo ancora tutto da scoprire, anche sulle possibili modalità di diffusione del contagio

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