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Il Pd sul nuovo palazzo della Regione Abruzzo: "In periferia e non nell'area di risulta"

Il segretario provinciale del Pd di Pescara, Antonio Caroselli, e i componenti del circolo Pd Nuova Pescara, Francesca Carnoso e Umberto Coccia, criticano il progetto che prevede la costruzione dell'edificio nell'area di risulta

«Il palazzo della Regione in periferia e non nell'area di risulta».
A scriverlo sono Antonio Caroselli, segretario del Pd di Pescara, Francesca Carnoso e Umberto Coccia del circolo Pd Nuova Pescara.

«Come già espresso a febbraio 2022 dal Pd regionale e dai consiglieri comunali di centro sinistra torniamo oggi a ribadire con forza il nostro più ampio disappunto circa la delibera del 17 giugno scorso sulla riqualificazione dell’area di risulta di Pescara e sul relativo protocollo d’intesa regionale», scrivono Caroselli, Carnoso e Coccia.

Che poi proseguono: «L’attuale amministrazione manifesta il proprio interesse a costruire il palazzo della Regione nello spazio dalla stessa richiesto con la delibera del 14 febbraio 2022, ovvero in uno spazio di 9 mila metri quadrati oggi adibiti a parcheggi (in netta contraddizione con le prescrizioni dell’atto di acquisto dell’area della giunta Pace-Sospiri), in cui i costi nell’inerzia e nella incompetenza valutativa e “creativa” sono via via aumentati con il rischio attuale di trasformarsi - per usare una metafora cara ai pensatori delle piste da sci, ancora più rocambolesca rispetto alle temperature africane di questi giorni, in una vera e propria valanga. Il tempo nella vita umana ma anche in quella politica non è affatto un valore neutro, e anzi, proprio la perdita di tempo rispetto all’assunzione delle delibere è risultata produttiva di costi che andranno ad appesantire ulteriormente il bilancio pubblico. La delibera sulla “riqualificazione “dell’area in questione è la prova solare della incapacità amministrativa dell’attuale giunta che “ama Pescara”, o dovrebbe amare Pescara, ma che probabilmente avrebbe bisogno di essere psicanalizzata rispetto alla tossicità di questa sua tensione amorosa. Basti pensare al conclamato fallimento della riqualificazione di viale Marconi».

Poi Caroselli, Carnoso e Coccia concludono: «Non vogliamo un viale Marconi bis tanto più in un’area in cui la collocazione della Regione non apporta alcun valore aggiuntivo e che va invece popolata di vita cittadina con servizi che coniughino ad esempio la risposta alle problematiche ambientali (sul tema più volte il Pd ha proposto piani di forestazione urbana di grande impatto ecologico e sanitario) con l’accrescimento dell’offerta pubblica in favore dei residenti e di tutti coloro che dalla stazione e dai comuni limitrofi vengono ad abbracciare la nostra città. Il solo pensare di collocare il Palazzo della Regione nell’attuale area di risulta è profondamente sbagliato! Un ragionamento più funzionale e certamente più coerente rispetto alla necessità di riqualificazione di specifiche aree dovrebbe semmai riportare alla possibilità di trasferire la sede di rappresentanza regionale nella periferia ovest della città, che certamente troverebbe arricchimento dalla carica rigenerativa data dalla presenza di funzioni pubbliche collettive. La nostra è una critica ma anche un invito a recuperare lucidità, visione e pensiero lungo rispetto alla città intesa come un corpo vivo e non, come invece ci sembra sempre più frequentemente, un tabellone su cui giocare grossolanamente a Monopoli o al Gioco dell’oca. A tal proposito, nei prossimi appuntamenti politici andremo a creare occasioni di dibattito pubblico e di coinvolgimento di tutta la cittadinanza perché questo problema non sia soffocato da questi giorni di canicola ma trovi rinnovata vitalità partecipativa e sensibilizzazione. È tempo di spezzare il loop che scollega le scelte urbanistiche strategiche dai bisogni della città e della cittadinanza che deve invece ritrovare un suo protagonismo per evitare ulteriori ferite nel tessuto urbano e sociale della nostra città».

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