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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Secco "no" a nuove concessioni balneari da Rifondazione comunista-Sinistra italiana: "Ce ne sono già troppe"

Il segretario nazionale Maurizio Acerbo e la responsabile ambiente Elena Mazzone si oppongono ad un eventuale bando e in merito alla Bolkestein chiedono di smetterla con "la retorica degli investimenti"

“È folle e inaccettabile quanto propongono alcuni rappresentanti dei balneatori spalleggiati dalla destra. L'idea di aggirare Bolkestein individuando 'nuove aree di coste libere da assegnare con apposito bando lasciando inalterate quelle già in vigore' significa continuare con la cementificazione, la recinzione, la privatizzazione delle nostre spiagge”.

A dichiararlo sono il segretario nazionale di Rifondazione comunista-Sinistra Europea Maurizio Acerbo e la responsabile ambiente Elena Mazzoni che entrano a gamba tesa sull'animato dibattito riguardante la Bolkestain e la richiesta di una nuova mappatura da cui, è stato chiesto da alcuni sindacati e associazioni di categoria, individuare nuove aree per le concessioni.

Queste, sottolineano, nel 2021 (dato Legambiente) erano 12.166 con già all'epoca un aumento del 12,5 per cento in tre anni.

“Ci sono comuni con il 90 per cento del litorale in concessione e regioni che superano il 70 per cento – proseguono -. Molto spesso non sono occupati da concessioni solo tratti di costa dove l'acqua non è balneabile. La si smetta con la demagogia corporativa e si cerchino soluzioni per tutelare il lavoro non la rendita. Le concessioni su beni demaniali come le spiagge vengono vendute da privato a privato per cifre di milioni di euro come se si trattasse di proprietà”.

“Si fa retorica sugli investimenti, ma quasi sempre si tratta di una proliferazione edilizia che ha deturpato le spiagge, precluso la visibilità e che non è certo stata richiesta dalla collettività – proseguono Acerbo e Mazzoni –. È evidente che gli operatori sapendo che la concessione si sarebbe rinnovata in eterno hanno fatto pressione, su capitanerie, legislatori, comuni e regioni per ottenere sanatorie e sempre nuovi metri cubi per realizzare sempre più attività. Ormai sulle spiagge c'è di tutto e di più”

Per Rifondazione comunista “su gran parte delle coste italiane sarebbe necessario un grande piano per la rinaturalizzazione e la riqualificazione degli arenili, per garantire la riduzione dei manufatti, la riqualificazione, il recupero della vista mare e l'abbattimento di recinzioni non compatibili con la natura demaniale delle spiagge. Basta con la riduzione delle spiagge libere”.

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