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Parte la fusione della Nuova Pescara, definiti gli step in commissione: il processo ormai è irreversibile

Municipi, statuto e accorpamento dei servizi: su questo si dovrà lavorare da oggi per il presidente Croce e il professor Mattoscio che pensano ad un avvio soft mantenendo almeno per ora alcune attività scorporate

Prima la costituzione dei tre municipi, poi la redazione di un nuovo statuto su cui si dovrà iniziare a lavorare già dal prossimo consiglio comunale e, in contemporanea, la fusione dei servizi cui iniziare a lavorare seriamente. Questi gli step per arrivare al 1 gennaio 2024 quando la Nuova Pescara sarà realtà. A definirli nel corso della commissione ad essa dedicata sono stati il presidente della stessa Claudio Croce e il professor Nicola Mattoscio, membro del comitato promotore della nascita della nuova realtà metropolitana.
Il processo con il rinvio alla data citata e alla fine votato favorevolmente sebbene tra le polemiche, dal Comune di Spoltore è ormai “irreversibile” come dichiarano sia Croce che Mattoscio ed è per questo che i tre municipi, sottolinea il secondo, “dovranno corrispondere ai tre Comuni che si andranno a fondere e che divenendo una sorta di territorio di neutralità fiscale, dovranno accompagnare il periodo di transizione così vasto e lungo, per scongiurare qualunque rischio di distorsione”.

“L’anno che si apre dovrà essere segnato da una serie di step che, da un lato ci permetteranno di arrivare puntuali alla realizzazione della fusione tra i comuni dall’altro di iniziare il percorso con la possibile contestuale operatività dei tre municipi che affiancheranno la nuova amministrazione, in modo da accompagnare in modo soft la fase di transizione che dovrà chiudersi entro cinque anni”, sottolinea Croce ricordando che i tempi per arrivare pronti all'appuntamento ma anche alla riunione dei bilanci dei tre enti, delle loro società partecipate, dei servizi urbanistici e di quelli anagrafici, sono stretti. E stretti lo sono davvero se si considera che sono passati sei anni da quando il processo sarebbe dovuto iniziare perché la Nuova Pescara si concretizzasse il 1 gennaio 2023 e che il rinvio di un anno si è reso necessario proprio perché poco o nulla è stato fin qui fatto. 

Il presidente della commissione ricorda, anche nel tentativo di spazzare via le polemiche, che “si potranno prevedere le norme transitorie per cominciare il processo di fusione in continuità con l’esperienza dei Comuni uscenti con un orizzonte di cinque anni di conservazione dei benefici fiscali. Per lui lo statuto dovrà avere “una capacità di visione, di immaginazione, rispetto a come funzionerà la nuova città in virtù della nuova comunità che si andrà a costituire. Contemporaneamente dovremo iniziare a lavorare sulle Società Partecipate dei tre Comuni e anche sull’utilizzo dei dipendenti, poco meno di mille, che dai tre Comuni confluiranno nella macchina amministrativa della Nuova Pescara”. “Massima attenzione  dovrà essere garantita al tema della sicurezza della Nuova Pescara e alla nuova organizzazione della polizia municipale introducendo nella nuova città il massimo livello possibile delle innovazioni – precisa Mattoscio -. E nella prima fase soft della transizione è facile ipotizzare anche la possibilità di mantenere in piedi i tre comandi della polizia locale con i rispettivi tre comandanti”.

“Chiaramente – conclude Croce - da questo momento lo scenario è completamente diverso e il processo di fusione adesso è davvero irreversibile, anche rispetto alla data indicata, dunque l’appello alla politica di tutte le forze produttive è di lavorare seriamente e con impegno sul tema. Il primo obiettivo è garantire la nascita del nuovo comune entro il primo gennaio 2024 e su questo non saranno ammesse meline”.

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