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Il destino della Nuova Pescara appeso ad un "sì": quello di Spoltore per il rinvio al 2024

Tra poche ore la decisione del consiglio comunale. Se si decidesse per il "no" ci sarà il commissariamento e la città nascerebbe a gennaio a meno di un intervento della Regione: anche da Confcommercio l'appello a dire sì allo slittamento

Il destino della Nuova Pescara è nelle mani del consiglio comunale di Spoltore che alle 17.30 di oggi pomeriggio tornerà a riunirsi per dire “sì” o “no” al rinvio della fusione con Pescara e Montesilvano al 2024.

Un “sì” e un “no” che hanno entrambi un peso importante sul futuro della nuova realtà che deve sorgere. E che deve lo dice una legge regionale. All'appello manca solo il voto dell'aula guidata dal presidente Lucio Matricciani che non ha mai nascosto la sua contrarietà allo slittamento di un anno convinto del fatto che se in sei non si è fatto nulla per arrivare pronti all'appuntamento previsto per il 2023, non sarà un anno ad evitare quella che ad oggi è “una catastrofe annunciata”, ha detto proprio a IlPescara. Matricciani non ha neanche nascosto di aver invitato tutto il consiglio a votare “no” al rinvio proprio alla luce di questa ragione e di preferire a questo punto il commissariamento così da vedere poi cosa si sarà in grado di fare.

Un solo "no" può cambiare le carte in tavola. Sono tre i Comuni sì, ma ci vuole l'unanimità nella decisione e così se da Spoltore arrivasse lo sbarramento a gennaio la Nuova Pescara dovrà nascere a meno che, questa l'unica alternativa, la Regione non decida di intervenire con una legge ad hoc, ma per un rinvio ben più lungo: al 2027. Data questa che qualcuno appoggia, ma che molti non vogliono neanche sentir nominare, in primis il comitato nato per spingerela fusione.

Diversi gli appelli arrivati perché anche Spoltore dica “sì” al rinvio di un anno. L'ultimo, in ordine di tempo, quello della Confcommercio Pescara per voce del presidente Riccardo Padovano. Un appuntamento non più rinviabile per lo sviluppo dell'intero territorio, sottolinea Padovano che chiede un atto di responsabilità all'amministrazione spoltorese, ma dall'altro lato anche a quella delle altre due città, Pescara in particolare.

I timori di Matricciani sono diversi. In primo luogo quello che così come si sta concependo la nuova città metropolitana si finirà per essere semplicemente "annessi" a Pescara con il rischio di perdere la propria identità. In secondo luogo il problema delle tassazioni che a Spoltore sono gestite in modo virtuoso, ha sempre detto, mentre Pescara è alle prese con i debiti del pre-dissesto e dunque la paura è quella di doversene accollare almeno una parte. Timore quest'ultimo che ha cercato di allontanare il presidente della fondazione Pescarabruzzo Nicola Mattoscio ricordando che la legge regionale prevede che per i primi cinque anni dalla nascita della nuova città il sistema tariffario della tassazione locale possa restare immutato.

Se siano stati tutti abbastanza convincenti lo si scoprirà tra poco meno di due ore e cioè quando il consiglio comunale di Spoltore si riunirà. Un “sì” per un rinvio di un anno in cui molto si dovrebbe fare per arrivare pronti alla fusione compreso lo Statuto non ancora redatto, o un “no” che farebbe cadere sulla nascita della Nuova Pescara lo spettro del commissariamento a meno di un intervento della Regione che decidendo per il rinvio al 2027 farebbe scontento i più.

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