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Nuova Pescara, Maiale e Caroselli (Pd): "Centrodestra strumentalizza, fusione va fatta"

I due democratici contro il possibile slittamento della nascita della nuova realtà al 2027: "Garantirebbe l'accesso a maggiori fondi statali e del pnrr, sono incapaci di rispondere alle esigenze del territorio e le sue imprese"

“La discussione nel centrodestra sull’iter istitutivo della Nuova Pescara continua ad essere, analogamente a quanto avvenuto in occasione delle elezioni provinciali di dicembre scorso, strumentale agli equilibri interni tra le forze politiche di una coalizione che subordina sempre più frequentemente le direttrici di crescita dei nostri territori alla propria tenuta di governo nelle due città più grandi coinvolte nel processo di fusione”. E' quanto dichiarano congiuntamente il segretario provinciale del Pd Nicola Maiale e il segretario cittadino dell'Unione comunale di Pescara del partito Antonio Caroselli. “È evidente – incalzano - la fallacia delle ragioni addotte dal centrodestra perché ogni data potenziale per l’istituzione della nuova città, con gli attuali calendari elettorali previsti per Spoltore, Montesilvano e Pescara, determinerebbe consiliature temporalmente monche.L’ulteriore rinvio proposto dal centrodestra non tiene minimamente conto delle sollecitazioni che, sempre più forti, emergono dal mondo delle imprese”.

“Come evidenziato anche in passato dal partito democratico – scrivono ancora Maiale e Caroselli - il processo di fusione garantirebbe maggiori trasferimenti statali, di durata decennale, alla nuova realtà amministrativa oltre ad un più vantaggioso accesso ai fondi previsti dal pnrr; circostanze che, coniugate all’ottimizzazione della spesa ed alle economie di scala derivanti dalla gestione unitaria dei contratti, si tradurrebbe in indubbi vantaggi a cittadini e imprese in un periodo economicamente difficile come quello che stiamo affrontando”. “Pertanto – concludono i due dem – il compito dei decisori politici dovrebbe essere quello di lavorare senza sosta, rispettando il dettato legislativo regionale frutto di un referendum, per strutturare al meglio la fusione dei servizi, partendo da quelli che più hanno a che fare con le difficoltà delle cittadine e dei cittadini, come il sociale e la gestione dei rifiuti, e non continuare a chiedere ulteriori rinvii finalizzati a coprire, nella migliore delle ipotesi, un’assenza di visione del territorio oltre che di una scarsa cura dei suoi attori economici”.

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