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Sui ritardi per il "sì" al rinvio della fusione della Nuova Pescara il centrodestra di Spoltore chiede una commissione d'inchiesta

Marco Della Torre, Agnese Ranghelli e Stelvio D'Ettorre spiegano perché al momento del voto hanno abbandonato l'aula: "Eravamo pronti a votare il 28 ottobre, ma in scena è andato il teatrino della brutta politica di un centrosinistra spaccato"

Sulla Nuova Pescara a Spoltore è scontro aperto tra maggioranza e opposizione. Dopo il "sì" per il rinvio della fusione al 2024 ottenuto tra le polemiche, i consiglieri comunali di centrodestra chiedono conto del ritardo con cui si è giunti al voto e presentano una mozione perché si istituisca una commissione d'inchiesta che faccia chiarezza su quanto avvenuto. Una mozione in realtà, spiegano Marco Della Torre, Agnese Ranghelli e Stelvio D'Ettorre, presentata proprio giovedì nel corso della discussione che ha poi portato al voto, ma che, denunciano,“il presidente del consiglio comunale si è guardato bene dal far discutere” rimandandola alla prossima seduta.

Dopo quanto avvenuto i tre consiglieri comunali si rivolgono quindi ai cittadini per spiegare il perché della loro decisione di abbandonare l'aula al momento del "sì" al rinvio della nascita della Nuova Pescara ancor più "alla luce dei ridondanti e forse inutili comunicati stampa recenti dei massimi interpreti dell’antica e sterile maggioranza spoltorese", sottolineano. “Noi eravamo pronti a votare due settimane fa, visto che il presidente del consiglio aveva indicato il 28 ottobre come ultima data utile. D’altronde Pescara aveva già votato, con esito positivo e Montesilvano avrebbe votato il giorno dopo, anche perché si sapeva che il voto delle tre città impegnate in questa difficile fusione doveva arrivare entro il 30 ottobre”. Nel ricordare che se i due terzi dei consiglieri non avessero votato il rinvio si sarebbe incorso nel rischio del commissariamento, i tre consiglieri ricordano “il colpo di scena” che ha visto slittare la decisione al 10 novembre passata prima per “un’insulsa richiesta di sospensione di cinque minuti da parte del capogruppo del partito democratico a causa di idee 'confuse' e poi, dopo una rapida riunione della maggioranza in separata sede, di addirittura quindici giorni, grazie a un’interpretazione della legge Regionale che pare prevedesse 30 giorni dall’avvenuta comunicazione via pec degli esiti del consiglio comunale congiunto”.

Una situazione che dimostra, incalza l'opposizione, la grande spaccatura creatasi nella maggioranza laddove “il sindaco Trulli aveva già comunicato di essere per il sì e il 'sindaco ombra' (ovvero il presidente del consiglio comunale Lucio Matricciani) aveva dichiarato, sia sui media che in pubblico consiglio, si essere contrario. Non sappiamo se per ignavia dato che anche il consiglio di Montesilvano il giorno dopo votava all’unanimità per il 'sì” o la confusione, fatto sta che si arriva a giovedì 10 novembre e miracolosamente, dopo varie dichiarazioni sulla stampa e con una maggioranza divisa fino al mercoledì sera, tutti i consiglieri comunali, compreso il presidente del consiglio che aveva dichiarato fino a poco prima la sua contrarietà, votano 'convintamente' per il sì”.

“In realtà Spoltore sta pagando un braccio di ferro tra due fazioni che si prolunga dai tempi della scelta del candidato a sindaco del centrosinistra, tra una gestione localistica e una centrale del Pd, come il nostro candidato aveva già profetizzato in sede di confronto alla Soms, soprattutto tra chi non vuole, forse per evidenti fini personali o attaccamento alla poltrona ultradecennale, e chi vuole la Nuova Pescara”, chiosano Della Torre che era proprio il candidato, Ranghelli e D'Ettorre.

Il risultato, proseguono, è che “la nostra città rischia di pagare carissimo questi ritardi evidenti e queste posizioni deboli e contrastanti, non toccando poi palla sulle decisioni importanti che ci attendono, per assenza di idee e di proposte, che la sempiterna maggioranza avrebbe dovuto già presentare con documenti scritti e non con proclami inutili di impossibilità e incapacità a delineare possibili soluzioni o richieste, da parte del territorio più bello e vasto delle tre città. Ritenevamo e riteniamo che la votazione doveva avvenire il 28 e il rimandare per meri teatrini della brutta politica ha fatto male e farà peggio all’immagine della nostra città, che dovrebbe invece portare avanti la sua importanza all’interno del progetto di grande sviluppo metropolitano: noi non ci prestiamo e non ci presteremo mai a questi giochini – concludono - e cercheremo sempre di far arrivare forte e chiaro il nostro messaggio ai futuri partner e soprattutto ai nostri concittadini, che guardano preoccupati il brutto spettacolo offerto in questi giorni”.

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