I Comuni dicono sì allo slittamento al 2027 per la nascita della Nuova Pescara, ma il M5s vorrebbe il commissariamento
A Pescara i pentastellati votano "no" agli accorpamenti dei servizi e al rinvio, ma sia a Palazzo di Città che nelle assisi di Montesilvano e Spoltore l'iter è giunto a conclusione: il 22 settembre la sottoscrizione delle convenzioni, il 26 la relazione semestrale, poi a dire l'ultima parola sarà la Regione
I tre Comuni dicono “sì” alle convenzioni per l'accorpamento documentale dei servizi, ma soprattutto al rinvio della nascita della Nuova Pescara al 2027. Consigli comunali straordinari a Pescara, Montesilvano e Spoltore per compiere un ulteriore passo verso la fusione e sebbene in quello di Pescara si sia respirato un clima diverso, alla fine un ulteriore passo è stato fatto. A renderlo ufficiale sarà la firma, prevista per le 12 di venerdì 22 settembre nella sala giunta del Comune di Pescara che sarà quello della nuova città metropolitana come previsto dallo Statuto, che i rappresentanti istituzionali delle tre città apporranno alle cinque convenzioni e cioè a quella con cui dal 2024 saranno accorpati per la gestione unica, l'ufficio di statistica, la centrale unica di committenza, il servizio di progettazione per l'accesso ai finanziamenti europei, la protezione civile e lo sportello unico telematico del Suap.
Fin qui dunque i passi previsti dalla nuova legge regionale sono stati rispettati sebbene sarà poi compito degli organi preposti verificare, a fine settembre, la correttezza di tutti i passaggi. L'obiettivo, visto il “sì” dato allo slittamento al 2027 della nascita della Nuova Pescara, è evitare il commissariamento. Un commissariamento che però qualcuno avrebbe preferito e non lo ha affatto nascosto: i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Pescara.
Il clima è stato sereno così come a Montesilvano come conferma il presidente del consiglio comunale Ernesto De Vincentiis dove un solo voto contrario c'è stato, e a Spoltore dove comunque ampie perplessità sono state espresse da alcuni consiglieri in particolare Giulia Zona (InComune) che ha parlato di "consegna" alla città più grande chiedendo massima attenzione agli amministratori. A Pescara, Comune che ha visto prevalere le altre due città al momento della votazione dello Statuto provvisorio cui aveva detto “no”, a fare da scudo sono stati quindi i pentastellati e cioè Erika Alessandrini (capogruppo), Massimo Di Renzo e Paolo Sola. Da parte loro il voto contrario sia alle convenzioni che allo slittamento. Il primo con il ringraziamento agli uffici per il grande lavoro fatto, ma con la contestazione di una mancanza di visione politica da parte degli amministratori; il secondo perché per loro l'unica vera soluzione sarebbe proprio quella del commissariamento con la nascita della città, votata per referendum nel 2014, al primo gennaio 2024.
Di Renzo in aula ha sottolineato come sia doveroso il plauso agli uffici per quanto concerne la parte tecnica, ma ha parlato di un lavoro “assolutamente insufficiente da parte della politica che non sta seguendo l'indirizzo che la nascita della Nuova Pescara dovrebbe avere e cioè dare una città più efficiente, moderna e leggera, con meno burocrazia e più servizi ai cittadini”. Una riproposizione di strutture “elefantiache” quella che invece è venuta fuori dallo Statuto con la costituzione dei municipi con tanto di assessori e una visione “campanilistica che è il tentativo maldestro di conservare i propri orticelli politici”. Tutto questo ha ribadito la Alessandrini in aula e poi tutto il Movimento in una nota, senza considerare il “terribile ritardo” dato che i servizi, ha ricordato, dovevano essere accorpati già nel 2018. Un ritardo le cui colpe sarebbero proprio di una politica “sorda rispetto alle esigenze e all'attività democratica della cittadinanza che ha sempre anteposto il mantenimento del proprio status alla volontà dei cittadini”.
Ad intervenire è stato anche il consigliere comunale di Forza Italia Alessio Di Pasquale che ha ricordato come anche da parte del centrodestra ci sia stata la volontà, non passata, di “diminuire le poltrone”. Una battaglia combattuta e persa proprio con le opposizioni pescaresi, ha sottolineato. “Non siamo a favore dell'aumento dei costi e soprattutto degli assessorati”, ha quindi aggiunto parlando dei municipi. Per lui però il problema, a differenza di quanto sostiene il Movimento, non è politico “ma territoriale”. Alla fine si è detto cerco che alla fine la città si chiamerà Pescara e che così tanti assessori non ci saranno perché “il percorso lo stiamo facendo insieme”.
Sottoscritte le convenzioni come avverrà dunque a Palazzo di Città il 22 settembre il prossimo passaggio sarà, ricorda il presidente della commissione Statuto Claudio Croce l'approvazione della relazione semestrale. Cosa che avverrà il 26 settembre nel corso della seduta dell'assemblee costitutiva già convocata dal presidente del consiglio comunale di Pescara Marcello Antonelli. Poi la parola passerà alla Regione che dovrà promuovere o bocciare l'operato dei Comuni dando il via libera definitivo alla nascita della Nuova Pescara nel 2027 oppure optando per il commissariamento.
“È evidente che il dado è ormai definitivamente tratto e il processo di unificazione è irreversibile, un dato scontato al quale però dobbiamo arrivare pronti, preparati e adottando tutte le misure utili a supportare i cittadini in questo processo di cambiamento epocale”, aggiunge Croce.