Nuova Pescara, associazioni a Regione: "Mai più iniziative che rallentino fusione"
Un documento condiviso per chiedere di non fermare un processo avviato e chiesto dai cittadini con il referendum del 2014: "Marsilio doveva farsi garante"
Un documento condiviso per chiedere al governatore Marco Marsilio e a tutta la Regione Abruzzo di non procedere ad alcuna iniziativa che possa ritardare ulteriormente la fusione di Pescara, Spoltore e Montesilvano e la nascita della Nuova Pescara.
A sottoscriverlo l'associazione Nuova Pescara presieduta da Marco Camplone, i consiglieri comunali emeriti di Pescara e l'associazione di Montesilvano "Verso Nuova Pescara" che l'hanno già inviata a Marsilio, al presidente del consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, agli assessori comunali e i consiglieri regionali e, per conoscenza, anche al prefetto Giancarlo Di Vincenzo, ai deputati e senatori abruzzesi e ai sindaci delle tre città oggetto della fusione: Carlo Masci, Luciano Di Lorito e Ottavio De Martinis.
A spiegare i contenuti del documento e il perché il processo per la nascita della nuova realtà non possa più essere rimandato, sono, oltre a Camplone, il vicepresidente dell'associazione Nuova Pescara Cristian Odoardi, Mario Sorgentone, presidente dei Consiglieri emeriti e Nino D'Annunzio, presidente di Verso Nuova Pescara, che hanno tenuto un incontro sul tema nella sede pescarese della Cna. Presente, come ascoltatore, anche il consigliere regionale Antonio Blasioli che, ricorda le tre associazioni in una nota congiunta, “ha scongiurato, con una dura opposizione, che la data della nascita di Nuova Pescara venisse posticipata al 2027 da un'iniziativa del centrodestra regionale a trazione Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia”. “Siamo stufi – dichiara Odoardi - di avere a che fare con una classe che non sa fare o non vuole fare. Auspico che chi boicotta, oramai da anni, la fusione si faccia da parte e non si presenti, per coerenza, alle prossime elezioni”. Per Sorgentone c'è una tattica dietro i ritardi che nasconderebbero persino la volontà di far saltare la fusione.
“Noi - afferma - non ci stiamo. Chiediamo il rispetto del referendum del 2014 e della legge regionale 2018. Stiamo parlando del futuro di questa bellissima conurbazione e delle generazioni che verranno. Invece di distruggere, chi governa dovrebbe adoperarsi per trovare altri fondi per la nuova città e avviare progetti anche di tipo sociale”. D'Annunzio, da parte sua, annuncia “una lotta senza tentennamenti per ottenere il rispetto della volontà popolare. Se sarà necessario, andremo anche al Tar. La data del primo gennaio 2023, che è stata stirata di un anno, causa Covid, rispetto al 2022 non può essere ulteriormente manomessa. E non vale alcuna osservazione su fatto che il consiglio comunale di Spoltore farà un mandato ridotto. Quando è stata approvata la legge, era un fatto già noto”. I tre non risparmiano l'operato di Marsilio che, affermano coralmente, “non ha recitato di certo il ruolo di garante dei cittadini insito nella carica di presidente della Giunta regionale" puntando il dito anche nei confronti del capogruppo regionale di Fratelli d'Italia Guerino Testa "favorevole alla fusione al tempo del referendum e, poi, inoperoso e sfuggente ogni volta che viene chiamato ad essere attivo sull'argomento”, concludono.