rotate-mobile
Domenica, 1 Ottobre 2023
Politica

Niente approvazione per lo Statuto e sul nome "Pescara" per la città metropolitana è secco il no di Montesilvano e Spoltore

Una seduta di quasi quattro ore quella dell'assemblea costitutiva che ha visto andare in scena la contrapposizione tra la città adriatica e le altre due realtà che dovranno fondersi. Non passa l'emendamento perché il nome sia quello del capoluogo adriatico

Non passa lo Statuto della Nuova Pescara con Montesilvano e Spoltore che, tra l'altro, dicono chiaramente “no” al nome di Pescara per la nuova città metropolitana che nascerà dalla fusione dei tre Comuni. Doveva essere una “giornata storica” come più volte l'ha definita il sindaco Chiara Trulli e invece con 36 voti a favore, 13 contrari e 2 astenuti non si è raggiunto il numero dei 50 “sì” necessari all'approvazione con il presidente Marcello Antonelli che ha riconvocato l'assemblea il 12 settembre per votare nuovamente il documento che nel caso di una terza votazione passerà con il voto di maggioranza.

A dividere i temi che per mesi hanno tenuto banco: il nome della città e il numero dei consiglieri oltre che la nascita delle nuove giunte dei quattro municipi che dovranno nascere e cioè quello di Spoltore, quelli di Montesilvano e i due di Pescara che con il sì all'emendamento del sindaco Carlo Masci firmato proprio da Antonelli, si chiameranno Castellammare Adriatico e Porta Nuova.

La spaccatura sul nome “Pescara”

La nuova legge regionale la indica come Pescara e forse sarà questo lo scoglio insuperabile, ma al di là del dato tecnico una certezza c'è: Montesilvano e Spoltore quel nome non lo vogliono, al massimo può essere tale solo con quel “Nuova” davanti che definisca l'identità delle tre città. Venti gli emendamenti presentati nel corso della lunga seduta, uno dei quali proprio perché il nome della città fosse semplicemente “Pescara”. A presentarlo è stato il consigliere comunale di Pescara Claudio Croce. Respinta al mittente la sua posizione e cioè quella per cui non ci sarebbe nessuna intenzione di “incorporazione” nel nome che, tra l'altro, è quello indicato nella nuova legge regionale. Non considerabili neanche le ragioni a favore espresse dal collega di partito Alessio Di Pasquale che ha ricordato come “Pescara” sia il nome con cui si identifica la città di Gabriele d'Annunzio.

Tante le perplessità sollevate dagli esponenti dei consigli comunali di Montesilvano e Spoltore con soprattutto i primi ad aver preso parola come nel caso del presidente della commissione Statuto Enzo Fidanza  per il quale "sarebbe incostituzionale la conservazione del nome Pescara a discapito di Montesilvano e Spoltore: dovremmo paradossalmente coinvolgere nuovamente i cittadini con un nuovo referendum e la Legge regionale non ci obbliga a cambiare la denominazione di Nuova Pescara".

Ad intervenire sono stati anche i sindaci con Chiara Trulli, primo cittadino di Spoltore, che ha parlato di una “giornata storica” e di un “procedimento complesso che non si può banalizzare”. “Siamo tutti pescaresi nel cuore, ma proprio per questo a maggior ragione bisogna elevare l'identità territoriale di questo nuovo organismo e bisogna connotarlo” ha aggiunto sottolineando che si potrebbe anche pensare di chiedere ai cittadini come vogliono si chiami la nuova città.

Per il sindaco di Montesilvano Ottavio De Martinis se Pescara deve essere che sia “Nuova Pescara” perché la questione, ha detto, non è legata al campanilismo o alle “ragioni del cuore”. La scelta deve essere fatta “coscienziosamente e con la testa”. Ad intervenire è stato anche il consigliere comunale di Pescara Carlo Costantini (Azione) che promosse il referendum che porterà alla nascita della nuova realtà e che aveva chiesto di rinviare la discussione sul tema sottolineando che la legge regionale potrebbe tecnicamente non essere valicabile e che dunque la città si chiamerà Pescara.

A rispondere è stato il sindaco Carlo Masci. “La legge regionale ha stabilito un percorso indicando il nome della città – ha detto -. C'è la possibilità di cambiamento e noi l'andremmo a cristallizzare, ma è una possibilità non una obbligatorietà perché comunque la legge regionale non è stata impugnata dal punto di vista costituzionale. Può darsi che verrà impugnato il nostro provvedimento, ma è una tecnicità che possiamo lasciare ad un altro momento”.

Scontro sui municipi, il numero dei consiglieri e la nascita delle giunte

È su quello che il Movimento 5 stelle di Pescara già diverse settimane fa ha definito “poltronificio” che lo scontro si è inasprito portando a un'infruttuosa seduta e, soprattutto, a una contrapposizione netta tra le parti. Sedici consiglieri per Pescara e Montesilvano e 14 per Spoltore con quattro componenti di giunta. Questi i numeri previsti dallo Statuto che ha portato ad alzare i toni. IN particolare a farlo sono state le parole della capogruppo del consiglio comunale di Pescara del M5s Erika Alessandrini per la quale il documento non solo non guarda al futuro e al bene dei cittadini, ma è “il capolavoro della politica che guarda alla politica. Che non guarda fuori dai palazzi e che scambia il decentramento amministrativo con la propria sopravvivenza”.

Parole che hanno scaldato non poco il sindaco di Montesilvano Ottavio De Martinis che ha parlato di vero e proprio “disgusto” per quanto ascoltato sottolineando che di poltrone Montesilvano ne perderà 8 e Spoltore 6. “Quindi – ha dichiarato – se c'è qualcuno che pensa in termini numerici siete voi e non noi”. Per lui, in sostanza, non solo servono i municipi, ma anche gli assessori perché, come sottolineato anche da altri, devono esserci dei riferimenti per i cittadini.

A dire “no” al documento, oltre alla Alessandrini, è stato anche Costantini che ha parlato di un documento che “guarda al passato e non verso il futuro” e che “conserva l'idea di una città ormai superata”. Non è la politica a dover fare da intermediario tra i cittadini e i servizi, ha quindi aggiunto, ma questi devono essere erogati sulla base organizzativa degli uffici che devono rendere automatico il servizio.

Contrario anche il sindaco Carlo Masci per il quale il documento “non rappresenta i numeri dei cittadini della nuova città. Siamo contrari al numero dei consiglieri e a quello degli assessori”. Per Masci se è vero che in aula si è esercitata la democrazia, è pur vero che questa è “viziata dal fatto che i rappresentanti dei cittadini non sono pesati. I dati che stanno uscendo da questo consiglio sono numeri che non rispettano la volontà reale di tutti i cittadini della nuova città. La legge non ha stabilito la ponderazione quindi oggi chi è in minoranza stabilisce cosa deve fare chi è in maggioranza”. Il sindaco ha quindi ribadito l'importanza di rispettare i tempi previsti dalla legge Regionale, ma sui numeri ha ribadito la sua contrarietà sia al numero dei consiglieri e degli assessori, ma anche all'opposizione al nome “Pescara” della nuova città. “Abbiamo guardato al passato e non al futuro. Stiamo costruendo una nuova città e quindi le identità saranno inserite all'interno di una nuova realtà. Io non ci sarà sicuramente, qualcuno magari sì e auguro a qualcuno di voi di essere il sindaco della nuova città, ma di certo oggi non ci presentiamo nelle migliori condizioni”.

Una posizione condivisa dal consigliere Pd Marco Presutti che seppur apprezzando il procedere verso la nascita della Nuova Pescara, ha parlato di “un arrocco, una situazione di contrasto incomprensibile perché si è guardato più al passato che al futuro. È mancato il sentimento per fondare una città nuova con un dibattito su ciò che la città nuova vuole essere rispetto all'Adriatico allo scenario internazionale. È stato un dibattito surreale sulla conservazione di quello e deve rimanere dell'eredità passata”. Una visione miope degli amministratori che, per lui, si è palesata nel corso della seduta. “Non c'è stata l'idea di fondare la città nuova ma c'è stato l'uno contro uno ed è un male, ma la città sorgerà e tutto questo sarà cancellato”.

Ad essere mancato invece per il presidente del consiglio comunale di Montesilvano Valter Cozzi è stato “il rispetto per due comunità e lo abbiamo ascoltato. Qui – ha aggiunto sottolineando che per lui anche il referendum che ha portato alla nascita della Nuova Pescara – nessuno ha la superiorità morale nei confronti di nessuno. Se però c'è la volontà di portare a termine questo progetto si riparta dai punti d'incontro perché non può esserci nessuno che prevarica un altro o quello che è accaduto si ripeterà”. Per lui non vera neanche la narrazione delle poltrone dato che l'emendamento del Comune di Montesilvano presentato per la riduzione dei rappresentanti è stato approvato.

Positivo invece per Claudio Croce il bilancio della seduta nonostante le divergente. “Sono certo – ha detto annunciando la sua astensione dal voto per i temi cui si dice contrario e ricordando che tre anni fa non si voleva neanche farla nascere la Nova Pescara – che tra il 2024 e il 2027 avremo modo di migliorare quello che non siamo riusciti a fare adesso e trovare una maggiore condivisione”.

Insomma da parte di chi critica una seduta autoreferenziale, da parte di chi sostiene invece i contenuti del documento un importante passo avanti per arrivare alla fusione. Per ora, questo il dato di fatto, lo Statuto però non c'è e potrebbe passare con una votazione che decisamente non metterà tutti d'accordo.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Niente approvazione per lo Statuto e sul nome "Pescara" per la città metropolitana è secco il no di Montesilvano e Spoltore

IlPescara è in caricamento