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Il sindaco Masci replica al sindaco di Ancona sulla nomina dell'Autorità portuale: "Nessuna spartizione di poltone, serve una persona capace"

Il primo cittadino pescarese interviene dopo le dichiarazioni del sindaco di Ancona su presunte spartizioni di poltrone e poteri per quanto riguarda la nomina del direttore dell'Autorità portuale interregionale

Il sindaco di Pescara Carlo Masci interviene nel dibattito che si è acceso da qualche giorno fra l'Abruzzo e le Marche riguardante la nomina dei vertici dell'Autorità portuale del Mare Adriatico centrale. In particolare il sindaco replica alle dichiarazioni fatte dal sindaco di Ancona Valeria Mancinelli, che su un quotidiano locale ha parlato di manuale Cencelli e riti di spartizione di poltrone e cariche dietro le nomine per l'Autorità portuale. Secondo il sindaco, queste dichiarazioni sono lontane dai fatti ed hanno poco di politico, rischiando di gettare un'ombra sulle buone relazioni che da sempre caratterizzano le due regioni:

"Nello specifico delle imminenti nomine ai vertici dell’Autorità portuale di sistema del Mare Adriatico centrale (che sovrintende ai porti di Ancona, Pescara, Ortona, Falconara, Pesaro e San Benedetto), il sindaco di Ancona ha dato vita a considerazioni riconducibili evidentemente solo a una parte dei portatori di interesse pubblico, e non certamente ai rappresentanti delle amministrazioni locali abruzzesi che pure avrebbero molto da dire in un‘ottica di reale rappresentanza democratica di tutti i territori coinvolti.

Parlando di Pescara, da 10 anni stiamo vivendo il dramma del porto insabbiato, dal 2014 siamo costretti a convivere con i fanghi depositati dentro la vasca di colmata e con una palese difficoltà di rapporti con l’Adsp per quanto attiene alla gestione e l'attuazione del PRP; più in generale, da molto tempo la nostra realtà portuale usufruisce di finanziamenti troppo modesti e non al passo con il peso economico, sociale e infrastrutturale dello scalo marittimo. Tutto questo si è tradotto nella “fuga” dei nostri pescherecci da Pescara in altri porti, cosa che rende ancora più stringente la necessità - più volte sottolineata in passato e attualmente - di avere una sede distaccata"

La scelta, ribadisce il sindaco, deve ricadere su persone con competenze, con persone che abbiano una visione aperta e ampia di sviluppo dei rapporti con la sponda orientale dell'Adriatico, tenendo conto del sistema portuale complessivo senza posizioni preconcette e dominanti:

"Questa è la vera svolta per far sì che ogni realtà marittima possa pensare a un percorso di sviluppo; per quanto mi riguarda questa è l’unica cosa che mi sta a cuore, a patto che si scelga presto e soprattutto nel modo migliore. Nessun amministratore pubblico può infatti fare fino in fondo il bene dei suoi amministrati e del suo territorio in assenza di condizioni sufficienti di dialogo e collaborazione. A Pescara è la marineria che lo chiede, sono gli operatori economici dello scalo portuale a invocarlo da troppo tempo, tanto da essere esausti. Con tutto questo credo che il manuale Cencelli e i riti spartitori cui si fa riferimento il sindaco di Ancona abbiano nulla a che fare, soprattutto adesso che i Governatori delle due regioni stanno dimostrando su questo, e su altri temi, quella disponibilità al confronto che io per primo auspico nell’interesse di tutti."

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