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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Marsilio sulla zona arancione: "La legge non è chiara e Speranza sapeva, due giorni in meno sono cruciali per l'economia" [VIDEO]

Il governatore fa il punto della situazione e spiega le ragioni che lo hanno portato all'ordinanza sulla zona arancione firmata ieri 6 dicembre

La legge riguardante la permanenza delle regioni nelle fasce di rischio non è chiara, oppure è applicata male. Anticipare di due giorni l'entrata nella zona arancione è cruciale per l'economia abruzzese, considerando il periodo dell'anno in cui ci troviamo. Il presidente della Regione Marsilio interviene sulla questione dell'ordinanza firmata ieri 6 dicembre che di fatto ha collocato l'Abruzzo in zona arancione, con due giorni in anticipo rispetto a quanto concordato con il Governo che, per questo, ha diffidato lo stesso presidente.

Marsilio ha spiegato la questione giuridica che, a suo dire, non è chiara ed univoca e questo problema è stato sollevato da diverse Regioni nelle scorse settimane.

"La regola dei 21 giorni nella zona rossa è una questione di prassi più che di applicazione della legge. L'ultimo comma del dpcm prevede che la zona rossa abbia un'efficacia di almeno 15 giorni, ed in caso di constatazione di uno scenario inferiore dopo questo periodo si può chiedere una nuova classificazione. In una malattia la cura non può essere uguale per tutti i malati: ci sono regioni entrate in zona rossa avendo indice rt superiore a 2, e le terapie intensive saturate oltre il 100% o nell'area medica".

Il presidente poi ha dichiarato che a suo dire uno giorno o due in meno di permanenza non sono così gravi considerando l'andamento del contagio in Abruzzo, ma sono cruciali per il commercio e l'economia regionale considerando che si tratta dei giorni dell'Immacolata in cui le persone tradizionalmente effettuano gli acquisti dei regali di Natale, che rappresentano fino al 50% del fatturato dell'intero periodo.

"Serve buonsenso anche per il percorso inverso di uscita dalla zona rossa. L'Abruzzo è nella media nazionale per tutti i principali indici relativi al contagio, e quindi è legittimo che la nostra Regione chieda la declassificazione per la zona arancione. Fra l'altro l'impatto fra la zona rossa ed arancione è molto limitato, con l'apertura dei negozi rimasti chiusi e la ripresa di poche altre categorie oltre al ritorno a scuola delle seconde e terze medie. Noi avevamo dati da zona arancione già dal 27 novembre"

Marsilio ha fatto anche sapere che dal 18 novembre, data in cui è entrata in vigore l'ordinanza regionale sulla zona rossa, sono state portate da 68 a 80 le terapie intensive disponibili, da 165 a 166 le terapie sub intensive. Passano anche da 480 a 603 i posti in ricovero ordinario.

"Se avessi atteso i tempi del Governo per la zona rossa, ovvero il 23 novembre, avremmo perso giorni preziosi per limitare il contagio che in quel momento stava salendo in modo critico e quindi avremmo avuto necessità di più tempo per uscire sempre dalla zona rossa. Il comitato tecnico scientifico regionale invece mi ha subito allertato che la situazione stava diventando preoccupante e quindi sono intervenuto tempestivamente"

Il presidente ha anche aggiunto che, in merito alle differenze di contagi fra le quattro province, in realtà su Pescara e Chieti l'ordinanza regionale di zona rossa è stata provvidenziale, in quanto in quei giorni la curva stava pericolosamente salendo proprio in provincia di Pescara, che anche negli ultimi giorni aveva ancora un indice rt superiore rispetto alle altre. Grazie alla zona rossa, quindi, si è scongiurata una crescita fuori controllo, permettendo all'ospedale di Pescara di accogliere pazienti provenienti dalle province più interessate dall'ondata di contagi. Intanto, sul fronte dello screening con tamponi rapidi, in provincia dell'Aquila sono stati effettuati ad oggi oltre 85 mila test, con 290 positivi scovati. Nel fine settimana lo screening inizierà anche in provincia di Teramo fa sapere il governatore.

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