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Marsilio sulle riaperture dal 26 aprile: "Un rischio da affrontare, ragionevole portare il coprifuoco alle 23"

Il governatore ha parlato della questione delle riaperture delle attività e locali dopo il 26 aprile, intervenendo durante la trasmissione Start di Skytg24

Il rischio delle riaperture del 26 aprile va preso, per far ripartire il Paese che rischia il collasso. Lo ha detto il presidente della Regione Abruzzo Marsilio durante la trasmissione di Skytg24 Start, aggiungendo che se si rispetteranno rigorosamente le regole, sia da parte dei cittadini che degli operatori economici, si potrà gradualmente tornare a fare tutto contenendo il virus durante l'avanzamento della campagna vaccinale.

La vera pressione che subiamo tutti sul tema delle riaperture è il fatto che non c'è stata durante questo lungo e difficile anno- ha aggiunto-, la capacita' di mettere in sicurezza categorie economiche e i cittadini, non messi in condizione di lavorare con molti che sono allo stremo delle forze. Le insufficienti le misure di protezione sociale e la copertura economica dei danni subiti diventa la grande vera difficoltà.

È ovvio che dal punto di vista sanitario se tenessimo l'Italia chiusa per altri due mesi abbatteremmo il residuo di virus che ancora circola, e se con una spinta concreta nella distribuzione massiccia delle dosi di vaccino si riuscisse entro l'estate a mettere in sicurezza la fascia di popolazione sopra i 60 anni cambierebbe completamente tutto il quadro. Purtroppo ci arriviamo con un Paese allo stremo"

Sul coprifuoco da portare alle 23, come proposto da molte parti politiche, Marsilio si è detto favorevole parlando di un provvedimento ragionevole, soprattutto se si permette di cenare all'aperto specialmente al sud dove ci si avvicina a giornate miti e con la luce fino a tardi:

"Alle 13.30 il presidente Fedriga ha convocato una pre-riunione, per arrivare alle 17, quando ci confronteremo con il Governo, con una posizione unitaria. Novanta volte su cento le Regioni sono state capaci di trovare posizioni unitarie nei confronti di qualunque governo, a prescindere dalle colorazioni politiche".

Infine il governatore si è detto perplesso sull'ipotesi del pass vaccinale per lo spostamento fra regioni, soprattutto per la nascita e produzione di un nuovo documento o certificato e di nuova burocrazia:

"Penso che chi si è vaccinato o ha fatto il tampone entro le 48 ore, ha già un certificato che lo testimonia e sarebbe sufficiente nel caso esibirlo. Bisogna solo decidere se limitare la libertà delle persone non ancora vaccinate o che non possono o non vogliono vaccinarsi rispetto alla generalita' della popolazione. Questo è un problema molto complesso che tocca anche i diritti costituzionali".

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