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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Inchiesta Asl, Marsilio sul direttore generale rinviato a giudizio: "È un errore, convinto dell'innocenza di Ciamponi"

Il presidente della giunta regionale, Marco Marsilio, scarica anche tutte le colpe sul defunto Sabatino Trotta

«Sono convinto dell’innocenza di Vincenzo Ciamponi e gli rinnovo la fiducia, e lo invito a rimanere sereno. Sono certo che al termine del processo verrà riconosciuta la sua totale estraneità ai fatti».
A dirlo è il presidente della giunta regionale abruzzese, Marco Marsilio riguardo al rinvio a giudizio di Vincenzo Ciamponi, direttore generale della Asl di Pescara per gli appalti che sarebbero stati pilotati.

Poi Marsilio così prosegue: «Porto un grande rispetto per la procura e il tribunale di Pescara, che peraltro negli ultimi mesi hanno due volte prosciolto in istruttoria i dirigenti della Asl, riconoscendo la correttezza e la trasparenza del loro operato. Con lo stesso rispetto mi permetto di dire oggi che questa rinvio a giudizio è un errore: con questa scelta non potranno essere giudicati, ad esempio, i soggetti che facendo parte della commissione hanno alterato i punteggi di gara ingannando anche lo stesso Ciamponi, che si è trovato da firmare sul tavolo la determina di assegnazione dell’appalto viziata dalle trame corruttive messe in opera da Sabatino Trotta (valutazione personale del presidente Marsilio, ndr). Nel tentativo di dimostrare un’improbabile corruzione si rinuncia a perseguire almeno due corrotti sicuri, che resteranno indisturbati al loro posto di lavoro dentro l’Asl (altra valutazione personale di Marsilio, ndr)».

Poi il presidente della giunta regionale ci va giù pesante nel giudizio su Trotta (dal quale ci dissociamo non potendo più difendersi, ndr) che è morto suicida nel carcere di Vasto: «Quanto a Trotta, ho purtroppo sperimentato sulla mia pelle la sua doppia personalità e la valanga di millanterie che usava con le sue amanti e con il capo della cooperativa la Rondine per convincerli a dargli soldi in contanti. E le stesse carte dell’inchiesta dimostrano come più volte Trotta si sia fatto consegnare i soldi in contanti sostenendo di doverli portare ad altri, ma che in realtà tratteneva per sé. L’accusa a Ciamponi si regge solo su questo: Trotta si fa dare soldi da Dolce e Mattucci dicendo di doverli usare per corrompere Ciamponi, e approfitta del rapporto di amicizia con quest’ultimo per raccontare che la macchina comprata da Ciamponi per il figlio l’avrebbe pagata con quei soldi. Che peraltro sono il quadruplo di quanto la macchina vale. Concludendo con una battuta, ho più volte suggerito a Ciamponi di portare quel catorcio che ha comprato per il figlio e di parcheggiarlo in piazza salotto per esporlo al pubblico. Basterebbe vederlo per capire che se quello fosse davvero il prezzo di una corruzione per un appalto di parecchi milioni, Ciamponi più che la galera meriterebbe il manicomio». 

È bene ricordare che Sabatino Trotta venne arrestato in quanto indagato per presunti appalti pilotati ed è morto suicida nel carcere di Vasto poche ore dopo. Di conseguenza nessuna delle accuse mosse contro di lui è stata dimostrata in sede di giudizio. 

Inoltre IlPescara prende le distanze da quanto riferito da Marsilio, dichiarazioni che vengono riportate, naturalmente, per ragioni di cronaca. Mostrandoci disponibili a recepire repliche alle sue affermazioni da parte dei soggetti che sono stati chiamati in causa. 

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