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Marcozzi torna sui fondi regionali per centri antiviolenza e case rifugio: "Ritardi senza precedenti per colpa della burocrazia"

La consigliera regionale torna sulla questione dei ritardi nell'erogazione dei fondi per le strutture e comunità che accolgono donne e minori vittime di violenza

Una situazione di inerzia grave degli uffici regionali che procedono a rilento nell'erogazione dei fondi ai centri antiviolenza e case rifugio abruzzesi. A dirlo la consigliera regionale Sara Marcozzi, che torna sul tema dopo aver segnalato già qualche settimana fa i ritardi che rischiano di mettere in ginocchio queste strutture che sopravvivono grazie a questi fondi ed alla generosità dei volontari.

Parliamo di realtà che convivono con difficoltà quotidiane a far quadrare i conti nonostante la straordinaria funzione che svolgono per il territorio, offrendo un supporto a tutela delle donne vittime di violenza. Purtroppo non è la prima volta che mi trovo a dover denunciare il fatto che, ai provvedimenti dirigenziali, non seguano l'erogazione effettiva dei soldi. Gli ultimi gravi casi di ritardo riguardano la determinazione N. Dfp 013/74 del novembre scorso con cui si rimborsavano alcune Associazioni a seguito dei progetti portati avanti fino al settembre 2022. Da allora, però, non risulterebbero ancora erogate le somme spettanti. Un rallentamento che comporta intollerabili criticità per i Cav, costretti al recupero di somme anticipate e impossibilitati a stilare la programmazione per la realizzazione di progetti futuri”.

La Marcozzi ribadisce che, davanti alla violenza sulle donne, la burocrazia non può accumulare ritardi, ed anche il consiglio regionale ha dato un segnale chiaro stanziando 150 mila euro in più all'anno di fondi regionali per queste strutture:

"Mi auguro che questa nuova denuncia pubblica possa sbloccare l'iter una volta per tutte, e che, soprattutto, non sia necessario farne altre da qui ai prossimi mesi".

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