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Il M5s vuole la Nuova Pescara nel 2023: "Basta inutili rinvii"

I consiglieri comunale pentastellati criticano la decisione di voler rinviare la fusione fra Pescara, Montesilvano e Spoltore almeno al 2024

No ad ulteriori ed inutili rinvii della Nuova Pescara, il progetto va concluso nel 2023. A dirlo i consiglieri comunali del M5s di Pescara Erika Alessandrini, Paolo Sola e Massimo Di Renzo, che attaccano le parti politiche che vorrebbero il rinvio al primo gennaio 2024, votando contro durante la seduta di ieri 17 ottobre del consiglio comunale:

Il Movimento 5 stelle è stato l’unico gruppo consiliare che ha votato contro questa ulteriore perdita di tempo, chiedendo di applicare la legge regionale di costituzione della Nuova Pescara e facendo nascere il nuovo Comune dal 1 gennaio 2023 con lo scioglimento dei consigli comunali e la nomina di un commissario ad acta che procederà a tutti gli adempimenti necessari e non espletati, nei termini previsti, dall’amministrazione Masci e dalle altre due coinvolte

Come sempre quando si tratta di difendere la propria poltrona si ricrea il partito unico di destra e sinistra, che utilizza ogni scusa possibile per garantirsi la sopravvivenza anche solo di qualche mese. Concedere altro tempo a chi finora ha sprecato anni senza compiere un solo atto formale nella direzione della fusione, vuol dire prendere in giro cittadini e imprese che aspettano da troppo tempo la più grande rivoluzione amministrativa della storia degli enti locali italiani. Masci e la sua giunta sapevano da tre anni che entro il 2022 avrebbero dovuto procedere a compiere gli atti necessari alla nascita di Nuova Pescara al 1 gennaio 2023 e non possono esistere ulteriori crediti di tempo per chi ne ha perso così tanto"

I pentastellati ricordano la volontà popolare espressa con il referendum del 2014, quando i cittadini chiesero la fusione e l'approvazione nel 2018 della legge regionale che stabilisce regole, scadenze, compiti e obiettivi:

"I consiglieri comunali, membri dell’assemblea costitutiva, hanno il compito di redigere lo statuto provvisorio del nuovo Comune mentre i 3 enti, rappresentati dai 3 sindaci e dai loro esecutivi, hanno il compito di fondere servizi e strutture, sistemi operativi, bilanci, regolamenti e quanto altro rappresenta l’organizzazione e l’erogazione dei servizi comunali, dando input e scadenze alle proprie strutture dirigenziali nell’ottica dell’ottimizzazione e dello snellimento. Tutto questo doveva essere svolto entro quest’anno ed eventualmente ci si fosse trovati in uno stato avanzato e quasi completo, si sarebbe potuta ottenere la proroga al 2024, per poter completare il lavoro già ampiamente avviato. Invece le relazioni semestrali e la relazione conclusiva approvate nell’ultima Assemblea costitutiva di fine settembre, hanno mostrato una fotografia disarmante della totale inerzia che siamo costretti a subire.

I consiglieri parlano di una classe politica inadeguata e incapace, fra scuse come il Covid e la gestione straordinaria dell'emergenza per coprire la presunta totale indifferenza rispetto a questo tema e alla legge vigente:

"E oggi a fare gola non sono tanto i 12 mesi utili a compiere quanto doveva essere fatto dal 2018, ma i 5 milioni di euro per incarichi e consulenze messi a disposizione dal governo centrale e che, con molta probabilità, verranno sperperati in incarichi inutili da elargire per accaparrarsi una certa benevolenza elettorale in prossimità delle nuove elezioni amministrative, più che per dare concretezza ad un percorso che ancora oggi non ha un cronoprogramma, non ha obiettivi intermedi prefissati, non ha un planning operativo.”

Ora i consiglieri del M5s lanciano un appello ai colleghi degli altri due comuni coinvolti affinchè non votino la proroga dimostrando una visione più illuminata e mettendosi a disposizione del futuro commissario nominato dalla Regione Abruzzo.

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