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Filo spinato sul cancello dell'Icranet, Presutti (Pd): "In gioco c'è l'incolumità, l'amministrazione spieghi"

Il consigliere comunale del partito democratico raccoglie la denuncia dei cittadini e presenta un'interrogazione per sapere quale "esigenza di difesa" giustifichi l'installazione ad un solo metro di altezza e se il Comune ha dato il suo consenso

L'amministrazione faccia chiarezza su come sia possibile che su uno dei cancelli d'ingresso dell'ex stazione ferroviaria ora concesso all'Icranet (Intenational center for relavistic astrophysics network), campeggi un “rotolo” di fino spinato che mette a rischio l'incolumità di tutti, dei bambini in primis. A denunciarlo e a presentare un'interrogazione sulla vicenda è il consigliere comunale del Pd Marco Presutti che nel documento inviato al sindaco Carlo Masci e al vicepresidente del consiglio comunale Marcello Antonelli, sottolinea come siano stati i cittadini a segnalare “alla nostra attenzione una situazione davvero incomprensibile e foriera di pericoli”, ovvero quel filo spinato “dalle volute irregolarmente circolari” e piazzato a circa un metro di altezza e proprio per questo pericoloso soprattutto per i più piccoli “che potrebbero facilmente ferirsi toccando tale recinzione, che non si comprende in base a quale principio, e per fare fronte a quale esigenza, sia stata installata. La pericolosità è accentuata dal fatto che tale recinzione, oltre a essere posta in basso, si trova in un’area di fronte alla biglietteria delle autolinee in piazza della Repubblica e alle fermate degli autobus extraurbani, in quanto tale frequentata quotidianamente da migliaia di persone”.

L'esponente dem fa quindi riferimento alla Corte di cassazione e una sua sentenza del 15 aprile 2010 per ricordare che l'uso del filo spinato deve essere giustificato dall'esercizio di un diritto: “quello della difesa preventiva del diritto stesso, di natura patrimoniale o personale - si legge nella sentnza -. Affinché, però, la difesa del diritto mediante il ricorso agli offendicula possa ritenersi consentita, occorre che gli stessi non siano, di per sé e per loro stessa natura, idonei a cagionare eventi di rilevante gravità, come le lesioni personali o la morte di colui che il diritto protetto aggredisce. Se, invece, si tratta di strumenti che abbiano un'intensa carica lesiva e siano, dunque, idonei a cagionare conseguenze dannose all’incolumità personale, occorre, per l'applicazione della causa di giustificazione di cui all’art. 51 c.p., effettuare, anzitutto, un giudizio di raffronto e di proporzione fra il bene difeso ed aggredito e quello offeso ed, altresì, accertare se la presenza degli offendicula era stata debitamente segnalata ed evidenziata, in modo che l'aggressore potesse e dovesse conoscere il pericolo al quale volontariamente si esponeva”.

Parole chiare quelle della Corte di cui ora il consigliere comunale chiede conto all'amministrazione che è proprietaria dell'immobile. A questa, con la sua interrogazione, chiede dunque “se l'Icranet abbia comunicato la volontà di mettere il filo spinato e con quale “esigenza di difesa”, se l'amministrazione abbia acconsentito alla sua installazione e se l'uso del filo spinato nel caso specifico sia legittimato dalle norme e della giurisprudenza e “in modo particolare se sia idoneo a causare lesioni a danno dei cittadini, in modo particolare dei bambini, e se la presenza di tale insidia sia stata segnalata in modo adeguato a garantire l’incolumità degli utenti di piazza della Repubblica e della fermata delle autolinee extraurbane”. Alla luce di tutto questo Presutti chiede infine “per quale ragione l’amministrazione non è intervenuta per tutelare l’incolumità dei cittadini e cosa intende fare a questo punto”.

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