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Pescara, Zelli: "La banda di Luciano D'Alfonso affonda l'Abruzzo"

L’esponente di Azione Politica interviene sulla scelta del governatore regionale di non rassegnare le dimissioni: "Del resto lui era stato “chiaro” fin dall’inizio, quando aveva dichiarato che avrebbe atteso la composizione dell’Esecutivo nazionale"

“Non è D’Alfonso il male d’Abruzzo. Il male d’Abruzzo sono sedici consiglieri che, in barba a qualunque senso dell’istituzione, responsabilità amministrativa o politica, hanno scientemente portato all’esasperazione il dibattito dell’assise regionale per poi “salvare” il loro – solo il loro – presidente. Consentendogli persino di superare l’ostacolo della regola a garanzia della democrazia e del popolo abruzzese”.

A dichiararlo è Gianluca Zelli, esponente di Azione Politica, dopo aver appreso dagli organi di stampa della scelta operata dal governatore regionale di rimanere “avvinghiato alla poltrona di presidente”.

“Del resto - aggiunge Zelli - D’Alfonso era stato “chiaro” fin dall’inizio, quando aveva dichiarato che avrebbe atteso la composizione dell’Esecutivo nazionale. Esecutivo che evidentemente stenta a nascere e, con ogni probabilità, non nascerà. Ma non è questo che mi colpisce. Mi colpisce la complicità degli uomini del presidente che, come tanti ammaestrati “yes-man” hanno sostenuto la sua linea temporeggiando, cincischiando, loro primi fautori di una vergogna tutta casalinga che non aiuta la nostra terra, svilisce il ruolo della Regione e allontana, se possibile ancor più, l’istituzione dalla cittadinanza”.

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