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Sui fondi pnrr per il potenziamento della ferrovia Pescara-Roma scoppia il caso: Marsilio rassicura, ma le opposizioni attaccano

Se non saranno quelli del piano di ripresa e resilienza saranno quelli del Fondo di coesione sociale, spiega il presidente assicurando che l'opera resta nell'agenda di governo, ma da M5s, Pd e Azione piovono critiche e si chiede chiarezza sul se l'opera si farà o no

Il potenziamento della ferrovia Pescara-Roma fuori dal pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza)?  Forse, ma anche se così fosse il progetto resterebbe nell'agenda di governo rassicura il presidente della Regione Marco Marsilio sottolineando che sarebbe stata cosa nota che i primi due lotti potrebbero essere finanzianti con altri fondi.
“Sapevamo da tempo – dichiara – che quest'opera aveva accumulato molti ritardi nella procedura autorizzativa. Per questo esiste la possibilità che Rfi non possa garantire al governo il completamento entro il 2026 e per questa ragione – dice ancora il presidente – con i ministri Salvini e Fitto avevamo già condiviso l’opportunità di utilizzare, nell’eventualità, i fondi della Coesione in sostituzione di quelli del Pnrr per i primi due lotti, e che per i lotti successivi il governo ne avrebbe garantito il finanziamento non appena le progettazioni in corso fossero mature per andare in appalto”.

Insomma secondo quanto riferito da Marsilio tutto procederebbe in modo regolare tanto che già nelle scorse settimane, Rfi, proprio Rfi per tramite del commissario straordinario Maclelo ha annunciato l'avvio dell'appalto per la realizzazione dei primi due lotti (Interporto-Manoppello-Scafa) “sui quali – precisa - nel frattempo quasi tutti i comuni e la Regione hanno fornito l’intesa in conferenza dei servizi”. “Se Rfi e mit dovessero confermare la finanziabilità dell’opera con i fondi pnrr saremmo i primi ad esserne felici, ma per le ragioni appena descritte, non abbiamo alcun timore sul fatto che l’opera rientra comunque tra gli obiettivi strategici del governo e che sarebbe in ogni caso finanziata con altre fonti di finanziamento ugualmente efficaci”, conclude Marsilio.

Parole sposate dal capogruppo regionale di Fratelli d'Italia Massimo Verrecchia. “Non c'è motivo di preoccupazione – afferma -  Il ministro Salvini, nel recente incontro avuto il 10 maggio con le forze sindacali ha ribadito la volontà dell'esecutivo di portare avanti questa opera. A conferma di ciò, i primi due lotti partiranno in tempi stretti, uno sul versante laziale e uno su quello abruzzese. Cambiano solo le fonti di finanziamento”.

Dunque su quali siano in fondi non c'è certezza, ma la certezza sarebbe nel fatto che l'opera si farà. La possibile però uscita dai finanziamenti pnrr ha destato reazioni dalle opposizioni politiche.

Per il Movimento 5 Stelle l'ennesima prova di inaffidabilità del governo nazionale e di quello regionale

Nell'augurarsi che la cancellazione dei fondi non sia vera, attaccano la senatrice del Movimento 5 Stelle Gabriella Di Giorolamo e il consigliere regionale Giorgio Dedele, l'eventuale conferma, dichaira la prima, “sarebbe l’ennesimo affronto nei confronti degli abruzzesi e, in particolare modo di quelle aree interne già pesantemente penalizzate da miopi politiche regionali”.

Nel sottolineare che secondo quanto riportato dalla stampa nazionale i fondi che erano destinati al raddoppio ferroviario potrebbero essere dirottati altrove, Fedele aggiunge che se così fosse ci si troverebbe di fronte all'ennesima prova della “inaffidabilità di questo governo regionale a trazione centrodestra”. I due ricordano quindi che fu il governo Conte a dichiarare la strategicità dell'opera riconosciuta dal piano ministeriale “Italia Veloce” e che è stato lo stesso ad attivarsi per trovare i fondi.

“È stato un lavoro di squadra intenso e proficuo proprio perché siamo riusciti a mettere d’accordo tutti su quanto fosse indispensabile investire su un’infrastruttura vitale per le aree interne dell’Abruzzo. Avevamo intercettato 620 milioni di euro derivanti da fondi pnrr: di questi, 210 milioni di euro erano destinati alla tratta Tagliacozzo-Avezzano e 124 milioni di euro a quella Sulmona-Pratola Peligna”, precisano. “Questo governo ha poi scippato i 210 milioni per destinarli altrove e ora, a distanza di altri mesi, non contenti di quanto già fatto, hanno preso ciò che restava. Il risultato è sotto agli occhi di tutti e rivela che a questo centrodestra non interessa affatto potenziare il collegamento ferroviario”, concludono Di Girolamo e Fedele chiedendo chiarezza a Marsilio.

Per il Pd solo “la cronaca di una morte annunciata”

“È la cronaca di una morte annunciata” affermano Nicola Maiale, Leo Marongiu e Francesco Piacente, segretari del Partito Democratico rispettivamente in provincia di Pescara, Chieti e dell’Aquila. Per loro la notizia del mancato finanziamento pnrr dimostrerebbe la “sincerità” del ministro Salvini che a dicembre rispondendo in commissione al senatore Fina “ammise le difficoltà – ricordano -. Poi solo una serie di fumose rassicurazioni da parte degli esponenti regionali, le ultime solo qualche giorno fa alla riunione del comitato di monitoraggio ad Avezzano. Oggi si parla di rimodulazione e intanto la prima tranche di finanziamenti, pari a oltre 600 milioni di euro, è svanita”. Anche loro ora vogliono risposte chiare e cioè sul se l'opera si farà e in che tempi.

L'invito di Azione al governo perché garantisca la realizzazione dell'opera

Se confermata la notizia, interviene il deputato di Azione Giulio Sottanelli “sarebbe una decisione grave, perché significherebbe rinunciare a un’opera necessaria, che collegherebbe le due città in meno di due ore, offrendo allo stesso tempo un’alternativa sostenibile al trasporto su ruota”. Nel ribadire lo scotto pagato dall'Abruzzo nel non avere un'infrastruttura adeguata e dunque in termini di sviluppo economico e turistico, il deputato invita “il governo centrale e il ministro Salvini a confermare gli investimenti importanti per la nostra Regione intervenendo in maniera particolare sul collegamento ferroviario tra Roma e Pescara e sul trasporto su ruota, in modo da recuperare il gap infrastrutturale che, ormai da troppi anni, penalizza fortemente il nostro territorio”.

“Questa trasversale ferroviaria” - aggiunge il vicesegretario regionale di Azione Giovanni Luciano che è responsabile regionale sul tema dei trasporti - o si ammoderna ora o mai più. Sarebbe davvero delittuoso quindi privare l’Abruzzo dell’unica possibilità di sviluppo economico tramite un collegamento veloce est-ovest che, tra l’altro, consentirebbe l’apertura ai traffici di Spagna e Balcani e fungerebbe da volano per la Marsica e la Valle Peligna e per i porti di Ortona e di Vasto. Togliere dal tavolo questi investimenti con stazioni appaltanti pronte vorrebbe dire tarpare le ali ad interi settori produttivi”, conclude

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