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Sabato, 20 Aprile 2024
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Ferro di Cavallo, per il M5s con il progetto Ater resta un "ghetto": "Sì all'abbattimento, ma va modificato"

I consiglieri comunali chiedono un incontro all'Agenzia territoriale per l'edilizia pubblica lamentando un progetto "calato dall'alto" e che si limita a creare un'apertura di 20 metri senza prevedere la riqualificazione degli spazi verdi

“Un piccolo spazio di venti metri che si apre si via Tavo. Sarebbe questa la grande soluzione che gli architetti nominati dall'Ater e i consulenti nominati nel gruppo di progettazione prevedono per la città”. I consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle dicono sì al Ferro di Cavallo, ma no ad un progetto pensato che vuole cambiare per non cambiare nulla, sostengono. Per come è pensato il progetto approvato dall'Ater e la cui delibera oggi sarebbe dovuta approdare in consiglio comunale, ma che è stata ritirata per un errore in essa contenuta, creerà una sorta di nuovo ghetto per la capogruppo Erika Alessandrini e i consiglieri Massimo Di Renzo e Paolo Sola che chiedono un incontro all'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale non solo per modificarlo, ma anche di farlo attraverso quella partecipazione pubblica “che era stata promessa”, sottolinea Alessandrini.

ferro di cavallo progetto 1

Il progetto Ater per la ricostruzione del Ferro di Cavallo visto dall'alto

Quello che approda in Comune e che sarà ripresentato per l'approvazione tra pochi giorni fatta la correzione alla delibera, è un progetto che “viene calato dall'alto”, aggiungono i consiglieri M5s che sottolineano come se i fondi per ricostruire le abitazioni ci sono, a non esserci "sono i finanziamenti per la riqualificazione della piazza sottostante e degli spazi pubblici: se riqualifichi solo l'oggetto edilizio e non quello che c'è intorno non hai risolto niente”, incalza Alessandrini spiegando che quei fondi non ci sarebbero perché "il Comune è arrivato 270esimo nel bando delle periferie: non sono stati in grado di reperirli". Insomma, per i Cinque stelle il progetto attuale non farebbe altro che creare un nuovo spazio "chiuso" in cui far continuare a proliferare l'illegalità. 

I pentastellati chiedono anche chiarezza “sul ruolo dell'architetto Michele Lepore che è delegato del comitato scientifico nato attorno dal progetto, ma che non si sa da chi è stato nominato per il controllo e il monitoraggio dello stesso e che sappiamo essere consulente all'interno del Comune e docente all'università: un'architetto uno e trino che tira le fila dei progetti all'interno della città”. I consiglieri comunali sottolineano poi come non siano gli unici a chiedere di rivedere il progetto citando don Max, il parroco della chiesa dei Santi Angeli Custodi che sul tema ha scritto una lettera aperta appellandosi alle istituzioni e “tutta la comunità delle associazioni di quartiere che ha il nostro stesso dubbio e chiede con fermezza una modifica – conclude Alessandrini -. Siamo stati i primi a parlare di abbattimento e lo sosteniamo con forza, ma va verificato cosa ricostruire e se ricostruire in quel luogo viste le case popolari già in costruzione che prevederanno una massiccia presenza di persone nel quartiere”. Di qui la richiesta all'Ater di un incontro, aperto anche ai cittadini, per rivedere l'attuale progetto di abbattimento e ricostruzione (56 gli alloggi che saranno realizzati) del Ferro di Cavallo.

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