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Emergenza pediatri nel Pescarese, Blasioli (Pd): "La giunta Marsilio prenda un impegno serio"

Il consigliere regionale democratico avanza alcune richieste per un problema che affligge da tempo le famiglie della Val Pescara e dell'area Vestina

"La giunta Marsilio prenda un impegno serio per i bambini e le loro famiglie".
A chiederlo è Antonio Blasioli, consigliere regionale del Pd, riguardo all'emergenza pediatrica in Val Pescara e nell'area Vestina.

Come ricorda l'esponente democratico, la provincia di Pescara soffre ormai da due anni di una grande carenza di pediatri, una situazione che mette a serio rischio il diritto alla salute di tanti bambini che abitano soprattutto negli ambiti della Val Pescara, che comprende i 13 comuni di Scafa, Turrivalignani, Roccamorice, Caramanico Terme, Abbateggio, Lettomanoppello, Manoppello, Sant'Eufemia a Maiella, Alanno, Cugnoli, Serramonacesca, Salle e San Valentino in Abruzzo Citeriore, e dell’area vestina, che include gli 11 comuni di Brittoli, Carpineto della Nora, Civitella Casanova, Collecorvino, Farindola, Loreto Aprutino, Montebello  di Bertona, Penne, Picciano, Vicoli e Villa Celiera, ma giungono segnalazioni di carenze e disservizi anche da altre zone dell’Abruzzo.

"Io voglio ringraziare Silvia Gioffrè, che è una mamma di Scafa che ha animato il comitato di genitori già in tante iniziative svolte qui come in altre sedi istituzionali", dice Blasioli, "hanno iniziato l’8 giugno 2021. Per i bambini degli ambiti della Val Pescara e dell’area vestina, e in generale per quelle delle aree montane e interne che hanno un numero ridotto di pediatri, vogliamo chiedere nuovamente alla Regione Abruzzo di prendere un impegno serio, già possibile in precedenza, come diremo, ma facilitato anche da un interessante nuovo elemento, che va utilizzato fin da subito, senza attendere gli Accordi integrativi regionali, che comunque chiediamo di sottoscrivere il prima possibile".

Poi il consigliere regionale Dem ricorda che "il 28 aprile 2022 la conferenza Stato, Regioni Province autonome ha sancito l’intesa sul nuovo accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici pediatri di libera scelta per il triennio 2016-2018. Lo aspettavamo da tempo e lo avevamo già annunciato. Che lo aspettassimo lo rivela il fatto che è per il triennio 2016-2018, ma opererà dal 28 aprile 2022 fino a nuovo Accordo Collettivo Nazionale. E’ un accordo che contiene molte novità, anche per la disciplina derogatoria al numero dei pediatri e per la complementarità dell’assistenza, ma porta con sé un problema. Il rapporto ottimale, di cui all’articolo 30, prevede infatti che gli accordi integrativi regionali possono determinare rapporti ottimali diversi per l'intero territorio regionale o per singoli ambiti territoriali (e questa è una novità rispetto al precedente Accordo nazionale) o, in base alle caratteristiche demografiche, delle peculiarità geografiche del territorio e dell’offerta assistenziale, nonché di specifiche difficoltà assistenziali locali. Ma c’è di più. L’ultimo comma dell’art. 30 prevede anche un’ulteriore possibilità di deroga in capo alla Asl che, per garantire l’assistenza pediatrica, può procedere all’individuazione di un ambito carente in deroga al presente articolo, previo parere del Comitato aziendale. Si tratta quindi di un parere non vincolante, altrimenti sarebbe stato scritto o utilizzato il termine “accordo” ed è una previsione ulteriore rispetto alle deroghe che già possono essere contenute nell’accordo Integrativo regionale. Pur non essendo argomento di oggi, vogliamo evidenziare anche un’altra importante novità prevista dall’art. 28 dell’accordo collettivo nazionale, e cioè gli Aft (aggregazioni funzionali territoriali), che poi hanno ruolo per il rapporto ottimale. Sostanzialmente la Aft garantisce l’assistenza pediatrica, su un ambito territoriale, riferito alla popolazione 0-14 anni, definito dall’azienda per ogni distretto in ragione del numero di pediatri di libera scelta e delle caratteristiche orografiche e di offerta assistenziale sul territorio. Con l’istituzione della Aft è comunque garantita la diffusione capillare degli studi dei pediatri di libera scelta nell'ambito dei modelli organizzativi regionali. Tra le sue attività più importanti c'è la realizzazione dell’assistenza pediatrica, nel territorio del distretto, nei giorni feriali, nella fascia oraria 8-20".

Poi Blasioli prosegue: "Un deciso passo in avanti che, pur ribadendo il rapporto di un pediatra ogni 600 bambini di età 0/6 anni, tiene conto di tante esigenze manifestate in questi due anni dal comitato, dai sindaci, dagli amministratori, per la morfologia del territorio, per il numero minimo di pediatri (due) che non garantisce la libera scelta, per la distanza tra i Comuni e gli ambulatori dei pediatri, per le difficili condizioni meteo in alcune stagioni dell’anno in un territorio costituito prevalentemente da piccoli centri in aree montane. Se la strada è tracciata, i tempi non sono brevi. La prima norma transitoria infatti, prevede che per quello che riguarda il rapporto ottimale, vige il precedente accordo collettivo nazionale fino alla stipula degli accordi integrativi regionali che, in base al meccanismo di cui all’art. 8, prevede il termine di sei mesi per gli atti di programmazione le istituzioni delle Aft (Aft – aggregazione funzionale territoriale e Uccp – unità complessa di cure primarie) e 12 mesi da questi atti di programmazione per i nuovi accordi integrativi regionali. E’ chiaro ed evidente che, mentre in ogni altra Regione d’Italia si trovano accordi, intese o deroghe che sono già consentite e che lo saranno ancor di più quando anche il Rapporto ottimale di questo Accordo collettivo nazionale entrerà in vigore (al massimo tra 18 mesi), la Regione Abruzzo assiste inerte alla carenza di pediatri e alla mancanza di cure sanitarie adeguate per i bambini tra 0 e 6 anni".

Queste le richieste che vengono fatte alla giunta Marsilio e all'assessore Verì: introdurre deroghe al rapporto ottimale per gli ambiti più disagiati. Lo prevede espressamente il nuovo accordo nazionale (si tratta solo di precorrere i tempi per qualche mese a vantaggio della richiesta di tutela dell’infanzia) e lo consente anche il precedente, senza vincolarlo alla volontà dei sindacati. In base al criterio del rapporto ottimale del precedente accordo collettivo nazionale; qualora l’assessore non condividesse questa interpretazione la invitiamo ad avanzare una richiesta di parere al Sisac che chieda quale sia il percorso  necessario per le deroghe, ma inviteremo anche i nostri Parlamentari a fare altrettanto; apprezziamo e rafforziamo la richiesta del sindaco di San Valentino in Ac Antonio D’Angelo di portare l’argomento al comitato dei sindaci, come formalizzato nella richiesta del 6 maggio 2022; se non otterremo risposte provvederemo a richiedere un consiglio regionale straordinario sull’assistenza pediatrica negli ambiti montani e delle aree interne.

Questo invece quanto aggiunge la Gioffrè, portavoce dei genitori del distretto sanitario di Scafa: "Siamo soddisfatti sì, ma non del tutto ovviamente. Pian piano stiamo ottenendo riscontri positivi alle tante criticità che da tempo evidenziamo, ma la Regione Abruzzo deve seriamente prendere in mano la situazione ed agire in modo determinato. La nostra richiesta è che nel nuovo Accordo Collettivo Regionale sia previsto, per la determinazione delle carenze di pediatri, anche il conteggio dei bambini nella fascia di età 6-12 anni, ad oggi non ricompresi; questi bambini esistono, è la norma che deve adeguarsi alla società e garantire loro un’adeguata ed equa assistenza sanitaria".

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