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Criminalità e sicurezza, le richieste del sindacato di polizia ai candidati alle politiche: il problema c'è e va affrontato

Una lunga lettera e tanti punti critici quelli sollevati di cui si chiede di farsi carico con il nuovo governo per assicurare la presenza sul territorio e arrivare lì dove l'impegno non basta, un dato su tutti: entro il 2025 un terzo degli agenti andrà in pensione

“Mentre si continuano a chiedere sacrifici e sforzi alle donne e agli uomini in divisa, il tema della sicurezza continua a scivolare sempre più in basso nella lunga lista delle cose da fare e si continuano a rinviare problematiche non più rimandabili”.

Inizia così la lettera che il sindacato provinciale della polizia (Fsp) ha inviato ai candidati abruzzesi alle elezioni del 25 settembre con cui si chiede maggiore attenzione sul tema e soprattutto di risolvere alcune annose problematiche che interessano proprio il territorio di Pescara a cominciare dal fatto che se la città conta 120mila residenti, l'agglomerato urbano ne conta complessivamente circa 360mila. Il primo dato di cui tenere conto, dunque, è quello emerso dagli ultimi pubblicati dal ministero dell'interno e dalla Dia (Direzione investigativa antimafia) “che hanno rilevato sul territorio pescarese infiltrazioni della criminalità di stampo mafioso pugliese, calabrese, campana e siciliana, nonché le annose e gravi situazioni della criminalità locale, fotografano in maniera inconfondibile un territorio che invoca sicurezza”. Riferimento che il sindacato fa anche all'operazione del 26 luglio coordinata dalla procura di Reggio Calabria che ha interessato anche Pescara portando, complessivamente, a 12 arresti e il sequestro preventivo di circa 32 milioni di euro senza dimenticare l'agguato nella strada parco che ha portato alla morte dell'architetto Walter Albi e il grave ferimento del 48enne Luca Cavallito. Un fatto che, sottolinea l'Fsp, rimanda agli omicidi di Italo Ceci ex componente della banda Battestini del 21 gennaio 2021 e quello di Alessandro Neri, detto Nerino, del 18 agosto 2018 e oggi ancora senza un colpevole. La dimostrazione dunque che di sicurezza in città c'è bisogno di parlare e per farlo, prosegue la lettera inviata ai candidati, sono diverse le problematiche organizzative che vanno affrontate e che si chiede si portino all'attenzione del governo che si andrà ad insediare.

Tra i problemi da affrontare i pensionamenti a fronte dei quali si deve procedere “immediatamente” a nuove assunzioni dato che, denunciano, entro il 2025 andranno in pensione solo per ragioni di anzianità, circa un terzo dei poliziotti in servizio attualmente. C'è poi la già avanzata richesta di riclassificare tutti i reparti della provincia di Pescara attualmente sottovalutati, sottolinea il sindacato. Si chiede quindi l'istituzione del reparto Mobile di Pescara “anche eventualmente in forma congiunta con quello esistente di Senigallia, atteso che le esigenze del territorio sono praticamente quotidiane tra eventi sportivi, politici e esigenze della cosiddetta movida”.

Tra le richieste anche l'istituzione di un posto di polizia fisso nel Comune di Montesilvano e nella Vl Pescara o comunque nelle aree interne, ad esempio nel territorio di Penne che potrebbe ospitarlo nel dismesso distaccamento della polizia stradale. Personale specializzato Uopi (Unità operative di primo intervento) si chiede anche per il reparto prevenzione crimine di Pescara “alla luce del rinnovato quadro operativo che prevede l’intervento delle predette unità anche in occasione di reati di grave entità” oltre all'istituzione nella provincia di un distaccamento delle nascenti Sisco (Sezione investigative per le attività di contrasto della criminalità organizzata) destinate alle città sedi delle direzioni distrettuali antimafia con competenza interprovinciale, attese le impellenti esigenze di fronteggiare la criminalità organizzata in un territorio strategico per la Regione. Quindi le dotazioni per contrastare la cosiddetta criminalità “da strada” per cui si chiedono più armi non letale come le pistole ad impulsi elettrici, gli spray urticanti, insieme a quella delle body-cam.

Infine la tutela delle professionali e della qualità della vita per cui si chiede di mantenere fede alle promesse fatte sulle coperture assicurative rispetto agli infortuni professionali e sulla tutela legale. Richiesti anche protocolli operativi per salvaguardare gli uomini e le donne della polizia il profilo penale oltre all'adeguamento dello stipendio dato che, sottolinea il sindacato, le forze di polizia italiane sono tra le meno pagate dell'unione europea. Ci sono poi le indennità accessorie ferme da molti anni, denuncia. Infine si richiede nell'immediato una previdenza dedicata che vada a restituire integralmente, agendo sui coefficienti pensionistici, quanto perso a causa della mancata istituzione della previdenza complementare. “In tal senso – conclude la lunga lettera - auspichiamo la creazione di un polo nazionale contabile amministrativo che accentri tutte le prestazioni previdenziali in favore del personale della polizia, alla stregua di quello già esistente per l’esercito italiano (inaugurato nel 2019 a Chieti), per il quale proponiamo l’ubicazione proprio nella provincia di Pescara ideale per la vicinanza alla città di Roma”.

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