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Comunali pescara 2019

Elezioni Comunali Pescara, l'intervista alla candidata sindaco Sclocco del centrosinistra

A sostenere la candidatura della Sclocco è il centrosinistra di cui fanno parte il Pd, Pescara Città Aperta e Per Sclocco sindaco

L'ex assessore regionale alle Politiche Sociali, Marinella Sclocco, è tra gli 8 candidati sindaco che domenica prossima, 26 maggio, si sfideranno per prendere il posto del primo cittadino uscente, Marco Alessandrini.
A sostenere la candidatura della Sclocco è il centrosinistra di cui fanno parte il Pd, Pescara Città Aperta e Per Sclocco sindaco.

Queste le risposte ai nostri quesiti, gli stessi posti agli altri sette candidati sindaco.

Cosa intende fare per riportare la qualità delle acque della costa a un livello accettabile?

«Per me la buona qualità delle acque di fiume e mare non è un progetto dell’ultima ora, ma una realtà su cui lavoro da tempo e che è già in cantiere grazie al mio impegno in Regione e ai fondi milionari stanziati. Sono 32 i milioni di euro assegnati in larghissima parte dalla Regione mentre io ero nell’esecutivo, di cui 12 milioni solo per il potenziamento del depuratore i cui lavori sono già partiti. E pensare che tutto era immobile da decenni, ma con me l’aria cambia totalmente. Così come ho lavorato senza sosta in Regione Abruzzo, portando risultati tangibili, tanto più mi impegno fin da adesso con i miei concittadini a portare a termine questi lavori con un ritmo serrato. Pescara e il suo mare diventeranno un modello per tutto l’Abruzzo, un punto di attrazione turistica, oltre che un luogo da vivere per la sua gente. Il potenziamento del depuratore è già in atto, a breve verranno costruite anche delle vasche che serviranno a contenere e a purificare in uno primo step le acque piovane, rallentandone l’affluenza nel depuratore stesso. E verrà finalmente sdoppiata la rete fognaria cittadina. Il mio è un progetto serio, fattibile e trasparente. Tanto che, per la sicurezza dei cittadini, installeremo diversi maxi schermi con la qualità delle acque del nostro mare aggiornata in tempo reale attraverso i dati di monitoraggio dell’Arta».

Ha intenzione di affrontare il problema del cementificio e della riqualificazione della zona?

«Assolutamente sì, ci riprenderemo l’ex cementificio con un progetto condiviso con i cittadini. Tocca a noi uscire da una situazione di degrado che fa male a tutti, trasformando il cementificio da simbolo negativo in nuova immagine e volano per la città. Il mio è un progetto già messo in atto in altri luoghi, come ad esempio Barcellona, dove una fabbrica di cemento risalente ai primi del Novecento è stata trasformata in un tempio dell’architettura, tra giardini pensili e stanze dai soffitti altissimi. Useremo quella struttura per dare nuova spinta al lavoro giovanile: ci saranno spazi per il coworking, ovvero di condivisione di un ambiente di lavoro pur mantenendo un’attività indipendente. Un polo operativo dove persone di talento e intraprendenza si muoveranno in sinergia aprendosi a nuove opportunità lavorative. L’esterno diventerà invece un inno al verde e alla vivibilità. Sul come farlo abbiamo le idee chiare: ci sarà un intervento prima di tutto di riacquisizione dell’area o un accordo con la società nuova proprietaria, e poi la bonifica, con un piano di caratterizzazione e verifica della concentrazione di inquinanti presenti. Il tutto, sempre con il coinvolgimento di pubblico, privato e fondi europei, unico modo per portare a casa il risultato. La mia è un’idea forte, legata al lavoro, al verde e alla qualità della vita: un luogo alternativo, vivace e aperto alla socialità, ma anche un polo di interesse dove la natura industriale non venga rinnegata ma trasformata, diventando forza attrattiva. Un’idea che ha già la forza per camminare».

La sicurezza è un tema molto caldo che riguarda non solo le periferie. Cosa intende fare per rendere la città più sicura?

«L’insicurezza dei cittadini deriva dalla presenza di fenomeni delinquenziali che il più delle volte è indotta da condizioni di disagio sociale, economico e giovanile, ecco perché accanto alla già definita e finanziata installazione di quasi 300 telecamere in tutta la città e alla promozione delle attività di controllo, abbiamo pronta una strategia di potenziamento e di specializzazione dei servizi, anche e soprattutto attraverso l’integrazione delle politiche sociali con quelle sanitarie. Concretamente, i primi interventi riguarderanno una sede distaccata del Comando dei vigili urbani in ognuno dei quartieri più a rischio. E ancora, misure politiche che aiutino a risolvere il tema delle nuove povertà, come il Baratto Sociale e il potenziamento e l’apertura di nuovi Centri per l’ascolto e per servizi di assistenza anche domiciliare, per le problematiche degli anziani, del disagio giovanile, delle nuove e vecchie povertà. L’attuazione e il potenziamento del sistema Pedibus, ovvero il percorso scuola-casa pedonale e sicuro, per tutte le scuole, sia centrali che periferiche, da attuare mediante l’impiego di personale di assistenza e vigilanza specificatamente qualificato. L’implementazione delle attività innovative di inclusione attiva, dal co-housing sociale all’inclusione lavorativa dei disabili. Poi, nell’ottica di costruire un sistema sociale e cittadino più efficiente ed efficace, intendiamo reintrodurre i Comitati di Quartiere che porteranno alla riattivazione delle cosiddette antenne istituzionali su tutto il territorio».

Quali sono gli interventi necessari affinché Pescara diventi realmente una città turistica?

«Cambieremo il volto di Pescara sotto il profilo dell’ambiente e della vivibilità e nella prima settimana di luglio daremo a tutti la possibilità di fare una passeggiata in barca gratuitamente, in modo che risalendo il nostro fiume ne possano ammirare la bellezza e le potenzialità, perché, come accade in tutte le città nord europee, il fiume è una risorsa e un’attrattiva, non una pattumiera. Abbiamo a disposizione 54 ettari di terreno lungo le due sponde del fiume, ne faremo un grande Parco Fluviale, con piste ciclabili, caratteristici street food, rimessaggi di barche e canoe. E poi riorganizzeremo le banchine fluviali, da inserire in un sistema turistico-ambientale di qualità, che comprenda il Museo del Mare da rendere finalmente fruibile, lo spostamento nella zona del porto e la valorizzazione del Centro Studi Cetacei, e poi nuovi spazi pubblici, un Museo della Marineria, e la valorizzazione degli spazi per le attività della pesca, del pescaturismo e del tempo libero. Un ruolo di rilievo avranno poi il Porto Turistico e l’area dell’ex Cofa che ospiterà un grande Parco Botanico del Mare Mediterraneo, un’area attrezzata con impianti e strutture per bambini, sport e tempo libero, dallo skatepark fino al Parco Primo Sport 0246, un’esperienza ben riuscita in diverse città italiane per avvicinare i bambini alle attività sportive, prime tra tutte quelle acquatiche. Pescara diventerà una città ancora più bella da vivere e da visitare».

Quali saranno le sue politiche in materia di mobilità sostenibile?

«Vanno immaginati progetti a breve, medio e lungo termine attraverso cui rivitalizzare tutti i punti della città, dal centro alle periferie, promuovendo nuove forme di mobilità e nuovi assetti di rete. Tra i nostri temi principali va considerato il potenziamento e la valorizzazione delle Riviere, da aprire ad una sempre maggiore fruibilità di cittadini e turisti, attraverso l’introduzione di forme di mobilità morbida che preveda la chiusura al traffico veicolare di attraversamento urbano, il potenziamento dei percorsi ciclo-pedonali, l’introduzione di un servizio pubblico di navette basato esclusivamente su mezzi elettrici. E ancora, la realizzazione di una metropolitana elettrica di superficie che favorisca l’accesso alternativo e di massa al centro e alle aree balneari attraverso due linee circolari, a sud e a nord del fiume. Puntiamo poi al ripristino del bus notturno con implementazione delle linee e dei collegamenti, e la messa in rete e riconnessione delle piste ciclabili esistenti per realizzare la cosiddetta Bicipolitana cittadina. Promozione e implementazione del bikesharing e apertura di un ufficio comunale per la marcatura antifurto e le informazione sulle ciclovie cittadine. Costruiremo una città universale, una città accessibile, senza barriere né ostacoli. Ben coscienti del fatto che, se una città non ha barriere architettoniche ed è accessibile a disabili e diversamente abili è una città migliore per tutti».

Favorevole o contrario al progetto di una Grande Pescara?

«È una condizione incontestabile e inarrestabile che già la volontà popolare e la normativa regionale hanno indicato come prioritaria. Ma, ancor più che di nuovi confini amministrativi, crediamo sia necessario riappropriarsi della nostra storia fatta di vocazioni relazionali, di scambi, di crocevia, di curiosità e di apertura. Una storia moderna continua e persistente, nel cui segno noi riteniamo che questa nostra Pescara, spalancata sul mare Adriatico e radicata nei sistemi vallivi dell’Appennino, possa e debba orientare la consapevolezza e la scoperta della propria anima più segreta, delle sue aspirazioni più genuine, attivando tutte le sue migliori risorse. Non può sfuggire allora, nella descrizione dei caratteri particolari di questo pezzo speciale d’Abruzzo, la disponibilità e la propensione dei suoi abitanti a mettersi in relazione con il prossimo e con l’esterno, offrendo servizi e opportunità a trecentosessanta gradi».

Mercato etnico. Resta o verrà smantellato?

«Costruire insieme una città moderna con l’attenzione alle persone e alle loro esigenze è fondamentale, una città dove gli ultimi non rimangano indietro è la prima forma di sicurezza, al di là dei proclami altisonanti e dei richiami al razzismo che fanno solo danni. Il mercatino etnico è l’immagine di una ritrovata legalità e di un’integrazione reale dei tanti senegalesi che vivono ormai da decenni a Pescara. Certo, si può sempre fare meglio, ma ricordo ai lettori che prima di questa iniziativa vigeva l’assoluta illegalità e la totale mancanza di coraggio nel trovare una soluzione ad un problema reale, ovvero quello di un mercatino abusivo e privo di controllo».

Quale futuro e destino per l'area di risulta? In caso di vittoria ha già qualche progetto da realizzare?

«Sentir parlare i miei competitor dell’area di risulta mi fa quasi sorridere se non fosse per il fatto che il loro immobilismo o il loro ostruzionismo, a seconda dei casi, non ha reso un buon servizio alla città, anzi, l’ha tenuta bloccata. Quello che farò come sindaco di Pescara è prendermi l’impegno di sbloccare definitivamente e in tempi brevissimi questa situazione, dando dignità e fulgore a ciò che da decenni è solo un parcheggio. La vocazione di quell’area, così come accade nelle più belle città europee, è quella di rappresentare un polmone verde in pieno centro. Il mio progetto è prima di tutto la realizzazione di una vasta zona verde, vero plusvalore per i pescaresi e biglietto da visita per chi arriva in città. Uno splendido Parco Centrale, luogo ideale in cui sia cittadini che turisti trovino ristoro e relax all’ombra di grandi alberi, e nello stesso tempo un nucleo di aggregazione che proporrà suggestivi cambiamenti a seconda delle stagioni. Sarà una vera e propria oasi collegata al centro cittadino e al mare, con cui stabilirà un dialogo continuo. I parcheggi, fondamentali per l’accesso alla città e per lo shopping, troveranno una sistemazione meno impattante ma molto ben organizzata. Un ruolo di rilievo su quell’area avrà il centro culturale per l’infanzia, nello stile del Muba, il museo dei bambini di Milano, che favorirà anche l’ulteriore sviluppo del centro commerciale naturale cittadino. Le attività ricettive e commerciali ne avranno un grande giovamento. E poi, l’ex Ferrhotel diventerà Casa dello studente ospitando i giovani e la loro creatività. Il mio è un cronoprogramma stringente e il progetto definitivo non tarderà ad arrivare. Sono aperta alla condivisione di idee, ad un bando di concorso di progettazione pubblico, ma non recederò di un passo sui tempi stretti e su una destinazione finalmente certa».

Come intende affrontare il tema della gestione della movida e dei locali notturni, sul fronte della sicurezza, ordine pubblico e tutela dei residenti?

«Il mio metodo di lavoro sarà quello dell’ascolto e della condivisione delle scelte tra Comune, residenti ed esercenti, la mia intenzione è quella di riappacificare le varie anime attualmente contrapposte. Una soluzione potrebbe essere quella di far passare i mezzi di Attiva subito dopo la chiusura dei locali, per indurre i clienti a lasciare libere strade e piazza, limitando così gli schiamazzi. Serviranno vigili e forze dell’ordine per controllare la situazione nelle strade del deflusso e predisporremo il progetto Movida Sicura che prevede anche un regolamento sul modello di Londra, Barcellona e Torino, che sia funzionale a far sì che la notte sia sicura per chi ci lavora, per chi vuole divertirsi e per chi abita nei luoghi della movida. E poi, campagne mirate di informazione e sensibilizzazione sull’abuso di alcol e stupefacenti, oltre all’implementazione delle pattuglie notturne della polizia municipale. Chiaramente c’è chi crede alle assurde promesse di Masci e della Lega che dicono di voler chiudere tutti i locali, ma questa è una storiella».

Pescara e il commercio, cosa fare per rivitalizzare questo comparto fondamentale dell'economia cittadina?

«Daremo subito 4 milioni di euro per i quartieri: divideremo la città in macro zone e ognuna di esse avrà un milione che i cittadini gestiranno in modo diretto. Basterà una segnalazione sulla pagina web dedicata all’interno del sito del Comune e l’intervento sarà immediato. E’ così che dalla nostra città spariranno buche e marciapiedi rotti, si cureranno aiuole incolte e si puliranno le strade, per fare sempre più spazio a ordine e decoro, punti fondamentali per attrarre sempre più persone, e quindi più possibili acquirenti, in città. Chiaramente questo andrà ad aggiungersi ad un sistema regimentato di manutenzione costante delle strade e delle piazze della città, in cui i luoghi più frequentati e rappresentativi saranno oggetto di un’attività di pulizia e decoro che andrà oltre quella ordinaria. E poi, una campagna di comunicazione per coinvolgere il cittadino nel mantenimento dell’ordine, a partire dalla raccolta delle deiezioni animali. Insieme a decoro e pulizia, daremo attuazione agli altri centri commerciali naturali sul territorio, rivitalizzando le aree vocate al commercio che si trovano in tutti i quartieri. Daremo maggiore impulso al tavolo permanente con le associazioni di categoria e i rappresentanti degli operatori commerciali e apriremo ancora di più i mercati alla vita e alle iniziative culturali, rendendoli degli hub dove passare il tempo, fare la spesa e scoprire l’offerta culturale della città. E poi punteremo a recuperare i locali sfitti concordando con i proprietari una politica dei prezzi che sia incentivante per chi vuole investire aprendo un’attività. Tutto questo va costruito con la categoria, insieme a iniziative capaci di tradursi in benefici per la città, per il comparto e soprattutto per gli utenti commerciali della città».

Come vede Pescara tra 5 anni?

«Una città moderna e all’avanguardia dal punto di vista della qualità della vita, con una serie di parchi attrezzati, diffusi a rete su tutto il suo territorio. La dimensione culturale, commerciale e turistica della nostra città adriatica è quella della modernità, una dimensione che ci rende competitivi, attrattivi, produttivi, sia nel panorama regionale che nazionale».

Perchè un elettore dovrebbe barrare proprio il suo nome sulla scheda elettorale?

«Perché sono la persona giusta per realizzare le reali aspettative dei cittadini di Pescara. Una persona aperta al confronto, seria e tenace. Capace di raccogliere le sfide e raggiungere il risultato. L’ho fatto in Regione, riuscendo a portare alla città di Pescara fondi importanti per il suo presente e il suo futuro, a partire dai milioni di euro per potenziare il depuratore e risolvere il problema dell’inquinamento del mare che tanto danno ha fatto finora a Pescara e ai suoi cittadini, ma anche al commercio e al turismo. Io i problemi li affronto e li risolvo, non cavalco l’onda della superficialità e delle promesse al vento, come troppe volte sto vedendo fare in questa campagna elettorale».

Marinella Sclocco

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