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Comunali pescara 2019

Elezioni Comunali Pescara, l'intervista al candidato sindaco Iacomelli di CasaPound

Iacomelli è sostenuto dalla sola lista di CasaPound

Tra gli 8 candidati sindaco di Pescara in corsa per succedere a Marco Alessandrini c'è anche Mirko Iacomelli di CasaPound.
Iacomelli è sostenuto dalla sola lista di CasaPound.

Queste le risposte ai nostri quesiti, gli stessi posti agli altri sette candidati sindaco.

Cosa intende fare per riportare la qualità delle acque della costa a un livello accettabile?

«Nel nostro programma il primo punto è il fiume, solo così si risolveranno i problemi dell’inquinamento del mare. La nuova amministrazione deve: immediatamente acquistare una draga, come in passato; potenziare il depuratore con conseguente separazione delle acque bianche da quelle nere nell’intera rete fognaria; aprire un tavolo di emergenza con i comuni interessati dal fiume, per incentivarli alla salvaguardia di questo grande patrimonio; individuare tutti gli scarichi abusivi con la loro immediata rimozione e severa punizione dei responsabili; eliminare parte della diga foranea. Realizzando questo e rigenerando le acque che sfociano in mare avremo una città più pulita e più ricca».

Ha intenzione di affrontare il problema del cementificio e della riqualificazione della zona?

«Assolutamente sì. Negli anni 90 ero consigliere del quartiere 3 (Rancitelli) e già 30 anni fa si parlava del decentramento del cementificio, all’epoca ero contrario per tutelare i lavoratori, ma adesso è solo un ecomostro che deve essere abbattuto. La zona adiacente al fiume dovrà diventare un parco fluviale, non come quello che c’è ora in completo abbandono, con una pista ciclabile impraticabile e una “città della musica” con sotto il canile. Vogliamo un grande parco fluviale attrezzato, con piccole attività commerciali, artigianali orti pubblici per gli anziani e rimessaggi dei natanti, sempre sorvegliato con la partecipazione dei suoi cittadini. Il fiume deve essere come in passato il punto cruciale della ricchezza di questa città».

La sicurezza è un tema molto caldo che riguarda non solo le periferie. Cosa intende fare per rendere la città più sicura?

«Semplicemente ordinanze, non costano migliaia di euro dei contribuenti e risolvono il problema alla radice. Le periferie non sono le uniche ad avere problemi di spaccio e degrado. Vanno individuate tutte quelle aree ostaggio di criminalità diffusa, bonificandole e rendendole fruibili ai cittadini pescaresi. Bisogna uscire subito dal progetto Sprar e non finanziare più cooperative, enti privati ed ecclesiastici che lucrano sull’immigrazione. Sgombero immediato dagli alloggi popolari per chi delinque e ricollocamento degli immobili a famiglie italiane in graduatoria con il criterio: “Prima gli italiani”».

Quali sono gli interventi necessari affinché Pescara diventi realmente una città turistica?

«Pescara è una splendida città marina dalle molteplici attrazioni, ma il turista non può neanche fare il bagno al mare. La pulizia delle acque del fiume è essenziale per risolvere il problema. Intervenire sul fiume e sul porto canale darà nuovamente la possibilità a Pescara di avere scambi commerciali e turistici anche con l’altra parte dell’Adriatico».

Quali saranno le sue politiche in materia di mobilità sostenibile?

«Innanzitutto, un categorico secco NO alle idee assurde di affidare la gestione dei parcheggi e degli accessi delle vie a privati. Bisognerà riaprire corso Vittorio Emanuele alle auto e ai mezzi pubblici, calmierare i parcheggi a 50 centesimi, un sistema di trasporto pubblico più efficiente al fine di ridurre gli spostamenti in auto e parcheggi di scambio».

Favorevole o contrario al progetto di una Grande Pescara?

«Favorevole con riserva. Dipenderà sempre da chi amministrerà. Se non si scade nelle solite logiche di enti ed uffici inutili solo per i raccomandati della politica, questo progetto darà alla nostra città il ruolo che le compete, con una crescita demografica dovuta all’ampliamento economico e al potenziamento navale ed aeroportuale. Sorgerà una grande città come è stata in passato nel 1927 con l’unione con Castellammare Adriatico».

Mercato etnico. Resta o verrà smantellato?

«Guardiamo un attimo la storia: concepito dalla giunta di centro destra, mantenuto dalla giunta D’Alfonso, riconfermato dalla giunta di centro destra Mascia e poi sgomberato e rielaborato dalla giunta di centro sinistra Alessandrini. Adesso tutti si scandalizzano alzando barricate a favore o contro, con il centro destra che grida allo scandalo. Il solito carnevale politico di ipocriti in cerca di una poltrona e qualche consenso in più. Ma se il mercatino è veramente etnico a chi dà tanto fastidio? Guardiamo piuttosto a tutto ciò che accade nei pressi dell’area di risulta con una situazione degradante ed extracomunitari a chiedere soldi ogni 2 metri per un parcheggio già pagato. Questo si che è un disagio per i cittadini che lavorano e devono riprendere la macchina in un contesto completamente insicuro e a rischio. Quanto al mercatino in sé, è sufficiente un’ordinanza con la quale si intima agli ambulanti di rispettare la legalità. Della serie: ”fate i bravi, altrimenti al primo commercio illecito la giostra chiude”».

Quale futuro e destino per l'area di risulta? In caso di vittoria ha già qualche progetto da realizzare?

«Immediatamente una bonifica dell’area con lo sgombero immediato di tutti quei soggetti che mettono a rischio l’ordine pubblico. Quest’area è fondamentale per il parcheggio delle autovetture, privandola del suo ruolo indispensabile, il commercio in centro subirebbe una forte battuta d’arresto. In passato su quest’area già abbiamo proposto un parcheggio multipiano realizzato e gestito interamente dal comune con soluzioni innovative eco-sostenibili».

Come intende affrontare il tema della gestione della movida e dei locali notturni, sul fronte della sicurezza, ordine pubblico e tutela dei residenti?

«Nessuno è contrario al divertimento, ma bisogna rispettare le regole. Anche in questo caso il nuovo sindaco dovrà operare a colpi di ordinanze, per tutelare sia dell’imprenditore che del cittadino residente».

Pescara e il commercio, cosa fare per rivitalizzare questo comparto fondamentale dell'economia cittadina?

«Pescara è in predissesto finanziario, sarà molto complicato abbassare le tasse, ma alcuni interventi potrebbero alleggerire la pressione fiscale perché il comune deve aiutare e non soffocare. Eliminare le tasse comunali su insegne e ombre per sostenere le piccole e medie imprese che creano ricchezza e lavoro. Vietare le realizzazioni e le aperture di nuovi grandi centri commerciali, programmare un'offerta di qualità per un turismo consapevole con eventi ed appuntamenti culturali».

Come vede Pescara tra 5 anni?

«Dipende da chi verrà amministrata. Se non ci saremo noi, molto male. Fin ora l’alternanza politica cdx - csx ha generato gravi danni, con l’abbandono completo non solo delle periferie ma anche di tutta Pescara. Oltre alle due coalizioni, mancano all’appello i 5 stelle per completare l’opera del disagio, visto come amministrano le loro città».

Perchè un elettore dovrebbe barrare proprio il suo nome sulla scheda elettorale?

«Chi barra il mio nome vota CasaPound e sicuramente questo in sé già è un atto rivoluzionario. Votare per noi significa mandare dei combattenti in comune a “ribaltare” i banchi facendo conoscere ai cittadini quello che accade realmente nella stanza dei bottoni. Se il cuor non vi manca e avete coraggio, fate la scelta giusta barrando il mio nome e la tartaruga frecciata. Così facendo eleggerete chi si è sempre contraddistinto con azioni a favore del popolo senza inciuci e finanziamenti pubblici. Metaforicamente parlando avrete ucciso per sempre il “borghese” che è in voi».

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