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Comunali pescara 2019

Elezioni Comunali Pescara, l'intervista al candidato sindaco Carlo Costantini

A sostenere la candidatura di Costantini è la coalizione "Faremo Grande Pescara" di cui fanno parte tre liste: "Faremo Grande Pescara", "Nuova Pescara" e "Città del futuro"

L'avvocato Carlo Costantini è uno degli 8 candidati sindaco di Pescara in corsa alle elezioni amministrative di domenica prossima, 26 maggio, per prendere il posto del primo cittadino uscente Marco Alessanrini.
A sostenere la candidatura di Costantini è la coalizione "Faremo Grande Pescara" di cui fanno parte tre liste: "Faremo Grande Pescara", "Nuova Pescara" e "Città del futuro".

Queste le risposte ai nostri quesiti, gli stessi posti agli altri sette candidati sindaco.

Cosa intende fare per riportare la qualità delle acque della costa a un livello accettabile?

«Dalla difesa del fiume e del mare la prossima amministrazione dovrà partire per costruire il suo futuro. Il mare non è solo importante per Pescara: il mare è Pescara. Vuol dire qualità ambientale, economia, turismo, benessere ed è necessario ogni sforzo per far sì che rappresenti uno dei volani della Pescara del futuro, che riappropriandosi del suo mare potrà sviluppare tutte le sue potenzialità e diventare la capitale del medio Adriatico. Nella grande città del futuro che stiamo costruendo, il mare, e tutto ciò che vi ruota attorno, ha un ruolo centrale. C'è bisogno, però, di un grande lavoro, finalizzato a restituire ai cittadini il loro mare, che deve tornare pienamente fruibile sotto ogni punto di vista. E’ un dovere di tutti occuparsi delle cause che impediscono di consolidare i risultati positivi già raggiunti, per guarire definitivamente il fiume ed il mare. Occorre migliorare la depurazione e, al tempo stesso, imporre ai Comuni a monte di Pescara di intervenire con fermezza sui loro impianti di depurazione e su eventuali scarichi abusivi. C'è bisogno di una intensa sinergia tra tutti gli enti locali coinvolti. Bisogna sfruttare le risorse esistenti e reperirne di nuove. Un contributo ad un progetto di vasta portata può arrivare anche dai nuovi strumenti tecnologici a disposizione: oggi, ad esempio, un semplice drone ci consentirebbe di monitorare il fiume, di individuare chi inquina e di intervenire immediatamente».

Ha intenzione di affrontare il problema del cementificio e della riqualificazione della zona?

«Certamente sì. Sono a conoscenza di importanti iniziative private che dovrebbero interessare altre parti dell’area, determinandone una iniziale (anche se solo parziale) riqualificazione, anche se nello specifico per il cementificio sarà necessario avviare una interlocuzione diretta con i proprietari, per valutare insieme se e quali iniziative assumere e soprattutto come reperire le risorse per una riqualificazione strategica per l’area, ma che comunque comporterà oneri significativi».

La sicurezza è un tema molto caldo che riguarda non solo le periferie. Cosa intende fare per rendere la città più sicura?

«Non può esistere sicurezza senza investimenti ed azioni per combattere il disagio sociale ed incrementare il coinvolgimento delle persone. Occorre, quindi, un'azione immediata, dura ed energica per ripristinare la legalità, accompagnata da misure ed interventi altrettanto forti per favorire l’integrazione, il reinserimento sociale ed il coinvolgimento delle persone, in stretta collaborazione con le associazioni di volontariato e con la vigilanza e la sorveglianza dei servizi sociali comunali. Volendo fare una sintesi, ecco le prime iniziative che a mio avviso andrebbero attuate: intervento immediato delle forze dell’ordine perché lo Stato, il Comune e l’Ater si riapproprino fisicamente degli alloggi occupati abusivamente ed in mano alla criminalità, realizzando, contestualmente, interventi atti a rimuovere le cause del degrado; realizzazione di un sistema di videosorveglianza e realizzazione e/o potenziamento della pubblica illuminazione e dei sistemi di raccolta dei rifiuti e di pulizia delle strade e dei marciapiedi, soprattutto nelle periferie; potenziamento dell’organico della Polizia Municipale ed ampliamento degli orari di servizio; richiesta al Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di adozione di un provvedimento per impedire lo stazionamento di soggetti che siano già stati denunciati per attività illegali in materia di stupefacenti, per reati contro la persona o per violazioni della normativa che disciplina l’esercizio del commercio nelle aree pubbliche; applicazione del decreto sicurezza nei confronti dei parcheggiatori abusivi che sfruttano disabili e minori; sgombero immediato di qualsiasi accampamento abusivo; divieto di accattonaggio, contrastando lo sfruttamento di minori, disabili e anziani; misure immediate per il trasferimento in strutture protette, l’assistenza, la cura, l’accoglienza ed il sostegno alla reintegrazione di chi bivacca, in sinergia con servizi sociali e associazioni, favorendo iniziative che sviluppino il principio della sussidiarietà; iniziative di sensibilizzazione e coinvolgimento delle persone in tutte le azioni da promuovere per sviluppare la cultura dell’accoglienza e dell’integrazione, allo scopo di trasformare il principio costituzionale di sussidiarietà in prassi concrete. Istituirò, inoltre, un ufficio del sindaco, che sarà aperto tutti i giorni, nel quartiere che è emblema delle periferie. Occorre, infatti, un primo ed immediato segnale fortissimo, che, anche simbolicamente, renda evidente la volontà delle istituzioni di riappropriarsi del controllo del territorio. Le periferie saranno il cuore della Pescara del futuro che stiamo costruendo, perché, con gli strumenti giusti, ogni quartiere può essere il centro della città».

Quali sono gli interventi necessari affinché Pescara diventi realmente una città turistica?

«Ogni punto del nostro programma è indissolubilmente legato agli altri. Tutto quello che abbiamo in mente di realizzare ha come obiettivo, tra l’altro, lo sviluppo del turismo; a partire da quello estivo e balneare, che non può prescindere dal risanamento del fiume. Tutte le risposte alle altre domande parlano, inevitabilmente, di turismo. Dal risanamento del fiume e del mare alla creazione di una smart city, con tutto ciò che questo comporta dal punto di vista dei servizi; dal rilancio del porto, con attività costanti di dragaggio che consentiranno il ripristino dei collegamenti con la Croazia, all’ulteriore crescita dell’aeroporto, che dovrà raggiungere il milione di passeggeri all’anno; dall’abbattimento delle barriere architettoniche all’iniziativa ‘Pescara città dei bambini’, che prevede un sistema di parchi messi in rete in grado di trasformare la Nuova Pescara nel più grande parco giochi educativi e tematici d’Italia; dalla mobilità sostenibile al rilancio delle periferie, che ospiteranno eventi e manifestazioni, allo sviluppo della rete museale, per portare in città fiere e mostre, ipotizzando anche un festival di carattere nazionale, che consentirebbe di destagionalizzare l'offerta turistica e di attrarre visitatori in periodi dell'anno diversi dall'estate. I turisti che già vengono a Pescara sono molti, ma lo fanno per poche notti, molte volte di passaggio, proprio per la mancanza di servizi che li invoglino a restare. Nonostante questo, i visitatori si innamorano di Pescara. La pubblicità più grande, quando si parla di turismo, è il passaparola: i turisti, allora, quando vengono a Pescara, devono vivere un’esperienza da poter raccontare. Se alcune iniziative avranno effetti nel lungo periodo, ce ne sono altre di rapida e facile realizzazione: penso, ad esempio, all’istituzione di un bus navetta che dall’aeroporto possa accompagnare i turisti in centro in pochi minuti, senza dover necessariamente ricorrere agli autobus di linea, o alla creazione di un’App contenente una mappa interattiva e informazioni su eventi, sui luoghi della cultura, sui prodotti tipici, sulla ristorazione. Con noi Pescara sarà una città del futuro e una vera città del futuro non può non essere a misura di turista».

Quali saranno le sue politiche in materia di mobilità sostenibile?

«Nei prossimi cinque anni bisognerà cambiare tutto, attuando i progetti e gli studi sulla mobilità che giacciono inutilizzati nei cassetti del Comune e soprattutto dotando la Nuova Pescara di un unico e nuovo piano urbano della mobilità sostenibile, integrato da un sistema di nuovi parcheggi, anche di scambio, e di servizi che possano restituire al centro della Città la vitalità ed il decoro di un tempo. Fino a quel momento, fino a quando, cioè, non sarà offerta concretamente alle persone la possibilità di accedere al centro della città, senza dovere ricorrere all’auto privata, nessuna scelta estemporanea sarà più consentita e nessuna altra Ztl sarà realizzata. L’improvvisazione e le pulsioni ideologiche e scollegate dalla realtà economica e sociale di Pescara hanno già fatto troppi danni. A Pescara la soluzione al traffico, infatti, non sono le Ztl o, perlomeno, non sono nuove Ztl istituite senza logica. Lo saranno domani, quando il nuovo piano sarà adottato ed operativo, ma non lo sono oggi. Il centro cittadino rischia di morire, per colpa dell’incuria, dell’incompetenza e della superficialità. Nelle città del futuro le persone lasciano l’automobile non perché costrette, ma perché dispongono di soluzioni alternative ai mezzi privati. Qui, invece, si è sempre fatto l’inverso. Nei prossimi anni bisognerà dotare la Nuova Pescara di un unico e nuovo piano urbano della mobilità sostenibile. Senza costruire e realizzare un sistema della mobilità alternativo all’auto privata, moderno, pulito ed efficiente, si è pensato che bastasse isolare il centro rendendolo inaccessibile, per risolvere tutti i problemi. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, con le attività commerciali del centro ridotte allo stremo, a causa della concorrenza della grande distribuzione che offre gratuitamente tutto quello che ai commercianti di Pescara è stato sottratto negli ultimi anni».

Favorevole o contrario al progetto di una Grande Pescara?

«La Nuova Pescara non è un’idea, ma è già realtà. Questa è l’ultima volta che si vota per il sindaco a Pescara; la prossima si voterà per il primo cittadino della nuova città, che dovrà essere istituita entro il 2022. Noi abbiamo ideato la Nuova Pescara, noi abbiamo promosso il referendum, noi l’abbiamo vinto nel 2014 insieme al 71% dei pescaresi, noi faremo la Nuova Pescara, la prima Città del Futuro in Italia, la capitale del medio Adriatico. Oggi ritengo che almeno il 90% sia favorevole al mio progetto di nuova città. I pescaresi sanno guardare al futuro e vogliono vivere in una città del futuro. In una città più grande, più organizzata, meno costosa, più funzionale e soprattutto bella, sicura, pulita, moderna, tecnologica e connessa con l’Italia e con l’Europa. E i pescaresi sanno anche di essere a un passo dalla meta. I vantaggi derivanti dalla fusione sono molteplici. Solo per elencarne alcuni: risparmi per circa cinque milioni di euro, secondo le stime, dopo la riorganizzazione della macchina amministrativa; i maggiori trasferimenti da parte dello Stato e della Regione nell'ordine di diverse decine di milioni di euro in dieci anni; i servizi unificati, nei confronti di una comunità che già si sente tale, con la semplificazione e il miglioramento della vita delle famiglie e delle imprese. E poi potremo finalmente proporci all’attenzione dell’Italia e dell’Europa come un'unica grande città, con vantaggi enormi sul piano della competitività tra sistemi territoriali».

Mercato etnico. Resta o verrà smantellato?

«È stata una scelta dell’attuale amministrazione comunale che non ritengo particolarmente efficace, se l’obiettivo era quello di favorire l’integrazione. Tuttavia occorre tenere presente che l’amministrazione di un comune deve rispettare il principio della continuità, nel senso che non è possibile che ad ogni cambio di maggioranza si sfasci tutto quello che è stato realizzato dalla precedente amministrazione. Per questo non sfascerò nulla di quello che è stato realizzato e valuterò ogni eventuale iniziativa solo dopo aver verificato, trascorsi alcuni mesi o anni, l’efficacia di questa iniziativa».

Quale futuro e destino per l’area di risulta? In caso di vittoria ha già qualche progetto da realizzare?

«Sulle aree di risulta continua negli anni a consumarsi un errore di metodo. Prima di stabilire cosa realizzarci si deve, infatti, decidere quali finalità e bisogni collettivi dovranno servire. A mio giudizio certamente non quella di realizzarvi altri palazzi, riducendo e decentrando i parcheggi, rendendoli ancora più costosi di oggi e finanziando la realizzazione di improbabili strade sotterranee. Le aree di risulta dovranno, quindi, completamente integrarsi con la città, incrementando il numero di parcheggi, riducendone il costo per favorire l’accesso al centro, riservando la gran parte della superficie ad un parco attrezzato, alberato, recintato e vigilato per il tempo libero e lo sport dei pescaresi e dei turisti e con la valorizzazione e riqualificazione delle aree già occupate dal Dopolavoro Ferroviario. Sempre all’interno di quelle aree dovranno essere disponibili biciclette e spazi per la loro rimessa, per consentire a tutti quelli che arrivano a Pescara, anche in treno, di poter salire su una bici e di scoprire, attraverso il potenziamento delle piste ciclabili cittadine, la bellezza della nostra. Occorre scrivere un progetto che proietti Pescara nel futuro, capace di stimolare l’attenzione degli investitori privati, che saranno chiamati ad integrare le risorse pubbliche già disponibili. Inoltre, sempre all’interno dovrà realizzarsi una struttura per i giovani: la mia idea è quella di un ‘Palarock’, attrezzato anche per funzioni diverse e non necessariamente legato ad un singolo genere musicale. L’obiettivo è quello di ospitare settimanalmente eventi capaci di attrarre giovani, ma non solo giovani, da tutta Italia, riservando per loro uno spazio gratuito per la registrazione e per le prove. Pescara è una città di mare, aperta, moderna e pronta a vivere nuove esperienze. Pescara ama la musica ed ha bisogno di scoprire nuove vocazioni che possano consentirle di sprigionare tutta la sua energia e di soddisfare la sua brama di modernità. Con un progetto di questo tipo Pescara può diventare la Città Italiana del Rock e rilanciare attorno al suo Palarock tutta la propria economia turistica e commerciale. Occorre inoltre valutare la possibilità di realizzarvi una struttura multifunzionale che possa ospitare congressi (per quelli con migliaia di partecipanti abbiamo già il palacongressi di Montesilvano) per promuovere una forma di turismo –quello congressuale – che assicura destagionalizzazione dell’offerta turistica della Città».

Come intende affrontare il tema della gestione della movida e dei locali notturni, sul fronte della sicurezza, ordine pubblico e tutela dei residenti?

«Mancano controlli adeguati. Non si può pretendere che i residenti sopportino sacrifici come quelli attuali. Ma neppure si può ipotizzare che il Comune smantelli una realtà economica che dà lavoro a centinaia di persone. Anche in questo caso la soluzione è nell’equilibrio e nella ragionevolezza. Le attività economiche devono poter continuare la loro attività, ma il riposo, la sicurezza ed il decoro urbano devono al tempo stesso continuare a costituire un valore irrinunciabile. Per ottenere questo risultato il Comune non può svolgere il compito di mero spettatore. Deve incrementare la presenza delle forze di Polizia Municipale e deve pretendere che tutti gli operatori economici contribuiscano al raggiungimento di questo obiettivo. La stragrande maggioranza degli operatori economici è fatta da persone responsabili che ho incontrato in questi mesi e che si sono dichiarate pronte a porre in essere qualsiasi iniziativa utile allo scopo, sotto la regia dell’amministrazione comunale. Ho in mente diverse soluzioni già sperimentate in altre Città italiane e sono sicuro che sviluppo delle attività economiche e rispetto dei residenti potranno tornare in equilibrio».

Pescara e il commercio, cosa fare per rivitalizzare questo comparto fondamentale dell’economia cittadina?

«Bisogna guardare in faccia la realtà e capire le origini di questa crisi. Pescara ed il suo centro, incluso quello di Portanuova, sono diventati inaccessibili per la mancanza di parcheggi, soprattutto, ma anche per la mancanza di servizi e per la condizione di degrado in cui versano gli spazi urbani. Occorre rendere la città accessibile sapendo che le persone lasciano l’auto privata solo quando il sistema della mobilità offre una valida alternativa. Fino ad oggi questa alternativa non è stata realizzata Noi la realizzeremo, sapendo però che nel frattempo il commercio deve vivere e deve avere, se non esattamente le stesse, condizioni operative e di servizi quantomeno vicine a quelle della grande distribuzione. I commercianti non temono la grande distribuzione, ma vogliono poter competere con la grande distribuzione. Una amministrazione intelligente deve metterli nella condizione di competere».

Come vede Pescara tra 5 anni?

«Profondamente cambiata, con appalti che hanno un inizio ed una fine, che non si cumulano a ridosso delle campagne elettorali, pulita, tecnologica e sicura. La vedo come una città europea ed una città del futuro, alle quali ci siamo ispirati nella redazione del nostro programma».

Perché un elettore dovrebbe barrare proprio il suo nome sulla scheda elettorale?

«Pescara va incontro a un appuntamento storico. La nascita, nel 2022, della Nuova Pescara, frutto della fusione con Montesilvano e Spoltore. Un percorso che va gestito nel migliore dei modi, affinché la città e i cittadini siano pronti ad entrare nel futuro. Proprio per questo abbiamo scelto di creare un polo civico, il più grande mai esistito a Pescara. In questo momento, in un contesto come quello attuale, i partiti non sono il bene della città. Rispetto alla Nuova Pescara, infatti, tutti i partiti che hanno remato contro, che a Montesilvano organizzano comitati per raccogliere le firme per abrogare la legge istitutiva di Nuova Pescara o che a Spoltore sono andati addirittura in Tribunale per tentare di bloccare il referendum, si affrettano a dichiararsi favorevoli alla Grande Pescara. Lo fanno perché sanno che se dicessero il contrario sarebbero spazzati via alle elezioni. Lo fanno perché sperano in questo modo di poter utilizzare il consenso elettorale conquistato con una adesione di facciata al progetto per continuare a remare contro e per continuare a perdere altro tempo. La nostra città non ha bisogno di un capo politico nazionale con le felpe, non ha bisogno di essere governata da alleanze fragili, basate su accordi tra partiti litigiosi e continuamente in lotta tra loro. Pescara ha bisogno di un pescarese e di un gruppo di persone che possano rispondere solo ai pescaresi. Il nostro partito è Pescara e i nostri unici leader sono i pescaresi. Costruiamo la Nuova Pescara, costruiamo la città del futuro. Noi, insieme a voi cittadini, faremo grande Pescara».

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