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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Dipendenti del Cup di Pescara senza mascherine e disinfettanti: la denuncia del presidente Foschi

Il presidente della commissione sicurezza Foschi evidenzia come i 50 dipendenti del Cup dell'ospedale e degli altri distaccamenti sanitari stiano lavorando in assenza di qualsiasi protocollo di sicurezza

Dipendenti del cup di Pescara e delle altre sedi distaccate della provincia, che lavorano da giorni senza alcuna misura di tutela della salute e sicurezza, senza guanti, mascherine e gel disinfettante a disposizione. Inoltre, gli ingressi nella sede al piano terra del nosocomio non sono contingentati, con un unico varco che funge da ingresso ed uscita generando inevitabilmente situazioni d'assembramento, vietate dal decreto Conte.

La denuncia arriva dal presidente della commissione sicurezza Foschi, che ha informato il sindaco Masci in qualità di presidente del comitato ristretto sindaci della sanità, chiedendo un intervento immediato o alla Asl o all'azienda di cui fanno parte i dipendenti, la Gpi di Treviso che deve fornire i dispositivi di sicurezza ai propri lavoratori.

I dipendenti, fino ad ora, hanno provveduto a proprie spese all'acquisto di guanti, mascherine e gel e non hanno la possibilità di offrirli agli utenti con i quali condividono banconote e documenti.  Inoltre, fa sapere Foschi, a causa dei lavori per il nuovo pronto soccorso gli spazi si sono ridotti ed attualmente è disponibile un unico varco che funge da ingresso ed uscita.

Anche in questo caso, nonostante le ripetute segnalazioni, né la Gpi né tantomeno la direzione dell’ospedale hanno ritenuto necessario intervenire per supportare i dipendenti nell’organizzazione del servizio. E, se durante la fase I dell’emergenza Covid-19 comunque gli accessi al cup sono stati naturalmente ridotti viste le restrizioni generali imposte con la sospensione di tutti i servizi ambulatoriali non urgenti e programmati, così come delle attività in intramoenia, è chiaro che da oggi, con l’avvio della fase II cambia tutto.

Che significa che gli utenti potranno tornare a prenotare esami, visite, prestazioni, e se alcune attività possono essere svolte telefonicamente, è anche vero che ci sono altre prestazioni, come la stessa prenotazione degli esami del sangue o il pagamento delle visite, che necessitano dello sportello Cup

Foschi sottolinea come i dipendenti siano fortemente preoccupati per eventuali folle di utenti in fila, ed anche dal fatto che il rischio di contagio potrebbe aumentare sensibilmente in quanto anche tramite banconote, certificati e carte di credito potrebbe esserci una potenziale trasmissione del virus. Nel back office del Cup, inoltre, non è assolutamente garantito il distanziamento sociale previsto dal decreto Conte. Il presidente fa sapere che informerà del caso anche l'assessore regionale Verì e la direzione della Asl per conoscere gli interventi che verranno eseguiti urgentemente.

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