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Paolucci e Blasioli (Pd): "Infermieri abbandonati dal centrodestra"

Cuastico il commento dei due esponenti regionali dopo il voto contrario della maggioranza alla risoluzione con cui chiedevano un impegno concreto per rispondere alle richieste della categoria

Il centrodestra vicino agli infermieri solo a parole, ma non nei fatti. Questo in sintesi quanto sostengono il capogruppo regionale del Pd Silvio Paolucci e il consigliere regionale del partito democratico Antonio Blasioli.

I due denunciano quanto avvenuto il 3 maggio in occasione dell'ultimo consiglio regionale quando il centrodestra, spiegano, ha votato contro la risoluzione con cui i dem chiedevano alla giunta un impegno concreto verso la categoria che ha combattuto in prima linea contro il covid. Un “no” ad una risoluzione che non è mai arrivata in commissione approdando direttamente in aula e per il quale non è stato dato “alcun chiarimento sulle motivazioni di questa scelta politica che si scontra con tutte le manifestazioni espresse, solo a parole, da esponenti della maggioranza a sostegno del mondo infermieristico”, afferma Blasioli. Un comportamento ancor più grave, incalzano i due, alla luce del fatto che in altri consigli regionali la stessa risoluzione è stata già votata. “Parliamo della Lombardia il 1 febbraio e del Veneto il 4 aprile, ad esempio, amministrate dalle stesse forze politiche che amministrano l’Abruzzo – proseguono gli esponenti dem -. Addirittura promotore in Veneto è stata la Lega, che qui in Abruzzo ha l’Assessore alla sanità dello stesso partito. Verrebbe quasi da far notare al segretario Salvini che, al di là dell’appartenenza allo stesso partito, il modo di pensare sul mondo infermieristico della sua Lega è diviso ancora tra nord e sud”.

“La bocciatura della risoluzione del Pd da parte del centrodestra, senza alcuna argomentazione o motivazione di questa scelta, rappresenta uno schiaffo della politica regionale di governo ai nostri professionisti della sanità - aggiunge Paolucci -. Il comparto infermieristico e sanitario abruzzese viene ufficialmente abbandonato, mortificato e non difeso dalla Giunta Marsilio, al contrario delle altre Regioni italiane, in cui Presidenti e Consigli regionali sono impegnati in prima linea a difesa della salute della popolazione e dei lavoratori del settore”. “La pandemia ha travolto in pieno gli operatori sanitari e gli infermieri che con scarsi presidi, ferie sospese, spostamenti improvvisi di reparti, sovraccarico di lavoro, carenze di personale, si sacrificano per salvare le vite dei cittadini e, attraverso il loro lavoro, sostengono la ripresa economica del paese e favoriscono la difesa delle libertà, senza nessun riconoscimento economico”, proseguono. “Ironia della sorte – tiene poi a rilevare Blasioli - dopo aver votato contro la risoluzione, il giorno successivo, in ospedale il sindaco Carlo Masci e l’assessore regionale alla sanità Nicoletta Verì si fanno fotografare nella bella manifestazione organizzata dal Rotary che ha apposto una targa in ricordo degli operatori sanitari che si sono sacrificati e che ancora si sacrificano nella lotta contro il covid-19”.

I consiglieri regionali d'opposizione ricordano quindi che, stando ai numeri forniti dall'Opi (Ordine professioni infermieristiche) in Abruzzo mancano circa 1.759 figure professionali e che mediamente un infermiere in Italia guadagna 27.382 euro l’anno, contro i 32.092 della Francia, i 34.212 della Spagna, gli oltre 45mila euro della Germania, i 48.167 dell’Irlanda e i 91.290 mila euro del Lussemburgo. Gli ultimi dati Ocse (relativi al 2019), aggiungono, evidenziano una forte disomogeneità tra gli stipendi di infermieri in Europa, ma anche oltreoceano e vedono l’Italia agli ultimi posti della classifica. Dopo di noi ci sono solo Grecia (19.067 euro) ed Estonia (16.653 euro). “In questa situazione al personale infermieristico spetterebbe l’erogazione dell’indennità di cui all’articolo 1, comma 409, della legge 30 dicembre 2020 numero 178, che però attualmente è subordinata al rinnovo del contratto collettivo nazionale 2019-2021 del comparto sanità la cui conclusione va velocizzata. La Regione Valle d’Aosta non ha atteso e per il triennio 2022-2024, ha stanziato un’indennità che ammonta a euro 350 lordi mensili aggiuntivi per il personale infermieristico”, proseguono Paolucci e Blasioli.

Con la risoluzione, concludono, si chiedeva alla giunta regionale a far sentire la propria voce al fianco delle altre Regioni nella conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le province autonome al fine di trovare azioni e soluzioni utili per adeguare e uniformare gli stipendi del personale infermieristico e delle professioni sanitarie a quelli europei; stabilizzare il personale del ruolo sanitario e degli operatori sociosanitari precario, come previsto dalla legge finanziaria, all’interno dei tetti di spesa previsti dal Mef (Ministero economia e finanza), oltre che ad attivarsi presso il Governo affinché sia valutato il superamento del vincolo di esclusività per la professione infermieristica, in un percorso di valorizzazione complessiva della figura infermieristica e perché sia valorizzata la figura professionale dell’infermiere anche nell’ambito della didattica universitaria, al fine di sviluppare opportunità di crescita professionale e di carriera, in funzione di un accresciuto ruolo dell’infermiere specializzato. Infine si chiedeva l'impegno per la definizione di un percorso capace di dare forme di incentivazione economica regionale per il personale infermieristico e delle professioni sanitarie per una reale e meritoria valorizzazione salariale e professionale.

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